Caduto l’ultimo ostacolo con il via libera da parte dell’autorità anti-trust cinese, il faraonico accordo di acquisizione di VMware da parte del colosso Broadcom può essere ufficializzato, con un ritardo tutto sommato accettabile rispetto alla deadline fissata per lo scorso 30 ottobre, data di chiusura dell’anno fiscale della holding diretta da Hock Tan, che ha prontamente manifestato il proprio entusiasmo: “Siamo davvero eccitati di dare il benvenuto a VMware e di unire i nostri team innovation-centric e engineering-first, per compiere un altro importante passo avanti nella costruzione del più importante gruppo IT al mondo”.
Sono stati 18 mesi molto intensi per VMware, che saluta Raghu Raghuram, l’uomo che ha reso possibile l’uscita dal gruppo Dell Technologies e l’ingresso nella realtà di Broadcom, che ha già intrapreso un profondo percorso di ristrutturazione aziendale, riorganizzando l’intera struttura in quattro nuove aree di attività.
Si tratta di uno scenario molto promettente per certi versi, piuttosto incerto per altri, in primo luogo i partner di canale, che si ritrovano tuttora in un limbo di definizione dell’offerta, con evidenti difficoltà nel dare risposte ai propri clienti.
In altri termini, i partner chiedono a Broadcom risposte che Ricky Cooper (nella foto), già a capo del canale di VMware, ed attuale VP delle vendite OEM, non avrebbe ancora saputo dare, dal momento che i tempi per la transizione si prospettano più lunghi rispetto alle esigenze commerciali degli stakeholder coinvolti.
Vediamo quindi di fare ordine sullo stato finale dell’acquisizione di VMware e dei punti rimasti in sospeso per quanto riguarda il futuro dei partner di canale.
Broadcom – VMware: Raghuram non è più il CEO di VMware
Dopo la notizia ufficiale dell’acquisizione, il presidente della holding Broadcom, Hock Tan, ha dichiarato come Raghu Raghuram non sarebbe più stato a capo della company VMware, rimanendo in forza in qualità di consulente per agevolare il percorso di transizione.
Lo stesso Raghuram (nella foto sotto), in una lunga lettera pubblicata su Linkedin, ha anticipato l’intenzione di prendersi un periodo sabbatico, prima di valutare offerte per il prosieguo della sua carriera: “Ho in programma una breve pausa, rigenerante, poi troverò una nuova missione dove mettere tutta la mia energia e la mia passione. Continuerò a collaborare con VMware in qualità di strategic advisor di Hock Tan. […] Non ho dubbi sul fatto che le nostre strade si incroceranno ancora”, è la chiosa di Raghuram in merito ai possibili futuri rapporti con una realtà dove ha lavorato per vent’anni, entrando nel 2003 a capo del product management, fino ad ereditare, nel 2021, la carica di CEO da Pat Gelsiner, passato in Intel.
Come anticipato in sede di premessa, Raghuram è stata la figura chiave nello spin-out di VMware da Dell Technologies, manovra propedeutica all’acquisizione da parte di Broadcom, per 61 miliardi di dollari. Il suo addio, apre di fatto una nuova era per VMware, a cominciare dalla ristrutturazione in quattro nuove divisioni.
La quattro nuove divisioni di VMware
L’accordo di acquisizione di VMware da parte di Broadcom è stato annunciato il 26 maggio 2022, e prima di arrivare alla sua recente conclusione ha dovuto affrontare numerosi percorsi di valutazione, indispensabili per ottenere i nulla osta da parte delle autorità di regolamentazione commerciale a livello internazionale, in particolare per quanto concerne la disciplina anti-trust.
Il percorso, come era lecito attendersi, non è stato privo di ostacoli, data l’entità di una transizione stimata in 61 miliardi di dollari tra contanti, azioni e il rilevamento di un debito di 8 miliardi. Negli Stati Uniti, la US Federal Trade Commission, ha richiesto due cicli investigativi, così come la Commissione Europea e la UK’s Competition and Markets Authority, prima di dare il definitivo benestare.
Le ultime approvazioni, in particolare quella della Corea del Sud e della Cina, hanno sgombrato definitivamente il campo delle incognite ad un iter durato di fatto 18 mesi e non privo di apprensioni da parte dei grandi clienti di VMware. Un sentimento comprensibile quando si investono milioni di dollari su una tecnologia, mentre all’orizzonte si profila una radicale ristrutturazione aziendale, che potrebbe avere profonde ripercussioni sull’offerta commerciale e sul supporto tecnico.
La ridistribuzione aziendale appare in prima istanza piuttosto robusta, ma del resto lo stesso Hock Tan non ha usato mezze misure nel presentare la nuova organizzazione di VMware all’interno del suo nuovo contesto: “Broadcom vanta una forte tradizione nell’integrare e far crescere con successo le company che acquisisce. Ora che la transazione può dirsi conclusa, possiamo iniziare a correre davvero. Da ora in avanti, il business di VMware verrà organizzato per operare in qualità di divisioni di Broadcom”.
Broadcom ha infatti annunciato la volontà di dividere VMware in quattro divisioni, ciascuna diretta da un nuovo general manager.
- VMware Cloud Foundation, divisione diretta da Krish Prasad, già GM di Cloud Platform Business di VMware
- Tanzu, divisione diretta da Purnima Padmanabhan, già GM di modern apps and cloud management di VMware
- Software-Defined Edge, divisione diretta da Sanjay Uppal, già GM di service provider e edge business di VMware
- Application Networking and Security, divisione diretta da Umesh Mahajan, già GM dell’analoga divisione in VMware, che comprendeva peraltro la piattaforma di virtualizzazione NSX.
Le reazioni dei partner VMware
Per quanto riguarda le novità per il canale, la figura di riferimento sarà Ricky Cooper, già a capo dell’organizzazione partner e commerciale dell’acquisita VMware, che in Broadcom assumerà il ruolo di VP per le vendite OEM, che in concreto prevede la supervisione dei programmi di partnership definiti dalle quattro nuove divisioni, con la responsabilità di riferire direttamente al presidente Hock Tan. Cooper non sarà solo al vertice di rapporti con i partner, data la presenza dichiarata di Cynthia Loyd, che assume la responsabilità specifica del commercial partner sales.
Al di là delle cariche istituite, che potrebbero almeno inizialmente essere viste quale un segno di continuità rispetto al passato, i partner di VMware sono preoccupati per via del fatto che non è ancora stata rivelata alcuna strategia. E’ quanto traspare da più fonti, in particolare grazie alle testimonianze raccolte da CRN, media brand statunitense specializzato sul canale IT.
Gli obiettivi di Broadcom per VMware: verso una revisione delle strategie per i partner
Sul fronte Broadcom però, oltre alla volontà di riorganizzare le divisioni di VMware, appare evidente come potrebbe essere rivista integralmente la strategia relativa alla partnership commerciali, i cui canali sono stati descritti con estrema chiarezza da parte di Hock Tan in una recente intervista: “VMware ha molte tipologie di partnership: vendor, global system integrator, value added reseller, managed service provider e distributori. Vediamo molte categorie e ci concentreremo nell’ottimizzare il loro valore all’interno di un ecosistema esteso”.
In particolare, Tan ha rivelato come l’intenzione di Broadcom sia in primo luogo quella di cercare di reclutare più VAR (value added reseller) in grado di investire in servizi e tecnologie basate sull’offerta di VMware: “Le cose più importanti che faremo con l’unione delle aziende saranno due: focus ed esecuzione. La vera innovazione arriverà quando si aggiungeranno i nuovi servizi, con un catalogo molto ricco, basato sulle tecnologie di virtualizzazione”.
I timori e le incertezze dei partner potrebbero quindi essere legati in parte ad un ritardo di definizione della nuova strategia per il canale, che seguirà l’operato di ciascuna delle quattro divisioni, appena ristrutturate, in parte ad un evidente problema di comunicazione, più che di sostanza, dal momento in cui Broadcom, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, manifesta l’intenzione di voler far crescere e valorizzare ulteriormente la propria rete di partner.
I principali analisti, tra cui Forrester, appaiono ottimisti circa quanto fin qui operato da Broadcom, soprattutto tenendo conto che molte energie sono state spese per ottenere le autorizzazioni senza le quali l’accordo di acquisizione con VMware non sarebbe potuto concludersi con esito positivo.
Altri partner intervistati da CRN, pur denunciando l’incertezza attuale, manifestano un atteggiamento comunque positivo nei confronti di Broadcom, da cui si attendono a breve risposte positive per il loro business: “Potrebbe esserci una certa preoccupazione relativa alla riduzione della qualità o dell’innovazione dell’offerta da parte di Broadcom, ma è troppo presto perché ciò influisca in considerazioni di carattere strategico per il business. Potrebbero volerci alcuni anni prima di capire il reale impatto di questa acquisizione, sia dal punto dell’innovazione, che per quanto riguarda la qualità tecnologica”.
Ciò che vale nel medio e lungo non soddisfa del tutto le aspettative dei partner, che si aspettano ora risposte nel breve termine per poter investire con decisione nei propri programmi di business, rassicurando in primo luogo i loro clienti finali.