Google perde la causa con l’Antitrust USA

Secondo il tribunale federale, Google ha agito illegalmente per mantenere il proprio monopolio nei motori di ricerca. Un punto importante per il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti

Ne avevamo accennato, qualche settimana fa, quando si era fatta concreta l’ipotesi dell’acquisizione di Wiz, startup specializzata nel mondo della cybersecurity, per 23 miliardi di dollari. Una mossa strategica importante, non solo per l’ammontare economico dell’operazione, ma perché si sarebbero aperte ulteriori strade di contenzioso con le autorità antitrust, sia statunitensi, sia europee.
Autorità che, con Google, di contenziosi aperti già ne avevano.
E il primo risultato di questi contenziosi è arrivato nella serata di ieri, quando giudice distrettuale Amit P. Mehta di Washington ha stabilito che Google ha adottato pratiche illegali per mantenere il proprio monopolio sui motori di ricerca, sfruttando la propria posizione dominante per fermare la concorrenza.

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Google perde la causa con l’Antitrust per pratiche illecite

Secondo quanto riporta Wall Street Journal, nella sentenza di 276 pagine si legge non solo che “Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio”, ma che ha anche ostacolato lo sviluppo dell’inchiesta, distruggendo messaggi che sarebbero stati utili nel caso.
In sostanza, il giudice Mehta ha accolto le argomentazioni presentate sia dal Dipartimento di Giustizia sia da 38 stati e territori secondo le quali Google ha di fatto eliminato la concorrenza, pagando miliardi di dollari ai diversi soggetti interessati, dai gestori web ai produttori di dispositivi, per essere il motore di ricerca predefinito. Questo le ha permesso di mantenere una posizione dominante, con tutti i vantaggi che ne derivano soprattutto in ambito pubblicitario.

Google, dal canto suo, ha già annunciato che ricorrerà in appello, sostenendo che la propria posizione sul mercato sia da attribuire alla superiorità del proprio motore di ricerca e di lasciare sempre la libertà agli utenti di scegliere un motore differente.

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La sentenza, che arriva dopo mesi dalla chiusura del dibattimento, avvenuta in autunno, e dopo le arringhe finali dello scorso mese di maggio, non stabilisce tuttavia quali saranno le azioni correttive che la società dovrà attuare per ristabilire un corretto equilibrio sul fronte della concorrenza.
Una delle ipotesi potrebbe prevedere l’annullamento degli accordi in essere in particolare con i produttori di dispositivi, come Apple o Samsung, che in cambio di una quota dei ricavi pubblicitari rendono Google la soluzione predefinita sui loro smartphone.
Secondo quanto emerso nel corso nel dibattimento, nel 2022 Google avrebbe pagato a Apple qualcosa come 20 miliardi di dollari per mantenere lo status di motore predefinito.
Anche se ci vorrà tempo (i giornali statunitensi parlano di anni) per una sentenza definitiva, la decisione del tribunale potrebbe spingere Google a modificare il proprio modello di business.
Di certo si tratta di un primo segnale importante, che potrebbe fare da guida per le altre cause in corso in materia di antitrust tra il Dipartimento di Giustizia Statunitense e i big della Silicon Valley.

Google perde la causa con l’Antitrust USA ultima modifica: 2024-08-06T15:32:09+02:00 da Miti Della Mura

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