Oracle CloudWorld si è rivelato un evento ricco di annunci e rivelazioni (qui il report dell’edizione 2023), e soprattutto un’occasione per conoscere la vision di Oracle in merito ai principali temi del mercato IT che la coinvolgono a livello globale. Il keynote del fondatore e tuttora CTO Larry Ellison, fresco ottantenne, ha messo in evidenza alcuni punti chiave della strategia di un brand che vanta ormai 47 anni di attività, un’era geologica nell’informatica.
Ellison ha focalizzato l’attenzione sul multicloud: “Stiamo entrando in nuova nuova fase, in cui i servizi su cloud differenti sono destinati a lavorare insieme in armonia. I cloud devono aprirsi, il tempo dei walled garden è finito, i clienti devono poter utilizzare più cloud contemporaneamente”.
Oracle ha siglato importanti partnership con i tre principali hyperscaler: Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud Platform. Per certi versi, una mossa che crea una concorrenza ad Oracle Cloud Infrastructure (OCI), ma al tempo stesso consente di portare Oracle Database su tre ecosistemi che da soli contano oltre due terzi del mercato legato al cloud pubblico a livello globale.
Questa strategia consente di innescare sinergie utili a raggiungere il maggior numero di clienti possibile, mettendoli nelle condizioni ottimali per utilizzare le tecnologie di Oracle, dai database autonomi ai sistemi all-in-one Exascale, che verranno integrati direttamente nei data center dei provider partner, in modo da annullare i tempi di latenza operativi.
Il senso di questa direzione strategica è stato confermato dal nuovo CEO di AWS, Matt Garman, che ha raggiunto Ellison sul palco principale di Oracle CloudWorld: “Quando con i clienti ci si chiede. Prendo A o B? I clienti ci dicono vogliamo A e B. Vogliono eseguire i loro carichi di lavoro mission critical direttamente su AWS, dove sono collocate le loro applicazioni, ma vogliono anche contenere al minimo le latenze con i loro database. Siamo davvero entusiasti di quello che sta per accadere con Oracle”.
Secondo Larry Ellison, la visione di Oracle Multicloud va ben oltre il concetto di cloud pubblico e delle partnership che sono state intraprese, in quanto si colloca nel più ampio contesto del cloud ibrido, che comprende anche il cloud privato: “Il nostro cloud privato è del tutto identico al nostro cloud pubblico. Tutti i servizi sono disponibili in entrambi gli ambienti, in maniera totalmente automatizzata, senza necessitare di alcun intervento umano”.
Larry Ellyson ha inoltre ribadito l’impegno di Oracle nello sviluppo di data center in prossimità, per tutelare la sovranità dei dati e ridurre al minimo le latenze operative. Quello che, in altri contesti, è stato da tempo definito quale cloud 2.0.
Oracle CloudWorld. Il CEO Safra Katz commenta i dati finanziari del Q1 2025, al di sopra delle aspettative degli analisti: cloud e intelligenza artificiale i driver fondamentali
Oracle ha registrato ottimi risultati finanziari nel primo periodo fiscale del 2025, provocando una decisa impennata nel valore azionario. Il valore dei numeri è stato supportato da una buona strategia di comunicazione a livello globale, capace di orientare l’interesse degli investitori sulle due principali keyword del mercato IT attuale: cloud e intelligenza artificiale. In particolare, l’offerta di OCI, supportata da molti servizi basati sulla AI, è crescita del 21% su base annua, per un ricavo complessivo di 5,6 miliardi di dollari nel solo Q1 2025.
La strategia che da un lato vede OCI in concorrenza diretta con i tre principali hyperscaler, ma per altri versi ne trae profitto grazie alle partnership legate ad Oracle Database, sta creando prospettive decisamente interessanti per Oracle.
Tali aspetti sono stati enfatizzati dal CEO Safra Katz nel corso del suo keynote introduttivo a CloudWorld, ribadendo come sia il modo con cui Oracle ha costruito il suo ecosistema cloud fin dall’inizio, per offrire ai clienti il maggior numero di opzioni possibile per eseguire i loro carichi di lavoro, a prescindere che si tratti di cloud pubblico, privato, dedicato, sovrano, e via dicendo.
Secondo Katz, infatti: “Molti dei nostri rivali di lunga data hanno deciso di essere nostri partner. […] Con Larry (Ellison, NdR) parliamo sempre di come sia un momento davvero particolare, in cui i nostri 47 anni di storia ci portano a unire due cose: tecnologie straordinarie e voi, i nostri clienti. […] la nostra AI sta correndo più veloce di quella di tutti gli altri e siamo diventati la destinazione preferita”.
Oracle CloudWorld. Oracle Database su AWS
Come accennato in sede di premessa. Oracle ha definito un accordo di partnership con AWS, il principale cloud provider al mondo. Sul fronte del cloud pubblico, Oracle e AWS hanno congiuntamente presentato Oracle Database@AWS, un servizio che dal prossimo mese di dicembre consentirà agli utenti di di accedere a Oracle Autonomous Database su un’infrastruttura dedicata e a Oracle Exadata Database Service all’interno di AWS.
L’integrazione ha l’obiettivo dichiarato di offrire un’esperienza unificata tra Oracle Cloud Infrastructure e AWS, che oltre ad offrire evidenti vantaggi dal punto di vista tecnologico faciliterà il lavoro di gestione dei team IT e dell’amministrazione, che dovrà occuparsi di fatto di un solo servizio al posto di due.
La partnership consente inoltre una serie di novità, come la possibilità di collegare Oracle Database alle applicazioni in esecuzione su Amazon EC2, ai suoi servizi di analisi e ai suoi servizi AI/ML, tra cui Amazon Bedrock.
L’unione dei servizi AWS con la tecnologia di Oracle Database, secondo Matt Garman, è soltanto l’ultimo passo di qualcosa che in realtà è partito già nel lontano 2008, in tempi decisamente non sospetti: “Già allora i clienti potevano eseguire i loro carichi di lavoro Oracle nel cloud. Negli anni, molte delle organizzazioni più grandi e più sensibili alla sicurezza del mondo hanno scelto di distribuire il software Oracle su AWS. Questa nuova e più profonda partnership fornirà i servizi Oracle Database all’interno di AWS per consentire a tutti i clienti comuni di sfruttare la flessibilità, l’affidabilità e la scalabilità del cloud più diffuso al mondo insieme al software su cui fanno affidamento”.
Larry Ellison ha inoltre precisato che Oracle Database@AWS sarà disponibile sui marketplace delle due aziende senza alcuna differenza di prezzo, con una prospettiva di supporto unificato e gestibile direttamente all’interno del pannello di gestione: “Il database Oracle su AWS avrà lo stesso prezzo del database Oracle su OCI, le stesse prestazioni, sarà lo stesso in tutto. I clienti potranno ottenere supporto sia da AWS che da Oracle, insieme pensiamo di poter espandere notevolmente il mercato”.
La partnership con AWS completa la strategia di Oracle di portare le proprie tecnologie di database sui tre principali hyperscaler, dopo gli accordi già chiusi nei mesi scorsi con Microsoft Azure e Google Cloud.
Oracle e IBM: 38 anni insieme, ora all’insegna dell’intelligenza artificiale generativa nei servizi di consulenza
Il fronte delle partnership di Oracle non si limita ad Amazon, Microsoft e Google. Lo conferma IBM Consulting, che lo scorso 10 settembre a dichiarato di aver ampliato i propri servizi per guidare i clienti nell’implementazione e nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa di Oracle, con grande attenzione per il controllo dei costi, uno dei principali timori delle aziende quando si parla di AI e cloud.
L’IBM Institute for Business Value, nel contesto di uno studio di recente pubblicato, ha rilevato che il costo medio della spesa informatica aumenterà addirittura dell’89% tra il 2023 e il 2025. Inoltre, il 42% dei dirigenti ha dichiarato di temere che una formazione e competenze inadeguate possano ostacolare il progresso dell’IA generativa.
Per rassicurare i propri clienti, IBM Consulting ha dichiarato di aver formato migliaia di consulenti certificati per le tecnologie Oracle, in grado di colmare le lacune in termini di costi e competenze in qualsiasi contesto aziendale. La collaborazione tra IBM e Oracle è una delle più solide nel panorama IT, dal momento che Big Blue e Big Red lavorano insieme da ben 38 anni.
“I nostri clienti sono ansiosi di estendere le iniziative di AI generativa, ma sono anche preoccupati per l’aumento dei costi di calcolo, la mancanza di competenze AI in-house, l’espansione degli assistenti AI e la supervisione della gestione“, ha dichiarato Corinne Koppel, Global Oracle practice leader di IBM Consulting. “Siamo orgogliosi di offrire ai clienti ancora più competenze e soluzioni per aiutarli a ottimizzare i loro investimenti con la tecnologia di intelligenza artificiale generativa full stack di Oracle, che sfrutta un’architettura aperta“.
Oracle CloudWorld 2023 in diretta da Las Vegas, segui l’evento e il viaggio
Oracle CloudWorld e l’intelligenza artificiale generativa: agenti AI, nuovi LLM e soluzioni open source per gli sviluppatori
Sul palco di Oracle WorldCloud abbiamo assistito a molte le novità di rilievo sul fronte dell’intelligenza artificiale generativa, pensate per supportare le organizzazioni nel valorizzare al meglio i loro dati. È il caso di OCI GenAI Agents, un servizio che utilizza la tecnologia RAG (retrieval-augmented generation) per arricchire gli LLM generici con le informazioni proprietarie, ai fini di ottenere risposte efficaci e pertinenti per tutte le operazioni legate ai dati aziendali.
Nulla di concettualmente diverso da quanto già visto nel caso di altri agenti AI, ma il livello di integrazione ed efficacia nelle risposte a cui abbiamo assistito nel keynote dedicato merita certamente un approfondimento sul campo. A sorprendere sono soprattutto le potenzialità applicative nelle varie linee di business, in particolare amministrazione, customer care, HR e legal. Tra gli LLM in arrivo su OCI Generative AI sono stati presentati Meta Llama 3.1 e Cohere Command e altre risorse open source destinate ad offrire ulteriori opzioni sul piano della personalizzazione dei modelli AI, che si profilano un asset sempre più determinante nel futuro delle aziende.
Va inoltre segnalato il servizio OCI Data Science, che offre una serie di tool open source per sviluppare, addestrare ed effettuare il tuning dei modelli AI, in modo da soddisfare la più ampia gamma possibile di esigenze aziendali.
Al di là delle singole novità presentate, Oracle ha offerto un’impressione di solidità e maturità nella propria offerta legata alla AI su OCI, che vede il costante miglioramento degli strumenti di analisi di base, come OCI Language (testo), Vision (immagini), Speech (parlato) e Document Understanding (gestione documentale).
OCI Zero Trust Packet Routing: addio password, benvenuta autenticazione biometrica
Tra le novità di maggior rilievo presentate a Oracle CloudWorld va segnalato il servizio OCI Zero Trust Packet Routing (ZPR). L’annuncio della sua disponibilità in Oracle Cloud Infrastructure è stato effettuato dallo stesso Larry Ellison nel keynote principale dell’evento corporate.
Oltre ai già citati fronti del cloud e della AI, Oracle sta investendo in modo particolare sulla sicurezza di rete di nuova generazione, capace di sfruttare la AI e l’autenticazione biometrica per rendere sempre più robuste le infrastrutture e i servizi aziendali, considerando il drammatico aumento della tossicità presente nella rete.
“Le tecnologie di intelligenza artificiale ci danno la possibilità di vincere le guerre informatiche“, ha detto Ellison. “Se sei preoccupato per i criminali informatici e pensi che rappresentino una minaccia, pensa alle capacità degli stati nazionali, che possono chiudere le utility in un momento ostile. Dobbiamo assicurarci che i nostri sistemi digitali siano molto più sicuri di quanto non lo siano oggi. E noi abbiamo la tecnologia per farlo“.
Ellison, nel contestualizzare l’impiego della AI per migliorare la sicurezza dei dati e delle applicazioni, ha presentato quale esempio pratico il nuovo software Oracle Gen2 Cloud Network + ZPR, promettendo che si tratta di una tecnologia in grado di cambiare per sempre le odierne pratiche di sicurezza IAM (identity and access management), mandando definitivamente in pensione le password, ritenute il pericoloso anello debole della catena.
Ellison ha previsto che i database biometrici rivoluzioneranno la sicurezza dell’identità in tutti gli ambiti applicativi, dai sistemi IT alle carte di credito: “L’idea che usiamo le password è un’idea ridicola. È obsoleto. È molto pericoloso“, promettendo che in Oracle l’impiego dei sistemi di autenticazione basati su password verranno dismessi nel giro di un anno.
La tecnologia ZPR è stata in precedenza sviluppata da Applied Invention. Ellison ha spiegato che ZPR separa essenzialmente la configurazione di rete dalla sicurezza della rete e utilizza la RPA (robot process automation) per eseguire l’ispezione dei pacchetti e autorizzare i percorsi dei dati attraverso le reti, consentendo solo agli utenti autorizzati di accedere a servizi specifici.
Oracle Intelligent Data Lake: il nuovo data lake su Oracle Data Intelligence Platform
Non potevano ovviamente mancare novità di rilievo anche sul piano dei sistemi di gestione dei dati. Oracle ha annunciato Intelligent Data Lake come nuovo componente fondamentale della Oracle Data Intelligence Platform, in arrivo nel 2025.
In termini pratici, questa integrazione consentirà alle aziende di gestire in maniera più agevole i dati eterogenei proveniente da varie fonti, combinando in un’unica piattaforma aspetti come l’orchestrazione, il data warehousing e l’analisi dei dati stessi da parte delle applicazioni basate sulla AI presenti su OCI. Il tutto con il più elevato livello di sicurezza possibile.
“Con l’aggiunta di Oracle Intelligent Data Lake a Oracle Data Intelligence Platform, stiamo offrendo una soluzione all-in-one che consentirà alle organizzazioni di integrare e analizzare dati strutturati e non strutturati per una visione più completa del loro business“, ha dichiarato T.K. Anand, Executive Vice President di Oracle Analytics. “Questo aiuterà i clienti a semplificare la gestione dei dati, eliminare le soluzioni multiple e sfruttare le più recenti innovazioni di intelligenza artificiale e le funzionalità di analisi avanzata per far progredire il loro business”.
OCI, i nuovi servizi di supporto per partner e clienti: Cloud Success Protection Service, Cloud Success Assurance Service e Oracle Cloud Assistance
Oltre alle nuove feature e alle nuove tecnologie che entreranno a breve a far parte di OCI, Oracle ha presentato nuovi servizi atti a migliorare il supporto e la qualità del servizio, per agevolare il lavoro dei partner e dei clienti.
Oracle Cloud Success Protection Service offre un supporto personalizzato e proattivo per l’ecosistema cloud. L’obiettivo di Oracle è aiutare ad ottimizzare i carichi di lavoro esistenti, oltre a prevenire con successo eventuali problemi tecnologici. Per raggiungere questo obiettivo vengono messe a disposizione risorse di formazione e processi di monitoraggio continuo degli status di servizio.
Oracle Cloud Success Assurance Service è un servizio di assistenza avanzato, finalizzato a risolvere anche le situazioni più complesse grazie al supporto diretto di un esperto Oracle.
Infine, Oracle Cloud Assistance è un nuovo supporto tecnico attivo 24/7, in maniera gratuita, per tutti i clienti che acquistano un servizio su OCI. Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di risolvere problematiche tecniche e gli eventuali incidenti di percorso che si possono presentare.
Oracle CloudWorld 2023, tutte le novità per partner, system integrator e clienti