TikTok, Elon Musk e l’incognita del futuro: una sfida tra Pechino e Washington.
Mentre la Corte Suprema statunitense valuta il possibile ban di TikTok, Pechino considera opzioni drastiche, inclusa la vendita a Elon Musk: la partita geopolitica ed economica si fa più complessa
Incertezza. Questo è l’unico termine che possiamo utilizzare analizzando il futuro di TikTok negli Stati Uniti.
Mentre si attende la sentenza attesa dalla Corte Suprema, con il rischio concreto di un ban della piattaforma, TikTok è davvero al centro di un confronto politico ed economico di portata globale.
Da un lato, ByteDance, l’azienda madre con sede a Pechino, sta tentando di resistere attraverso un ricorso che si basa sulla difesa dei diritti di libertà di parola sanciti dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Dall’altro, il governo statunitense, spinto da preoccupazioni per la sicurezza nazionale, insiste sulla necessità di una cessione o chiusura delle attività di TikTok negli USA.
E poiché la Corte Suprema sembrerebbe orientata a sostenere il provvedimento di chiusura, si intensificano le discussioni all’interno della leadership cinese.
Ed è così che tra le opzioni al vaglio emerge l’idea di vendere TikTok US a Elon Musk, considerato interlocutore credibile sia per la sua influenza globale che per i suoi rapporti con la Cina. Secondo quanto riportato da Bloomberg, prima a dare la notizia, il CEO di Tesla e X viene considerato come una figura capace di negoziare con entrambe le superpotenze, grazie alla sua esperienza nell’operare in contesti complessi come quello cinese, dove Tesla ha costruito il suo più grande stabilimento produttivo.
La posta in gioco per Pechino e ByteDance
La questione non è meramente economica. Per la Cina, TikTok non è solo un asset economico di valore stimato tra i 40 e i 50 miliardi di dollari, ma anche un simbolo della sua crescente influenza. Il governo cinese detiene una “golden share” in ByteDance, che garantisce poteri speciali sull’operatività della società. Questo legame rende ogni decisione sul futuro di TikTok inevitabilmente intrecciata con le dinamiche geopolitiche tra Pechino e Washington.
Una vendita a Musk, ipotizzata per consentire la continuità delle attivitànegli Stati Uniti, potrebbe rappresentare una soluzione di compromesso. Tuttavia, ci sono ostacoli significativi. Le regole cinesi sull’export tecnologico vietano la vendita di algoritmi, come quello avanzato di TikTok, che costituisce il cuore del successo della piattaforma. Questo dettaglio complica qualsiasi possibile transazione e aumenta il rischio di una frammentazione della piattaforma, rendendo difficile la separazione delle operazioni statunitensi da quelle globali.
Un quadro politico ed economico globale
La vicenda TikTok si inserisce in un quadro più ampio di tensioni tra Cina e Stati Uniti. Le preoccupazioni del governo americano si concentrano sull’uso dei dati sensibili degli utenti e sull’influenza potenziale che il governo cinese potrebbe esercitare attraverso la piattaforma. Nonostante ByteDance abbia affermato che i dati degli utenti statunitensi sono ospitati su server di Oracle in Virginia, i dubbi persistono, alimentando una narrazione che vede TikTok come una minaccia alla sicurezza nazionale.
D’altro canto, la possibilità di un’acquisizione da parte di Elon Musk porterebbe con sé nuove sfide. Integrare TikTok con X, la piattaforma già acquisita da Musk, potrebbe rafforzare l’ecosistema digitale dell’imprenditore, creando un nuovo colosso nel campo dei social media. Tuttavia, resta da capire come il governo americano accoglierebbe un’operazione di tale portata, dato il peso strategico della piattaforma e i timori di concentrazione del potere tecnologico.
Ma il tempo stringe. Con una scadenza fissata per il 19 gennaio per la sentenza della Corte Suprema, ByteDance e TikTok potrebbero trovarsi costrette a una decisione drastica: vendere, sospendere le attività o scontrarsi frontalmente con il governo americano in tribunale.