Delle varie declinazioni del modello as-a-service disponibili all’alba del 2021 si è perso il conto. Ai capofila storici (SaaS, IaaS, PaaS) si sono aggiunte nel tempo svariate declinazioni del concetto. C’è lo storage as-a-service, la security as-a-service, ma anche il backup as-a-service, il disaster recovery as-a-service o il desktop as-a-service. Insomma, XaaS: everything è (un possibile) as-a-service.

In tutti i casi, la costante del modello as-a-service è una sola: trasformare il prodotto in servizio. Ovvero, preferire la fruizione di un oggetto al possesso a fronte di una fee mensile, variabile a seconda dell’adeguamento dinamico alle nuove necessità aziendali, rispetto a un acquisto one shot.

In termini di bilancio aziendale è la riscossa dell’Opex rispetto al Capex. E con questo i manager all’ascolto possono già drizzare le orecchie. Chi, infatti, si ostina a non andare oltre la comprensione dei molteplici benefici di un modello as-a-service, può accontentarsi di una visione in cui l’Opex cresce e il Capex cala, con tutti i vantaggi in termini fiscali che comporta questa altalena.

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I vantaggi dei modelli as-a-service

Ma, se volessimo farne una questione un po’ più fine di quella che coinvolge il portafoglio, potremmo sottolinearne diversi vantaggi. Il beneficio economico non si traduce solo in un cambio di una voce di bilancio ma anche in altro.

Si risparmia sui costi di locazione delle strutture hardware, per esempio, utilizzando un data center esterno all’azienda e non di proprietà. Si risparmia sui costi del team It che, sollevato dalle incombenze dell’ordinario, si può dedicare ad attività più strategiche per il business. E, nel caso del Software-as-a-Service si esce definitivamente dalla schiavitù dell’acquisto delle licenze e dal costo degli aggiornamenti, dell’assistenza e della manutenzione, tutte voci incluse nell’unica fee annuale.

Modello as-a-service

Di questi tempi, poi, è importante sottolineare come il cloud e il modello as-a-service abbiano rappresentato la chiave di volta per il mantenimento della produttività aziendale, anche in condizioni di remote working.

Inoltre, si hanno vantaggi in termini di performance e di scalabilità. Affidandosi a un cloud service provider o a un managed service provider, l’obsolescenza dell’hardware non sarà più un problema. Il modello as-a-service, infatti, poggia sull’erogazione di un servizio sempre aggiornato alle ultime tecnologie: hardware e software di ultima generazione garantiranno sempre le prestazioni più alte.

Infine, la scalabilità: il servizio viene erogato con la massima versatilità. Ciò significa che la tecnologia si pone dinamicamente al servizio del business aziendale. Se le esigenze computazionali, di storage o applicative cambiano, sarà un gioco da ragazzi adeguare il servizio e la fee relativa.

A chi serve il modello as-a-service

La risposta è facile: a qualsiasi azienda di qualsiasi settore e di qualsiasi dimensione. Tra i pionieri dell’utilizzo di un modello as-a-service, in particolare lo IaaS (Infrastructure-as-a-service) ci sono le startup. Il loro giovane management si è dimostrato più incline a comprendere il vero ruolo della tecnologia. Insieme a queste realtà, diverse grandi aziende in tutto il mondo hanno abbracciato il nuovo paradigma. Per molte di loro il cloud e il modello as-a-service hanno rappresentato una via di fuga quasi inevitabile per contenere i costi del loro “pachidermico” It.

E non solo, per esempio gestire la security come un servizio da delegare a un managed provider risolve diversi mal di testa. Sarà il partner It a occuparsi di proteggere i dati aziendali. Ne avrà la responsabilità, la struttura adeguata e formata e potrà garantire un controllo e un monitoraggio costante.

I dati di mercato dicono che il modello as-a-service continua a crescere e che il 2021 potrà essere l’anno della definitiva consacrazione presso le medie e le piccole aziende. Secondo Gartner, entro il 2024 più del 45% del totale della spesa It delle aziende si trasferirà dalle soluzioni tradizionali al cloud computing. E parliamo del 45% su un totale di spesa nel mondo di quasi 4mila miliardi di dollari. E, se startup e grandi aziende hanno (quasi) completato la transizione, va da sé che il 2021 è l’anno delle piccole e medie imprese.

In definitiva, non si può rimanere insensibili di fronte a un modello as-a-service. Un modello che presenta numerose declinazioni, a portata di qualsiasi portafoglio e di qualsiasi dimensione aziendale. Un modello inevitabile per chi vuole rimanere competitivo sul mercato, per chi vuole sfruttare i benefici delle ultime tecnologie (IoT e Intelligenza Artificiale tra tutti) e per chi vuole un It realmente al servizio del business.

 

Cosa è il modello as-a-service e perché le aziende devono sceglierlo ultima modifica: 2021-01-22T13:38:51+01:00 da Valerio Mariani

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