Open Source e la sfida di Red-Hat con Plurimedia: «così accompagniamo le università italiane verso il Cloud». Seconda attesa puntata (qui trovate la prima) della rubrica multipiattaforma #Universamente. Una nuova intervista esclusiva nel cuore della rivoluzione del mondo degli Atenei.
La digitalizzazione delle Università italiane non può più aspettare, come ha messo in evidenza anche la pandemia. A questo scopo Red Hat ha firmato un accordo di collaborazione con la CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, per rendere le proprie tecnologie open hybrid cloud disponibili per l’uso in qualsiasi ambiente universitario italiano, dalla formazione all’operatività interna, fino ai progetti di trasformazione digitale in corso.
“Plurimedia è il partner titolato a gestire l’intero contratto, che consente di acquisire una serie di vantaggi, in termini di distribuzioni di soluzioni open source. Ma il contratto in realtà nasce da una visione, da un programma che si pone degli obiettivi strategici evolutivi. Che si chiama Universamente, dove vengono definite le strategie, gli obiettivi e i vantaggi che l’ateneo potrebbe traguardare utilizzando le distribuzioni software e la formazione che viene messa a disposizione dal contratto Crui-Red Hat”, evidenzia Maurizio Galotti, owner at Plurimedia.
Universamente: Hybrid e Multicloud al centro
L’obiettivo primario di Universamente, infatti, è quello di accompagnare l’ateneo nella definizione di un percorso evolutivo verso il cloud.
Questo significa mettere a disposizione tutto il know-how e la competenza di Red Hat e Plurimedia per raggiungere questo traguardo. Che, nel concreto, porterà allo sviluppo di una piattaforma cloud dell’ateneo, che dovrà essere necessariamente ibrida e multicloud.
“Ibrida perché consente all’ateneo di utilizzare tutto l’hardware, tutto l’investimento fatto in passato, per erogare servizi in cloud. Il multicloud, inoltre, evita all’ateneo il rischio di lock-in: con questa formula ogni università sarà sempre in grado di scambiare i suoi servizi dalla propria piattaforma a una cloud, indifferentemente dal provider utilizzato”, evidenzia Galotti.
Tre sono gli step fondamentali di questo percorso verso la nuvola. Il primo passaggio è il consolidamento e la standardizzazione dei sistemi informativi dell’ateneo. Il secondo è la standardizzazione dell’open source enterprise, anche nell’area della virtualizzazione. Il terzo è la realizzazione di una piattaforma multicloud ed ibrida di ateneo, basata su Openshift, che consente il disaccoppiamento con le infrastrutture esistenti.
[Vuoi saperne di più sul programma? Nell’ambito del programma Universamente, è prevista una serie di webinar informativi e la definizione di un percorso formativo dedicato ed esclusivo, composto da corsi e certificazioni Red Hat. Per avere maggiori dettagli, trovate qui tutte le informazioni.]
I benefici tangibili per le Università
Assicurando numerosi benefici alle università: “ Sicuramente gli atenei ne trarranno un vantaggio di tipo economico, acquisendo questo contratto potranno avere accesso a un numero illimitato di distribuzioni, a un prezzo davvero favorevolissimo. Inoltre, da un punto di vista qualitativo, si può alleggerire sostanzialmente il carico di lavoro del personale IT che si prende cura della gestione dei sistemi interni dell’ateneo. Perché consolidando tutti i sistemi operativi e utilizzando il REL (Red Hat enterprise Linux) come sistema di riferimento, si dà modo al personale interno di avere più tempo per specializzarsi su Linux e acquisire competenze dettagliate e importanti. Inoltre, nella terza fase, con la piattaforma ibrida, il beneficio risiede nel miglioramento dei servizi che l’ateneo potrebbe offrire ai propri studenti e al corpo docente, grazie alla possibilità di realizzare soluzioni uniformi e nativamente cloud. Inoltre, non va trascurata la portata dell’adesione dell’ateneo al concetto dell’open source enterprise”, conclude Galotti.