Quando si acquista o si vende, può capitare che sfugga l’essenza dei beni o dei servizi scambiati e le energie che ci sono dietro. Se, per dirne una, abbiamo sviluppato un programma pazzesco oppure un concept rivoluzionario, dobbiamo stare attenti e non farci prendere dall’entusiasmo. Qualcuno potrebbe imitarci. Come fare per evitarlo?
La guida di oggi vuole dare qualche indicazione a riguardo, introducendo un concetto che ha alle spalle un complesso quadro normativo e che, al tempo stesso, si rivela uno strumento decisivo per il business. Parleremo cioè della proprietà intellettuale. Di che cosa si tratta? È un sinonimo di brevetto, di diritto d’autore o qualcosa di più?
Possiamo anticipare che si estende ad entrambe le diciture, ma per capire meglio cosa significa dedicarsi alla proprietà intellettuale, dobbiamo andare con ordine. Iniziamo allora un viaggio che da definizioni generali ci porterà a casi concreti e ad una sorpresa in arrivo per chi punta a consolidare skills e aspirazioni.
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Proprietà intellettuale, cos’è
Per proprietà intellettuale, spesso abbreviata con la sigla PI, si intende un sistema legislativo che tutela la creatività, che si esprime sotto forma di disegni, libri, articoli, ma anche software, composizioni musicali e progetti. Il professionista, o l’appassionato, che elabora qualcosa di originale deve essere protetto dallo Stato. Una consapevolezza che la società moderna ha raggiunto per la prima volta a metà del XIX secolo, con una serie di dibattiti in materia che sono stati precursori della conformazione attuale.
Oggi la proprietà intellettuale avvolge non solo il singolo, ma ogni angolo dell’Enterprise perché riesce a coprire marchi in ambito scientifico e imprenditoriale. Un nome, un logo o un claim con cui decidiamo di battezzare una nuova avventura, devono essere sì diffusi ma, in un certo senso, anche messi sotto chiave. Dal 1967 esiste addirittura un’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, nota come WIPO, nata in seno all’Onu.
La proprietà intellettuale è una faccenda serissima che, se fraintesa o violata, può avere ricadute penali. Una riproduzione non autorizzata, altrimenti detta pirateria, così come la contraffazione, copiando una firma famosa, sono entrambi dei reati perseguibili con sanzioni pesanti, di migliaia di euro, o con anni di detenzione, fino a sei.
A cosa serve la proprietà intellettuale
Un’azienda che vuole godere della proprietà intellettuale rispetto a uno scritto o a un oggetto più tangibile, può accedere a vari pacchetti orbitanti intorno al copyright. La proprietà intellettuale diventa l’asso nella manica soprattutto nelle PMI (Piccole e Medie Imprese) che più di altre vanno incontro al rischio di sottrazione di idee. In alcune di esse si registra un forte progresso nel momento in cui si concentrano su asset attinenti alla proprietà intellettuale.
Dare un valore all’intuizione e al genio porta ritorni notevoli e, di conseguenza, accresce l’immagine del brand (qui una guida sull’importanza della web reputation), facilitando intese e partnership, oltre che investimenti. Con illuminazioni brillanti si possono battere competitor più strutturati, una missione possibile rivolgendosi agli esperti del campo. Chi agisce nel settore della proprietà intellettuale offre ai propri clienti da un lato un’assistenza legale, schierando avvocati specializzati sull’argomento, dall’altro trova degli incentivi per stimolare ulteriori invenzioni, senza che degli esterni ostacolino il processo.
Chiariamo che “proprietà intellettuale” è un’espressione generica che rappresenta tante realtà disparate, ed è importante distinguere come esse si differenzino. Non è legata sempre all’innovazione e a volte serve solamente a tracciare i confini di ciò che si ritiene un segreto e non si accetta che venga replicato altrove. Urge allora arrivare a comprendere perché una grande fetta dei lavoratori, dai manager di colossi ai fondatori di start-up, possono svoltare attraverso la consapevolezza di cosa sia la proprietà intellettuale.
Perché dovresti occupartene
Dell’immensa famiglia della PI ci interessa soprattutto la Proprietà Industriale che, a differenza dei codici relativi a opere d’arte e simili, riguardano congegni dal risvolto tecnologico, inserite nel costante percorso di digital transformation. In Italia in particolare c’è un’attenzione e una sensibilità specifica a tal proposito. Guardandosi intorno, si possono imparare strategie atte a proteggere non solo i dati, ma ciascun tassello della produzione.
Bisogna conoscere a fondo il mercato di riferimento, stabilire dei margini di movimento e concordare il budget a disposizione per lanciarsi in sfide avvincenti. In una parola, osare. Un po’ come ha fatto Cristian Fracassi che, in piena pandemia, ha trasformato una maschera da sub in un respiratore. Ne avrete sicuramente letto la notizia lo scorso anno quando è scoppiato il Covid-19. Nel frattempo Cristian è stato nominato Cavaliere della Repubblica e la sua creazione si trova al Victoria and Albert Museum di Londra.