Nel nostro pianeta ci sono due grandi macro-tendenze che stanno cambiando il volto di organizzazioni private, istituzioni e perfino il comportamento e le scelte delle singole persone: parliamo, naturalmente, di digitalizzazione e sostenibilità, due fenomeni che nessuno può permettersi più di ignorare e che sono più strettamente intrecciati di quanto si potrebbe pensare a prima vista.

Partiamo dalla sostenibilità: l’attenzione al consumo delle risorse e all’abbattimento delle emissioni inquinanti è infatti ormai diventata un imperativo, soprattutto da quando il climate change è diventato un’evidenza riconosciuta da tutta la comunità scientifica globale.
In effetti, la temperatura della superficie terrestre è in costante aumento: rispetto all’epoca preindustriale la temperatura globale è oggi di 1,06°C più elevata. Un innalzamento che è frutto della sempre più massiccia concentrazione in atmosfera di gas climalteranti, in particolare la CO2, generati dall’incessante e continua attività umana.

A provocare guai, soprattutto, è il massiccio impiego di fonti fossili per alimentare la fame di energia delle nostre società. Le conseguenze a lungo termine del climate change sono incalcolabili: si va dallo scioglimento dei ghiacci polari e alla ritirata dei ghiacciai, dall’innalzamento del livello dei mari, alla maggiore incidenza di eventi climatici estremi sino alla perdita di biodiversità del pianeta. Con conseguenze estremamente concrete per la vita e il benessere di miliardi di esseri umani.

La necessità di una svolta green

Con grande e colpevole ritardo, l’Accordo di Parigi sul Clima (2015) ha fissato 1,5°C come obiettivo di contenimento target della temperatura terrestre per il 2100: oltre questa soglia, il climate change e le sue conseguenze più catastrofiche sarebbero sostanzialmente irreversibili.

Ecco perché da alcuni anni a questa parte aziende, istituzioni, business community e società civile sono chiamati a riflettere sull’impronta che le proprie attività lasciano sull’ambiente. E a cambiarli in profondità, quando necessario anche in maniera radicale, ad esempio riducendo i propri consumi energetici oppure ammodernando i propri processi produttivi.

In questo senso, come ha messo in evidenza un recente report della Fondazione European House Ambrosetti, le nuove tecnologie, e quelle digitali in particolare, sono uno strumento chiave per aumentare la resilienza delle nostre economie e società, nonché per abilitare nuovi modelli di sviluppo in grado di disaccoppiare crescita economica da consumo di risorse.
D’altra parte, le due rivoluzioni in atto, quella verso uno sviluppo sostenibile e la trasformazione digitale, hanno un obiettivo comune: entrambe, infatti, ambiscono alla prosperità della società presente e futura, ponendosi l’obiettivo di produrre più benessere diminuendo la pressione ambientale.

Digitale e sostenibilità funzionano meglio insieme

Non è casuale, d’altra parte, che la grande maggioranza dei piani di ripresa post pandemia (Next generation Eu e PNNR) sia stata proprio destinata a sostenere due filoni principali: trasformazione digitale e sostenibilità.

Gli esempi di questo felice connubio non mancano di certo. Basti pensare che, ad esempio, il digitale è la chiave per conoscere meglio sprechi e inefficienze: la mappatura e l’analisi dei dati resa possibile dalle moderne tecnologie di Big Data e AI, infatti, consente di individuare in tempo reale tutti i possibili ambiti di azione e di suggerire le migliori procedure possibili, contribuendo così alla sostenibilità ambientale. Non solo: le moderne tecnologie digitali sono fondamentali per favorire l’assorbimento nei nostri sistemi elettrici delle moderne fonti pulite, come eolico e fotovoltaico.

Dunque, non è vero quello che si sente spesso dire, ovvero che la digital transformation comporti inevitabilmente un maggiore consumo di energia e di risorse: il report della fondazione Ambrosetti dimostra invece che, nonostante l’esplosione del traffico e del consumo di dati dell’ultimo decennio, i consumi energetici correlati non siano cresciuti in maniera esponenziale, anzi. Il merito è degli avanzamenti tecnologici, prima di tutto il cloud, per sua natura più sostenibile rispetto all’on premise, per effetto della maggiore efficienza informatica e di una migliore ottimizzazione tecnica degli assorbimenti energetici (es. sistemi di raffreddamento, illuminazione).

Il caso TT Tecnosistemi

La sostenibilità è, insomma, ormai diventata un trend su cui le aziende di tutti i settori e dimensioni puntano con forza, anche nel mondo dell’ICT. Ma, senza una storia reale e una concreta attenzione alle spalle, il rischio è di realizzare delle operazioni di green washing di facciata, con vantaggi limitati o nulli per l’ambiente o la società.

L’estrema attenzione alla concretezza caratterizza invece la storia del system integrator toscano TT Tecnosistemi, come racconta Iacopo Del Freo, Project manager Sostenibilità di TT Tecnosistemi: “La sostenibilità per Tecnosistemi è un qualcosa che viene da lontano. Nel tempo abbiamo riconosciuto l’importanza di queste nostre intenzioni e le abbiamo formalizzate con delle certificazioni, che ci hanno portato al riconoscimento di essere una società benefit, che è la prima mine-stone per diventare un’azienda B-Corp (benefit Corporation).”

Uno dei primi progetti ad alto tasso di sostenibilità messo in piedi da TT Tecnosistemi è stato il Print Intelligent: è stato cioè sviluppato un software che permette innanzitutto il monitoraggio delle stampe dei propri clienti. La consapevolezza degli sprechi inutili rappresenta infatti il primo passo per ridurli e intraprendere azioni virtuose.
TT Tecnosistemi ha infatti deciso in questo caso di fare un passo ulteriore, cioè di far sì che le emissioni di CO2 necessarie per dei processi di stampa fossero compensate con una relativa piantumazione di alberi.

Un altro grande progetto realizzato dal gruppo è stato l’utilizzo delle macchine in Terminal server: si tratta di macchine che non hanno una potenza di calcolo integrata, che comporterebbe dei consumi energetici maggiori, ma la destinano direttamente ai data center. Si tratta, in poche parole, di un primo passo verso il cloud. Il terminal server, insomma, può essere visto come un progetto di efficientamento in un ecosistema molto ridotto quale è l’ambito aziendale, mentre il cloud è giocoforza inserito in un ecosistema globale quale il pianeta. Due esempi, insomma, di come “Scegliere TT tecnosistemi vuol dire scegliere, processi, servizi, ma soprattutto persone”.

 

 

Sostenibilità: cos’è e perché il digitale è la chiave di volta ultima modifica: 2021-10-14T10:31:27+02:00 da Sara Comi

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