Smart working in azienda, come si fa?
Lo abbiamo chiamato Smart Working, Remote Working, Home Working. Ora lo chiamiamo Hybrid Working e – all’alba di una guerra di due anni che ci ha cambiato per sempre – facciamo anche i conti con la Great Resignation e ambiamo al migliore Worklife Balance. Termini inglesi accomunati da un destino comune: quello di rimanere ancora per molto tempo tra i trend di ricerca.

Come il lavorare da casa, anche la tendenza a “rifarsi una vita professionale” scegliendo di dimettersi, è figlia della rivoluzione che abbiamo subìto. A ben vedere, non si tratta di fenomeni indotti dalla pandemia, ma di sensazioni già nell’aria da tempo e che un fenomeno del tutto inaspettato ha inevitabilmente fatto esplodere.

La velocità con cui le aziende hanno dovuto correre ai ripari per mantenere alta la produttività, poi, ha determinato spesso scelte frettolose. Se è vero che tante aziende hanno finalmente apprezzato l’impatto positivo sul business della tecnologia e della digital transformation, è vero anche che il primo approccio non è stato il più corretto. Ma l’esperienza degli ultimi due anni ora torna molto utile. E, dato che è ormai chiaro che lo smart working in azienda è la nuova normalità, le aziende non possono che adeguarsi, imparando dagli errori del passato.

Cosa è lo smart working in azienda

Realizzare un modello di smart working efficace NON significa dotare ogni dipendente di un laptop e di una stampante per lavorare da casa. Lo smart working è molto di più. È un modello aziendale complesso che coinvolge tecnologie, processi e risorse umane.

Azzardando una definizione, lo smart working è una modalità di lavoro che, indipendentemente dal luogo in cui si svolge, si valuta sul raggiungimento di obiettivi. Ed è una modalità attivabile esclusivamente grazie alla tecnologia.

Luigi Sangiorgio è Head of Smart Working di Npo Sistemi. Un ruolo impensabile solo qualche anno fa, perfetto specchio dei tempi in cui viviamo. Luigi è responsabile del modello di smart working in Npo Sistemi, importante partner tecnologico per l’innovazione e l’integrazione. Ma Luigi mette a disposizione quella competenza anche alle aziende clienti. Perché costruire uno smart working vincente su sé stessi è la migliore referenza.

Lo smart working in azienda, dice Luigi, è un modo per efficientare i processi di business. L’equazione è semplice: riprogrammare la worklife balance significa lavorare meglio. E se si lavora meglio, si produce meglio, e se si produce meglio il business aziendale non può che crescere. Uno smart working che funziona, insomma, ha un impatto diretto sul business. Le aziende che si convinceranno della validità di questa equazione avranno un sicuro vantaggio competitivo.

“La commistione tra lavoro e privato ha portato a un burnout. Dobbiamo apprendere da questa situazione, la pandemia è stata una lente di ingrandimento su aspetti che esistevano già”.
Luigi Sangiorgio – Head of Smart Working di Npo Sistemi.

Gli strumenti per una nuova produttività

Roberto Mariotti è, invece, Head of Analytic Automation di Npo Sistemi e c’entra anche lui quando si parla di Smart Working. Perché sono i dati che rendono il modello vincente. L’utilizzo da parte dei dipendenti delle applicazioni distribuite sottoforma di servizio genera un’enorme quantità di dati.

“Saper leggere i dati generati dai servizi applicativi permette di aggiungere valore all’operatività e di migliorare la produttività”.
Roberto Mariotti, Head of Analytic Automation di Npo Sistemi.

I servizi applicativi di nuova generazione si cibano dei dati di utilizzo dei servizi stessi. Grazie al machine learning, il software profila l’utente e ne memorizza i comportamenti. In questo modo i processi applicativi si velocizzano, grazie anche all’automazione di certe attività ripetitive.

Il dipendente, così, sfrutta inconsciamente l’intelligenza del software e le sue capacità di automazione di processo. E tutti ne godranno: l’utente sarà più felice perché lavorerà meglio, l’azienda ne sarà felice e il business ringrazierà.

Alle capacità di interpretazione dei dati del singolo servizio applicativo, si aggiunge il valore della supervisione dell’uomo. Mariotti e il suo team intercettano i dati generati dai singoli servizi, li analizzano singolarmente ma, soprattutto, li incrociano. Tutto ciò sempre con l’unico obiettivo di migliorare l’operatività e la produttività, ovvero incidere positivamente sul business.

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L’approccio aziendale allo smart working

Ma, prima di indicare gli strumenti per lo smart working migliore, c’è da ribadire un concetto. Un principio valido in generale per ogni progetto di digital transformation. “La tecnologia evolve seguendo un andamento esponenziale – ricorda Sangiorgio -, la capacità personale di adattamento cresce linearmente, quella delle aziende in modo logaritmico”.

Prima di ogni digital transformation, insomma, c’è la people transformation. Alla base del successo di un qualsiasi progetto di innovazione digitale c’è la necessità di una corretta adozione. Se le risorse aziendali non si rendono partecipi ed entusiaste del cambiamento il rischio di fallimento è dietro l’angolo.

Un percorso per un cambio culturale in azienda deve essere prioritario a ogni altra implementazione tecnica. Prima di qualsiasi software, insomma, il partner It deve lavorare sulla cultura aziendale e sulla revisione dei processi di business.

Solo dopo un’analisi attenta della situazione e la definizione di un percorso comune di adozione della tecnologia che coinvolga tutte le risorse aziendali, si potrà procedere con l’introduzione dei nuovi servizi.

Un esempio di piattaforma per lo smart working

Per la digitalizzazione dei processi e l’abilitazione dello smart working, Npo Sistemi introduce presso i propri clienti Microsoft Power Platform. Si tratta di una suite di componenti per l’automazione e di applicazioni azionabili di tipo data-driven e business logic personalizzabili che possono migliorare i processi di business, i sistemi e i workflow.

Perfettamente integrabile con Microsoft 365, Dynamics 365 e Microsoft Azure, la piattaforma non richiede particolari competenze di sviluppo ed è pensata per diffondere in azienda la giusta cultura dell’innovazione.

Il vantaggio principale di Microsoft Power Platform è che introduce un modello universale applicabile in diversi ambiti. La metodologia, i tool applicativi, le capacità di integrazione e l’analisi dei dati si finalizzano a un particolare obiettivo. Implementare un modello di smart working che funzioni, ma anche, per esempio, ridurre l’impatto ambientale della propria produzione.

Npo Sistemi, infatti, ha utilizzato Microsoft Power Platform in un contesto chimico. Grazie all’analisi dei dati, e all’Image Recognition si l’azienda ottimizza il processo di produzione. Monitora meglio la qualità nella produzione, riduce gli scarti e così l’impatto ambientale.

In definitiva, introdurre un modello di smart working in azienda significa introdurre innovazione tecnologica. L’ottimizzazione dei processi migliora la qualità del lavoro, indipendentemente dal luogo in cui si opera. E un dipendente che lavora meglio è più sereno, potrà gestire il suo worklife balance e tutti, anche i suoi capi, vivranno felici e contenti.

Scopri come Npo Sistemi introduce lo smart working in azienda, Luigi e Roberto lo raccontano in questa videoserie su Come promuovere efficienza e reattività per un migliore worklife balance: Prima puntata Seconda puntataTerza puntata.

 

 

Smart working in azienda: gli strumenti per farlo funzionare ultima modifica: 2021-12-21T13:49:00+01:00 da Valerio Mariani

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