Dopo l’anticipazione, ufficiale, dell’avvicendamento con Stefano Venturi, parte il prossimo 1 febbraio la nuova era di Claudio Bassoli alla guida di HPE Italia. Un momento atteso e decisivo salutato con numeri record e una simbolica conferenza stampa durante la quale i due manager si sono passati il testimone e hanno raccontato in che scenario avviene un simile passaggio
HPE Italia, Claudio Bassoli dal 1° febbraio assume la carica di Amministratore Delegato dopo dieci anni di guida firmata Stefano Venturi.
Questa la notizia arrivata a pochi giorni dal Natale 2021, esattamente lo scorso 13 dicembre, con una nota ufficiale della società.
Una nota che ha colpito molto il mercato per due/tre motivi tra i tanti:
Il ruolo chiave di Venturi e di Bassoli nel determinare progetti e numeri record di HPE in Italia negli ultimi anni (HPE per altro è una delle multinazionali con una presenza più lunga nel tempo nel nostro Paese).
Il ruolo ancora una volta chiave dello stesso Venturi sia a livello di impegno istituzionale sia a livello di gestione della delicatissima fase di spin off tra HP INC e appunto HPE avviata nel 2015 in tutto il mondo, Italia compresa.
Fino a qui la cronaca più algida poi, nelle scorse ore, è arrivato anche il momento atteso e necessario del passaggio di testimone ufficiale tra i due manager, che per altro hanno una storia professionale di successi, intese ed esperienze più volte intrecciate.
Un passaggio di testimone che è avvenuto nel corso di una conferenza stampa molto sentita e condotta con l’inevitabile tono emozionato sia da Venturi che da Bassoli.
HPE Italia, l’anno migliore di sempre
«Arrivo a questo passaggio di testimone con orgoglio ed emozione – ha aperto l’evento Stefano Venturi -, quello che abbiamo chiuso a fine 2021 è stato il migliore anno nella storia di HPE Italia e lo è stato innanzitutto grazie ad un team straordinario di persone appassionate del loro lavoro del “cappello” che indossano.
Poi c’è una spinta innovativa senza precedenti che ha portato la nostra azienda ad assumere un ruolo centrale e di riferimento su mercati decisivi come il networking, in particolare in ambito Wifi 6, l’high performance computing, lo storage e poi la nostra nuova idea di next generation cloud, il cloud che viene da te, nel cuore delle imprese.
Quella piattaforma rivoluzionaria che è HPE GreenLake un modello as a service applicato alle infrastrutture che sta crescendo a tripla cifra perché in grado di rispondere esattamente alle esigenze contemporanee delle imprese: scalabilità agilità, controllo, sicurezza…».
La squadra, l’eccellenza di HPE Innovation Lab next
Ma quali sono, in dieci anni, i momenti, i progetti di cui venturi va più orgoglioso, chiede un giornalista «Difficile condensare dieci anni in pochi momenti ma se devo scegliere – spiega Venturi emozionato – devo dire due cose su tutte: primo il Coinvolgimento nel sociale del mio team, abbiamo avviato una serie di attività di responsabilità sociale che mi rendono davvero orgoglioso e hanno contribuito in maniera determinante ad alimentate quella capacità di fare squadra e quella passione che quando si entra in azienda si respira, non ci sono dubbi.
Poi c’è il territorio, ci sono i nostri partner e c’è un progetto di clamoroso successo come HPE Innovation Lab prima e Innovation Lab Next dopo che, grazie al lavoro di Paolo Delgrosso e delle sue persone ci ha permesso di portare davvero l’innovazione a km 0 dove serve e come serve, aprendo spazi e laboratori incredibili di confronto e costruzione di eccellenze.
Ora il testimone va a Claudio (entrato una prima volta in HP nel 197 e poi ritornato nel 2012 con il ruolo di Vice President Sales ndr.) che è la persona perfetta per raccoglierlo e faren tesoro, in questi anni di lavoro insieme abbiamo costruito una cultura e un senso di appartenenza davvero unici».
HPE Italia, l’era di Claudio Bassoli «Continuità da protagonisti e innovatori insieme al canale»
Un patrimonio di numeri e relazioni che Bassoli ora raccoglie e si prepara a rilanciare con idee chiare e tanta voglia di fare. «Quella con Stefano – ha esordito Claudio Bassoli – è una storia di collaborazione straordinaria che ci ha visto lavorare insieme spessissimo in questi anni. Sono molto emozionato e orgoglioso di ricevere questo incarico dopo di lui. Oggi HPE Italia ha un ruolo centrale in questa fase di accelerazione digitale. Un ruolo che ci siamo costruiti in questi anni grazie al nostro DNA da innovatori.
Un ruolo che ora ci carica di responsabilità proprio perché con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il digitale, lo abbiamo capito, avrà un rullo di traino davvero fondamentale. Fondi, supporti, opportunità che tutti dovremo essere in grado di guidare, spiegare e tradurre in vantaggio competitivo per il nostro Paese. Abbiamo davanti anni davvero entusiasmanti in cui modelli rivoluzionari come HPE GreenLake avranno inevitabilmente un ruolo importante nel rilanciare e rendere ancora più efficaci business e processi delle imprese. Ma oltre la tecnologia c’è di più, ci sono le persone e come HPE noi spingeremo con forza in questa direzione. Il digitale non serve e non si può “fare” se non ci sono competenze e persone in grado di collaborare e sviluppare, rendere concrete le proprie idee. Investiremo con forza crescente in direzione delle competenze a supporto di bambini, giovani, adulti…»
HPE Italia, l’era di Claudio Bassoli, un’era con il motore nei partner
E poi c’è il canale, i partner, i system integrator, i distributori informatica. Un ecosistema su cui Bassoli, facendo sue le parole di Venturi, conta ancora una volta moltissimo per tradurre in realtà concreta l’opportunità dei fonti in arrivo con il PNRR proprio sul digitale. «Il canale, i partner, il progetto HPE Innovation Lab sono un elemento chiave da sempre nel nostro go to market e lo saranno inevitabilmente di più nei prossimi anni. La prossimità di realtà in grado di costruire servizi e soluzioni di valore dove serve e come serve sul territorio è un elemento chiave in questa fase di violenta trasformazione digitale. Servono competenze, servono imprese di successo ed eccellenza capaci di parlare la linguia degli infiniti territorio che popolano il nostro Paese. Serve e servirà tutta la forza di un modello, diventato scuola e caso di studio a livello internazionale, come quello costruito con HPE Innovation Lab»
HPE Italia e l’occasione dell’everything as a service
In chiusura, Bassoli ha voltuo poi rilanciare un altro tema centrale per HPE e per il mercato negli ultimi mesi, un tema che è stato anche al centro di un recente studio HPE/Ambrosetti. «L’Everything-as-a-Service, everywhere, è il “cloud che viene da te” come diceva Stefano, secondo l’accezione di HPE. Un’architettura IT completa distribuita su ambienti cloud pubblico e privato. Un modello che favorisce una maggiore adozione delle soluzioni tecnologiche avanzate, abilitando un incremento della produttività delle imprese e dell’intero sistema-Paese. Lo studio chiarisce molto bene i benefici di questo approccio, prevedendo fino a 220 miliardi di euro di Pil cumulabile in 4 anni e un aumento della produttività media delle imprese fino al +2,3%. Allo stesso tempo, l’impatto diretto per la filiera di partner e fornitori Ict è stimato in circa 1,3 miliardi di euro di ricavi aggiuntivi. Insomma, buone notizie e un’opportunità da non perdere»