Kiratech ha vissuto da protagonista le intense giornate di KubeCon + CloudNativeCon 2022 grazie ad un’idea semplice e vincente. Portare a Valencia un gruppo di aziende italiane di eccellenza che con cloud native e kubernetes stanno già rivoluzionando le proprie applicazioni. Le voci di Giulio Covassi, Ceo di Kiratech e di Diego Braga, Krateo PlatformOps Product Manager
«Kiratech è innanzitutto silver member della Cloud Native Computing Foundation – racconta Covassi -, e quindi kubecon è la fiera, è la festa ed è organizzata proprio per raccogliere tutte le aziende dell’industria e i clienti, metterli assieme, parlare delle esperienze e anche scambiarsi delle idee su progetti futuri. Abbiamo deciso quest’anno di fare questo viaggio all’estero e abbiamo provato a portare clienti, beh sono arrivati 16 dall’Italia ed è stata una grande esperienza di condivisioni di progetti di tecnologie e anche comunque in un clima amichevole e di festa spagnola».
Perché kuberentes e cloud native stanno conquistando così tante aziende?
«Il primo passo è stato quello del cloud computing che però era reso molto complicato senza utilizzare i container e quindi kubernetes. Kubernetes ha permesso di fare realmente l’hybrid cloud, poi c’era stato il paradigma dei microservizi quindi kubernetes, i microservizi, cloud computing… ecco che si commisura il cloud native. C’è anche la cybersecurity cloud native, noi abbiamo un ufficio dedicato che si chiama Akit, per cui in sintesi è proprio dal cloud computing, dal fenomeno delle start up che nasce e si sviluppa l’onda del cloud native che oggi finalmente accoglie anche le aziende entreprise».
Kiratech , oltre Krateo, i messaggi chiave
Oltre all’imminente annuncio di Krateo, PlatformOps firmato Kiratech in arrivo nei prossimi giorni (in arrivo un reprot ad hoc) quali i messaggi chiave passati nel corso di queste giornate?
« Il primo – racconta Braga – è la cogestione delle infrastrutture cloud native con i clienti nel nostro servizio MSK (managed service provider by kiratech). Non vogliamo essere solo un supporto ma vogliamo portare la nostra esperienza all’interno dell’infrastruttura dei nostri clienti e gestirla insieme. Non solo andiamo a vedere se ci sono problemi o anomalie per andare a risolvere ma diamo anche il nostro valore aggiunto guardando le infrastrutture dei clienti e dicendo cosa potrebbe essere corretto, se manca qualcosa, se c’è necessità di espandersi. Non vogliamo prendere in gestione l’infrastruttura del cliente e basta ma vogliamo lavorare insieme al cliente, vogliamo trasmettergli le nozioni e quindi questo è il nostro valore aggiunto come servizio di cogestione.
Questo al cliente piace molto perché rimangono in controllo delle infrastrutture ma sanno di potersi fidare di un partner che non fa solo gestione degli incident ma da anche un valore aggiunto nell’evitare che gli incident si possano ripetere o aumentare nel futuro dando proprio l’expertise sulle strutture cloud native che sono sempre di più, quindi se hai un partner che le conosce tutte, ci lavora tutti i giorni e ti da un supporto con le MSK allora questo è il trait d’union che ai nostri clienti è piaciuto molto e l’altro elemento è la parte di security: kubernetes, i container, la security deve far parte del ciclo di vita del software, dev’essere intercettata sulla macchina dello sviluppatore il codice malevolo.
Oggi esistono delle tecnologie che, installate su strumenti di sviluppo, sottolinea la linea di codice che stai scrivendo male o la libreria che hai importato che ha delle vulnerabilità. Immagina di farlo quando scrivi il codice, quando vai la build del codice, quando usi l’immagine docker, quando la fai girare sull’infrastruttura ecco che ci sono tanti layer dove la security deve essere un punto di vista fondamentale insieme al processo devops. Anche sulla parte di cybersecurity p un tema su cui siamo molto forti perché conosciamo quelli che sono i gap che kubernetes e infrastrutture cloud native necessitano di colmare con delle soluzioni che ci sono o altre che stiamo sviluppando»