Secondo Canalys, nel terzo trimestre del 2024, i PC con funzionalità AI hanno raggiunto il 20% delle spedizioni globali, trainati dalla disponibilità di nuovi chip e modelli. Tuttavia, l’adozione da parte degli utenti e la fiducia dei partner di canale rimangono limitate, con previsioni incerte per il 2025. I vendor rispondono con strategie mirate di differenziazione.
Sicuramente, lo abbiamo scritto in più occasioni, gli AI PC, vale a dire i desktop o notebook dotali di funzionalità e caratteristiche specifiche per l’intelligenza artificiale, come i chip dedicati per gestire i carichi di lavoro AI sul dispositivo stesso (ad esempio AMD XDNA, Neural Engine di Apple, Intel AI Boost, Qualcomm Hexagon), sono il “fenomeno” che ha ridato vitalità in tutto il mondo a un mercato pc in fase di stasi dopo il boom del periodo pandemico.
E la dimostrazione viene anche dai numeri appena comunicati da Canalys, che, in relazione al terzo trimestre appena concluso, parla di un importante sviluppo per il mercato pc, grazie proprio alla crescita della domanda di dispositivi dotati di capacità di intelligenza artificiale.
Secondo la società di ricerca, nel terzo trimestre 2024 le spedizioni di pc con funzionalità AI hanno raggiunto i 13,3 milioni di unità, arrivando a pesare per il 20% sulle vendite totali di dispositivi nello stesso periodo.
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Cresce la disponibilità di nuovi modelli di AI PC
Come detto, al di là dei diversi form factor, gli AI PD sono equipaggiati con chip specifici per gestire carichi di lavoro dedicati all’AI, come le NPUs (neural processing units), che permettono prestazioni avanzate in termini di elaborazione locale.
E proprio negli ultimi mesi, la maggiore disponibilità di nuovi modelli con queste caratteristiche specifiche ha portato il segmento a un incremento sequenziale nel numero di unità vendite: Canalys parla infatti di un +49% rispetto al trimestre precedente.
In termini di segmentazione di mercato, si registra una interessante crescita dei pc Windows, che conquistano una share del 53%.
Le prospettive, dal punto di vista della disponibilità di dispositivi e modelli, sono positive.
Il trimestre in esame è quello nel quale c’0è stata piena disponibilità di pc con Copilot+ a bordo e processori Snapdragon, mentre arrivano anche i nuovi processori targati AMD, in particolare con i Ryzen AI 300, e Intel, con i Lunar Lake, per i quali dovrebbe arrivare a breve il supporto ufficiale di Microsoft per i PC Copilot+. Ricordiamo che i PC Copilot+ sono più onerosi dal punto di vista delle caratteristiche tecniche: richiedono tra l’altro almeno 40 TOPS di NPU.
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Gli ostacoli sul cammino degli AI PC
Nonostante uno scenario tutto sommato favorevole, manca ancora qualcosa perché di vera e propria affermazione.
In primis c’è ancora parecchio lavoro da fare con gli utenti, per convincerli a sostituire le loro macchine obsolete con nuovi pc con l’AI a bordo. In questo caso, potrebbe sembrare lapalissiano, l’unico modo è rendere disponibili casi d’uso reali e convincenti. I nuovi pc devono essere presentati agli utenti finali con una differenziazione convincente, che vada oltre la maggiore potenza dell’hardware. E la sfida, qui, si giocherà tutta nei prossimi trimestri.
Un secondo passaggio, non meno cruciale, riguarda invece la community dei partner.
In questo momento, secondo quanto raccolto da Canalys presso i propri panel di riferimento, un buon 30% degli interpellati non sembra prevedere di vendere PC Copilot+ nel 2025, mentre un altro 34% prevede che tali dispositivi rappresenteranno meno del 10% delle vendite di PC nel prossimo anno.
Le strategie dei vendor
Proprio in considerazione della riluttanza che utenti finali e partner stanno ancora mostrando vestro gli AI PC, non sembra strano che i vendor stiano giocando sempre più convintamente proprio la carta della differenziazione
HP ha scelto di enfatizzare la collaborazione con ISV e sviluppatori di terze parti per offrire esperienze di intelligenza artificiale sui propri dispositivi, mentre Lenovo si è concentrata sugli strumenti e sugli agenti AI proprietari integrati nei suoi PC, come la Creator Zone, la Learning Zone e Lenovo AI Now. Analogamente, anche Dell punta all’integrazione di servizi e soluzioni sulle proprie macchine.
Apple, infine, punta proprio sulla differenziazione a livello di hardware e di sistema operativo, posizionandosi come alternativa ai produttori OEM del mondo Windows e sfrutta il proprio ecosistema integrato per sviluppare funzionalità che non competono direttamente con gli strumenti di produttività di Microsoft.