Infinitamente chiacchierato e a lungo atteso, il famigerato visore in realtà aumentata di Apple è stato finalmente presentato agli occhi del mondo. Al WDDC 2023, l’evento annuale per gli sviluppatori che il big tech organizza presso la propria sede di Cupertino, è arrivato Apple Vision Pro.

Apple entra nel mondo delle tecnologie immersive un periodo di notevole disillusione, che segue il picco di popolarità di un metaverso forse bocciato troppo presto, soprattutto per il fatto di essere stato alimentato da aspettative del tutto incoerenti con le attuali possibilità tecnologiche.

La domanda che molti analisti si pongono è inevitabile: riuscirà Apple ad imporre un nuovo standard di mercato, come ha saputo fare molte volte nel corso della propria storia, o dovrà per ora accontentarsi di dividere la nicchia di mercato che i suoi futuri concorrenti sono riusciti faticosamente a conquistare in questi anni?

Gli interrogativi a cui Apple Vision Pro dovrà dare una risposta sono molti, ma l’evento di presentazione è stato in grado di trasmettere, soprattutto agli addetti ai lavori, la sensazione di un prodotto di qualità, sia per quanto concerne i materiali costruttivi, sia per quanto riguarda la user experience, con un nuovo sistema operativo, VisionOS, nativamente concepito per sfruttare le potenzialità di un visore dichiaratamente next gen, sul piano dell’ergonomia e dell’interfaccia software con cui gli utenti saranno chiamati ad interagire.

Apple Vision Pro: una rivoluzione per ora soltanto annunciata

Apple ha saputo in varie circostanze non soltanto innovare, ma creare dei veri e propri mercati in ambito consumer. Nel caso della realtà aumentata su visore, quella che molti, a cominciare da Microsoft, identificano nella mixed reality, il brand creato da Steve Jobs ha scelto di collocarsi nella fascia medio-alta di mercato.

Il lancio di Apple Vision Pro è stato, come vedremo, fortemente indirizzato a rilanciare la fiducia degli investitori nei confronti di un progetto eternamente rimandato, al punto da suscitare seri dubbi circa la sua possibile riuscita. Il visore in realtà aumentata di Apple, salvo ulteriori rinvii, arriverà sul mercato americano soltanto entro la prima metà del 2024, con un prezzo di listino di 3.499 dollari. 

Si tratta di un ordine di grandezza che supera le previsioni degli analisti, che stimavano una cifra inferiore ai 3000 dollari. Apple Vision Pro si colloca nella fascia di un visore concepito per le applicazioni enterprise, come Microsoft Hololens (di cui abbiamo parlato qui). Si tratta infatti di un prezzo di listino ben distante rispetto un visore VR come Meta Quest 3, appena annunciato da Meta, che dovrebbe arrivare sul mercato a breve con un prezzo base di 499 dollari.

Si dovrà ancora attendere a lungo prima di poter provare esperienze immersive in grado di sfruttare quelle funzionalità che, a giudicare dalle demo presentate e provate in anteprima dagli esperti e dalla stampa invitata a Cupertino, si preannunciano di livello superiore rispetto a quella offerta dall’attuale generazione di visori AR disponibili sul mercato.

L’intenzione di “fare sul serio” da parte di Apple è intuibile da una scocca in alluminio che richiama gli altri prodotti del catalogo del brand della mela morsicata, con un’eleganza e un’attenzione per l’estetica che segna un punto di rottura rispetto ai tradizionali dispositivi in policarbonato. Tuttavia, l’abito non sempre fa il monaco.

L’aspetto più interessante di Vision Pro, intuibile al momento soprattutto dai più esperti nell’ambito delle tecnologie immersive, è dato dal fatto di proporsi quale una vera piattaforma di spatial computing, in grado di aumentare il contesto reale con informazioni digitali persistenti, anziché agire localmente ed in maniera squisitamente effimera, come avviene nel caso della maggior parte delle applicazioni attuali, soprattutto nella realtà aumentata su mobile.

Un aspetto di notevole novità è inoltre caratterizzato dall’input method, che non prevede i tradizionali controller, ma consentirà agli utenti di utilizzare l’interfaccia di VisionOS attraverso il movimento oculare, delle dita delle mani e mediante i semplici comandi vocali.

Apple Vision Pro: specifiche tecniche next gen

Apple Vision Pro è il risultato di un processo di ricerca e sviluppo durato molti anni. Apple è come sempre molto restia a divulgare informazioni relative ai propri progetti e alle proprie acquisizioni, ma pare che in questo ambito siano stati coinvolti qualcosa come 5000 brevetti. L’impegno tecnologico nell’ambito della realtà aumentata continua incessante.

È infatti di questi giorni la notizia dell’acquisizione di Mira, una start-up americana specializzata nella fabbricazione di headset per conto terzi e per l’esercito americano. Una realtà di cui è consulente, tra gli altri, anche John Ive, celeberrimo ex capo designer di Apple. I dati ufficiali anche stavolta non sono stati rivelati, ma pare che l’operazione si aggiri attorno ad un importo complessivo di circa 17 milioni di dollari, almeno secondo un’informazione trapelata da alcuni ex-dipendenti.

A livello di specifiche tecniche, Apple Vision Pro si colloca pertanto nei pressi dell’eccellenza per quanto riguarda i visori AR attualmente disponibili sul mercato. Oltre al processore M2, il cui SoC è già implementato su altri dispositivi Apple, il device dedicato alla realtà aumentata potrà vantare un’unità elaborativa specifica per le funzioni AR.

M2 offrirà la necessaria potenza per l’utilizzo standalone, mentre R1 sarà in grado di elaborare gli input provenienti da ben 12 camere in soli 12 millisecondi, per offrire all’utente la sensazione che i contenuti digitali si materializzino in tempo reale su un display caratterizzato da due schermi MicroLED da 23 milioni di pixel, per cui Apple ha annunciato il supporto HDR. L’unità ottica porterà la firma di Carl Zeiss, con la possibilità di inserire lenti pensate in maniera specifica per la correzione della vista.

Trattandosi a tutti gli effetti di un visore di realtà mista, Apple Vision Pro potrà switchare in tempo reale tra una modalità AR, in cui i contenuti digitali appaiono in overlay rispetto al reale, è una modalità VR, in cui l’utente si ritroverà totalmente immerso in un’esperienza in realtà virtuale, totalmente estranea rispetto al mondo che fisicamente lo circonda. Il dispositivo di switch tra AR e VR è caratterizzato da una rotellina simile alla Digital Crown di Apple Watch.

Apple Vision Pro sarà caratterizzato da un’unità di alimentazione a batteria esterna, non integrata direttamente nella scocca principale del visore. La scelta è stata finora motivata da ragioni di carattere ergonomico, ai fini di ridurre il peso complessivo del visore, concepito per un utilizzo continuativo di molte ore al giorno.

A livello di applicazioni, Microsoft ha già assicurato che pubblicherà versioni specifiche per le principali applicazioni Office, così come Adobe si impegnerà a garantire sin dal day one alcuni dei software tuttora più diffusi sui dispositivi Apple tradizionali, tra cui Adobe Lightroom.

L’impatto sui mercati finanziari: una curiosa altalena, verso cifre sempre più da record per il titolo Apple

Secondo molti analisti, il lancio di Apple Vision Pro al WDDC 2023 ha avuto quale principale obiettivo quello di fare presa sugli investitori, anche se nessuno si aspettava miracoli, dal momento che si tratta di un prodotto di nicchia, per un mercato che a livello mainstream non potrà avere un impatto rilevante nel breve termine. Sui mercati, secondo quanto oltretutto sintetizzato dall’edizione americana di Forbes, il titolo Apple ha reagito in maniera molto curiosa, confermando, almeno parzialmente, le valutazioni degli analisti.

Nelle prime ore, Apple ha guadagnato il 2.2%, raggiungendo la cifra record di 184,95 dollari per azione, prima di subire un repentino contraccolpo quando è stato reso noto il prezzo di listino, che ricordiamo essere pari a 3.499 dollari. Tale elemento si è rivelato ben superiore rispetto alle previsioni, che lo stimavano entro i 3.000 dollari, facendo precipitare il titolo di 3 punti percentuali, al di sotto dei 180 dollari per azione. In definitiva, nel giorno del lancio di Apple Vision Pro, il titolo Apple ha perso complessivamente lo 0,8%, per un totale di circa 80 miliardi di dollari a livello di capitalizzazione.

Si tratta di dati che non preoccupano, nel contesto del clamoroso rialzo del 44% che ha accompagnato il titolo di Apple dall’inizio del 2023, confermandola come la società più capitalizzata al mondo, per un totale di circa 2.800 miliardi di dollari. Ottimi segnali per Tim Cook e soci, dopo un 2022 preoccupante, che aveva visto Apple perdere addirittura il 27% a livello complessivo. La dinamica in atto costituisce al momento il più grande rimbalzo annuale nella storia dei titoli tech.

Per quanto riguarda le previsioni di vendita di Apple Vision Pro, non è semplice valutare un prodotto che inizierà ad essere diffuso sul mercato soltanto tra un anno. Gli analisti prudenzialmente stimano circa 150mila unità vendute nel corso del primo anno (dati Wedbush). Se tale valore venisse confermato, Apple Vision Pro andrebbe a costituire circa lo 0,1% del fatturato annuo dell’azienda di Cupertino, che nel 2022 ha incassato poco meno di 400 miliardi di dollari a livello globale.

Apple Vision Pro: la realtà aumentata secondo Apple ultima modifica: 2023-06-07T15:09:38+02:00 da Francesco La Trofa

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