Attacco hacker alla Regione Lazio, l’origine in una falla di una utenza in “smart working”.
L’attacco hacker alla Regione Lazio è una questione che sta tenendo banco non solo nel comparto tecnologico ma su un piano molto più ampio, poiché si tratta di un evento senza precedenti. Come ricordato () il fulcro della vicenda è la comparsa di un ransomware , software malevolo che manda in blocco i computer.
Sembra delinearsi il canale attraverso il quale si sarebbe infilato il temuto malware.
Indicazione che arriva dalle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità del Lazio, che, alla redazione web di Repubblica, ha detto che l’origine del problema sembrerebbe l’utenza di un dipendente operante in modalità smart working.
Un trend ormai diffusissimo che necessita, sia nel pubblico che nel privato, di misure adeguate in materia di cybersecurity.
L’altro aggiornamento riguarda la somma pretesa dai criminali per la restituzione degli archivi messi sotto chiave. Cinque milioni di euro, secondo il Corriere della Sera, probabilmente in bitcoin.
Le circostanze dell’attacco hacker alla Regione Lazio
I malintenzionati, come ha fatto presente D’Amato in una video-intervista, hanno messo a segno il colpo, approfittando di un calo dell’attenzione. Gli autori dell’attacco hacker alla Regione Lazio hanno fiutato una vulnerabilità del sistema, una falla come se ne possono verificare tante, si pensi al caso Exchange.
Sono i frangenti in cui interviene l’ethical hacker , una figura professionale da intendere in accezione assolutamente positiva e da non confondere con i pirati informatici. Cercare i punti deboli per trovarvi delle soluzioni è sicuramente una strada importante da percorrere, non solo nel comparto IT.
Di spinosità e incertezze connesse al lavoro da remoto se ne sta parlando spesso ultimamente e stanno venendo fuori diversi rischi, tra cui il furto di dati durante call e riunioni online. Con un semplice screenshot, come evidenziato da uno studio sul tema, si possono acquisire codici e password che, d’altronde, vanno cambiate nel tempo.
Attacco hacker Regione Lazio, le mosse della Procura
Il quadro riguardante l’attacco hacker alla Regione Lazio è parecchio intricato per cui accanto ai magistrati è stato schierato il pool antiterrorismo. Sono state cambiate le chiavi della porta che fa accedere al Ced, il Centro Elaborazione Dati oggetto delle incursioni ed è stato criptato persino il backup delle attività telematiche.
Nella giornata di ieri D’Amato ha detto che le funzionalità potrebbero essere ripristinate entro 72 ore e che, intanto, le vaccinazioni, gestite proprio dal portale preso di mira, proseguono senza ostacoli così come i servizi di pronto soccorso. Sospese al momento le prenotazioni per visite specialistiche in ambulatorio e il pagamento online dei ticket ma si punta a un ritorno alla normalità per la fine della settimana.
“Crediamo – ha aggiunto – che prima di Ferragosto saremo in grado di far ripartire almeno una buona parte dei servizi, anche perché era già in corso una trasmigrazione”. Il messaggio con le istruzioni per riavere il controllo dei dati non sarebbe stato visualizzato, ma conterrebbe, secondo gli analisti, il prezzo da pagare, anche se non ci sono conferme dalle istituzioni.