ChatGPT down e il futuro della IA, tra consumi energetici e infrastrutture non ancora adeguate

Qualcuno l’ha definita la prima vera “apocalisse” dell’Intelligenza Artificiale, nell’era della IA. Non si era ancora mai vista una cosa del genere. In un colpo solo ChatGPT di OpenAI, Perplexity AI e Claude di Anthropic, e in parte anche Gemini di Google, sono stati fuori uso per diverse ore.

Il servizio che ha accusato il down peggiore è stato ChatGPT, quello più usato.

Certo, non siamo ancora nell’era dei servizi di IA in uso massivo ed esteso. Niente di paragonabile alle email o ad un down di Google o di qualche piattaforma digitale. Ma, certo, abbiamo avuto un assaggio di cosa può comportare un disservizio come questo se l’ottica, come sembra, è quella di andare nella direzione di una nuova Internet. Trainata, e trasformata, dalla IA.

ChatGPT down cosa è successo

Quando era mattina, ieri 4 giugno 2024, verso le 10.30, quando in Italia era primo pomeriggio, si verificava il primo down di OpenAI. Un disservizio che è durato circa tre ore (davvero tante!). Nello stesso momento, quasi in contemporanea, andavano in down anche i servizi come Perplexity AI e Claude. Questi ultimi due hanno riscontrato un tempo di disservizio più ridotto.

Ma anche Gemini di Google ha riscontrato problemi, anche se solo in parte.

Dopo il primo disservizio, ChatGPT è poi tornato online, salvo poi ricadere in down nel pomeriggio americano.

Allora, a fronte di questo grande disservizio, la situazione resta più o meno normale. Nel senso che ChatGPT risulta adesso accessibile ma non pienamente funzionante. Da parte di OpenAI non vi è stata ancora nessuna spiegazione e questo, forse, la dice lunga sull’entità del problema.

Stiamo parlando di servizi che stanno, man mano, raggiungendo il pieno utilizzo da parte di aziende, professionisti, creator e anche studenti. E l’impatto del disservizio comincia a farsi sentire.

Tutte le piattaforme digitali sono state invase ieri da persone che chiedevano lumi su cosa stesse succedendo. Senza riuscire a risalire ad una spiegazione esaustiva.

ChatGPT down, esclusi attacchi cyber. Il “problema” infrastrutture e il “problema” energetico

Diciamo subito che non si è trattato di alcun tipo di attacco. In alcuni casi si è adombrato anche questo spauracchio.

Piccola curiosità. Mentre ChatGPT era fuori uso, le ricerche su Gemini di Google sono aumentate del 60% e quelle su Microsoft Copilot sono cresciute del 50%.

In realtà, riguardo al grande down dei principali servizi di IA generativa, le cose stanno in maniera diversa. E, forse, più semplici di ciò che si pensa. Almeno proviamo a delineare due grandi problemi.

Il più grande ed evidente problema è quello che riguarda le infrastrutture. Al momento, in tutto il mondo, si sta registrando una vera corsa alla costruzione di nuovi data center. Questo perché a fronte di un livello sempre più elevato di efficienza dei sistemi di IA, aumenta il volume dei dati. E, di conseguenza, ne servono sempre più di nuovi ed efficienti. 

Si tratta di una corsa a determinare un nuovo corso di infrastrutture, sintomo del fatto che siamo di fronte ad una straordinaria crescita dell’intelligenza artificiale e della tecnologia, che influenzano le operazioni e definiscono il futuro dell’innovazione tecnologica.

Gioco forza, la nuova corsa verso la costruzione di nuovi data center (nuovi e non adattata quelli esistenti) porta con sè il secondo grande problema. Vale a dire quello energetico.

Per dare l’idea di quanto sia importante il tema energetico rispetto alla evoluzione della IA e del grande tema tecnologico, è utile fornire alcuni dati.

Alcune stime riportano che, ad oggi, questi servizi di IA riescono ad assorbile circa il 4% del fabbisogno energetico degli Usa (alcuni dati parlano del 2% a livello globale). Ma c’è chi prefigura che questo possa salire addirittura al 25% entro i prossimi 5 anni.

Per essere ancora più concreti, val la pena riportare che l’addestramento di un modello linguistico di grandi dimensioni come GPT-3, ad esempio, utilizza poco meno di 1.300 megawattora (MWh) di elettricità. Stiamo parlando della stessa energia consumata ogni anno in almeno 130 abitazioni negli Usa.

Se volessimo provare a contestualizzare il tutto, allora dobbiamo ricordare che lo streaming di un’ora di Netflix richiede circa 0,8 kWh (0,0008 MWh) di elettricità. Significa che dovremmo guardare 1.625.000 ore per consumare la stessa quantità di energia necessaria per addestrare un modello come GPT-3.

Secondo l’IEA (Agenzia Internazionale per l’Energia), una singola ricerca su Google richiede 0,3 wattora di elettricità, mentre una richiesta ChatGPT richiede 2,9 wattora.

Una lampadina a incandescenza assorbe in media 60 wattora di energia.

Se ChatGPT fosse integrato nei 9 miliardi di ricerche effettuate ogni giorno, afferma l’IEA, la domanda di elettricità aumenterebbe di 10 terawattora all’anno. Vale a dire la quantità consumata da circa 1,5 milioni di residenti nell’Unione Europea.

La definizione di provare ad individuare questi due grandi problemi non ha la presunzione di fornire una spiegazione su cosa sia successo rispetto al down dei servizi di IA generativa che abbiamo visto.

Ma certamente sono due grandi temi che finiranno per influenza l’evoluzione della IA generativa.

Tutte le nostre operazioni, da qui in avanti, prevederanno attività di archiviazione di dati sempre maggiori. E verranno accompagnate da un consumo sempre più elevato di energia.

Seguendo queste considerazioni possiamo provare ad individuare il famoso “collo di bottiglia” dove la IA generativa si è inceppata.

Ma da adesso in poi serve ragionare sulle soluzioni e sulle grandi domande.

Siamo pronti a livello infrastrutturale ad accogliere l’Era della IA? Siamo in grado di affrontare questa evoluzione dal punto di vista energetico?

Due dati conclusivi.

Al momento la corsa alla costruzione di nuovi data center si sta concentrando sempre di più verso il Sud-est asiatico. E, dal punto di vista dell’energia, si fa sempre più spazio all’energia nucleare di nuova generazione.

In ogni caso, serve fare in fretta prima che arrivi una nuova “apocalisse”.

ChatGPT down e il futuro della AI, tra consumi energetici e infrastrutture non ancora adeguate ultima modifica: 2024-06-05T14:30:44+02:00 da Franz Russo

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