Chromebook cosa sono e perché stanno avendo un grande successo, una nuova e preziosa guida pratica dopo quella dedicata alle workstation che trovate qui

Il 2020 è stato l’anno dei Chromebook. Capaci di scalzare agilmente i Mac e guadagnarsi il secondo posto nel mercato PC, i notebook targati Google hanno conquistato il pubblico, per due ragioni fondamentali. Dopo alcuni anni incerti, ChromeOS ha ricevuto produttivo di diversi brand, il che ha contribuito ad aumentare decisamente l’offerta sul mercato. Inoltre, la logica dei Chromebook è quella di offrire un PC è da sempre quella di offrire un PC entry level capace di assolvere la maggior parte delle funzioni legate alla produttività da ufficio ed allo studio. Lo smart working e la didattica a distanza (DAD) hanno creato le condizioni perfette per incrementare a dismisura la loro richiesta da parte di chi cerca una macchina per lavorare e studiare da casa.

Il Chromebook: il PC perfetto per lavorare e studiare da casa, e non solo

I Chromebook supportano il sistema operativo proprietario ChromeOS, basato sul rendere disponibili tutte le app e i servizi attraverso il semplice login al browser web Google Chrome, in maniera molto simile a quanto avviene su qualsiasi PC. Mediante Google Drive e le preferenze di Chrome ogni utente ha a disposizione tutta la suite app per la produttività di Google, oltre ad una serie di software di terze parti, come le app online di Microsoft Office (Word online, Excel online, ecc.).

Google Chrome è perfetto per un’operatività basata esclusivamente sul cloud, dove i dati sono disponibili loggandosi da un qualsiasi dispositivo connesso in rete. La connessione ad internet è infatti l’unico vero requisito fondamentale per chi intende avvalersi di un Chromebook. Anche se alcune app consentono di lavorare offline, effettuando un live sync in cloud quando si rende disponibile una connessione, valutare l’utilizzo di un Chromebook senza internet non avrebbe alcun senso.

Google Chrome consente di utilizzare anche le principali app per meeting e videoconferenza, come Google Meet, Zoom, Teams, ecc. oltre a garantire un buona base multimediale grazie all’integrazione diretta con YouTube e alla possibilità di connettersi nativamente a Chromecast per lo sharing dei contenuti su display di grandi dimensioni come le TV compatibili. Pieno supporto anche alle versioni desktop dei principali social network.

Le funzioni descritte consentono di lavorare agevolmente da casa, collaborando con i colleghi, così come di seguire le lezioni a distanza e studiare da soli o insieme ai propri compagni grazie ai vari software collaborativi.

Quali sono I migliori Chromebook disponibili?

Chiunque abbia modo di provarlo, noterà come ChromeOS sia un sistema operativo che non consente molte opzioni di configurazione, nella precisa direzione di offrire un ambiente assolutamente immediato e semplice da utilizzare. Le connessioni WiFi e Bluetooth consentono di connettersi con altrettanta facilità ad internet (anche tramite tethering mobile) e ad un buon numero di periferiche ed accessori.

Come fare a scegliere il modello di Chromebook più adatto alle proprie esigenze? Google ha finalmente pubblicato uno shop ufficiale che raccoglie tutti i modelli Chromebook ufficiali, prodotti al momento da cinque differenti brand: Lenovo, HP, Acer, Asus e Samsung. Si tratta di un riferimento molto comodo soprattutto per sapere quali sono realmente le ultime versioni di Chromebook, quelle più aggiornate, soprattutto per quanto riguarda la connettività, dal momento che per il resto le risorse hardware sono abbastanza simili.

Le configurazioni di Chromebook prevedono varie soluzioni che vanno dai più economici modelli 11’6 pollici, molto pratici da portare in giro, fino alle versioni convertibili 2in1 con interfaccia touchscreen, senza trascurare il più diffuso formato 15’6 pollici dei tradizionali notebook. I modelli Chromebook ufficiali consentono pertanto di soddisfare tutta l’utenza che cerca un dispositivo generico per connettersi ad internet, lavorare e comunicare con altre persone.

Come funziona il Chromebook? Linux, Chrome e Google Play: le app di Android in formato PC

ChromeOS è un sistema operativo basato su Linux, molto leggero in termini di risorse, il che consente di avere una lunga autonomia. Anche su notebook con una semplicissima batteria a 2 celle si possono raggiungere e superare le 10 ore di utilizzo. Quando si chiude il monitor, il Chromebook entra in una fase di standby, che consente di riprendere immediatamente la sessione senza dover riavviare il sistema operativo. Tale modalità limita notevolmente i consumi, anche se a nostro avviso potrebbe essere ulteriormente migliorata, in quanto non offre lo stesso rendimento su tutti i dispositivi.

Oltre a disporre nativamente del browser proprietario di Google, su cui è basata la stragrande maggioranza dell’operatività, ChromeOS consente anche di utilizzare le app Android compatibili. È infatti possibile utilizzare Google Play per gestire le app in maniera analoga rispetto ai device mobile. Anche se la user experience non è ottimizzata per l’ambiente desktop, si tratta di una feature comoda per gestire contenuti e funzionalità legate ai social network e altre applicazioni anche in rapida condivisione con il proprio smartphone/tablet Android.

ChromeOS è concepito per utilizzare gran parte delle risorse online, ad esempio salvando i file di lavoro su Google Drive o su un altro storage online (es. One Drive, Dropbox, ecc.). Per quanto riguarda la gestione file, basti ricordare che ChromeOS è a tutti gli effetti una distro Linux personalizzata, con una struttura di file/cartelle molto semplice da esplorare e gestire. A livello operativo risulta spesso comodo scaricare alcuni file nella cartella /downloads per poterli aprire/allegare rapidamente in altre applicazioni.

ChromeOS vs Windows

Al di là delle considerazioni basate sul costo (avrebbe più senso un’analisi prezzo/prestazioni), la ragione che ha spinto diversi utenti a preferire un Chromebook rispetto ad un pc tradizionale basato su Windows è in gran parte dovuta alla leggerezza e alla semplicità operativa. Se Windows 10 è infatti un sistema operativo molto più completo, la sua lentezza sui notebook entry level (soprattutto quelli basati su processori Intel Celeron o simili) è piuttosto nota, per il semplice fatto che è a tutti gli effetti sovradimensionato per le capacità di quel determinato hardware.

Ovviamente Windows rimane una scelta obbligata quando si prevede l’utilizzo di software applicativi verticali esosi a livello di specifiche hardware, come i CAD, i software 3D o i programmi di grafica, oltre che giocare al top delle prestazioni. I Chromebook consentono infatti di accedere via cloud al servizio Google Stadia, ma non si tratta certamente di un’interfaccia studiata ad hoc per questo genere di utilizzo. Anche per usare Stadia ci sono soluzioni decisamente più confortevoli.

Il successo di ChromeOS sta spingendo Microsoft a introdurre sul mercato una versione “lite” di Windows 10, per ora denominata Windows 10X, che dovrebbe rappresentare un vero punto di svolta per i sistemi che non necessitano ovviamente di tutte le feature del fratello maggiore, ma consentirebbero comunque di lavorare in un ambiente browser based forte di tutto il supporto che il sistema operativo di Microsoft si è conquistato, giorno dopo giorno, in circa 30 anni di sviluppo.

ChromeOS vs MacOS

Come accennato in apertura, uno degli aspetti statistici più sorprendenti del 2020 è dato dal fatto che i Chromebook abbiano venduto complessivamente più dei Mac, anch’essi comunque in aumento nella quota percentuale “rosicchiata” ai PC su base Windows. Un confronto tra i Chromebook e i Macbook Air e Pro non ha altrimenti molto senso per il fatto che Apple non ha di fatto la fascia entry del mercato, dove si colloca la maggior ragione del successo dei notebook marchiati ufficialmente da Google.

Una riflessione possibile verte sul fatto che un Chromebook di fatto consente di eseguire gran parte delle operazioni per cui un utente Apple sceglie di norma un Mac, con una semplicità d’uso in molti casi anche superiore, con notebook decisamente più economici. Per contro, chi sceglie un Mac spesso lo fa per godere dell’ambiente e dei servizi integrati di Apple, ottimizzati molto bene anche nella comunicazione e lo scambio di informazioni con IPhone e IPad. In questo aspetto verte un’altra possibile analogia tra gli ecosistemi Google e Apple, ossia la stretta connessione tra l’ambiente PC e l’ambiente mobile. A prescindere dai costi è quindi spesso decisiva la preferenza per uno o l’altro ecosistema.

ChromiumOS, Cloudready e i progetti open source

Se ChromeOS è il sistema operativo ufficiale delle macchine certificate da Google quali Chromebook ufficiali, non mancano le opzioni per utilizzare un ambiente operativo molto simile anche su altri sistemi hardware. La ragione è molto semplice. Come più volte accennato, ChromeOS è di fatto una distro linux, così come ChromiumOS, il suo alter ego open source, liberamente installabile su qualsiasi hardware (entro certi limiti di compatibilità).

Esistono vari modi per provare un sistema operativo basato su Chrome/Chromium senza dover per forza acquistare un Chromebook ufficiale.

Data la sua capacità di rendere al meglio anche su notebook con soli 4GB di Ram, ChromiumOS rappresenta un’ottima occasione per rigenerare un hardware di vecchia generazione. Attraverso una serie di prove con notebook e netbook databili attorno al 2010, possiamo affermare che i risultati sono sorprendenti e lo dimostrano, in senso più ampio, gli encomiabili progetti di rigenerazione notebook per donazioni alle scuole e altri enti bisognosi di risorse informatiche per garantire a molte famiglie l’accesso a quei servizi digitali indispensabili nelle fasi di lockdown.

Se l’installazione “dura e pura” di ChromiumOS, pur fattibilissima, potrebbe scoraggiare i meno esperti, Neverware ha sviluppato una versione ulteriormente semplificata: CloudReady, disponibile gratuitamente per uso personale, e con diversi piani d’acquisto in ambito enterprise. In ogni caso, la stessa Neverware fa direttamente capo a Google, che l’ha di recente acquisita.

Una comodità di CloudReady è data dal fatto che il sistema operativo viene in primis avviato in modalità Live da unità USB, per poterlo provare a grandi linee (senza dover cancellare il sistema operativo originale della macchina, se presente) prima di procedere con la vera e propria installazione in locale.

Le varie versioni di OS basate su Chrome consentono dunque di avvicinarsi in maniera molto morbida alle logiche di un sistema operativo Linux, che da sempre costituiscono un’alternativa molto interessante sia a Windows che a MacOS, anche nell’ottica di un utilizzo complementare. Se per assurdo ChromeOS appare con un sistema operativo molto chiuso e limitato nelle funzioni, dietro la sua semplicità c’è la grande flessibilità di Linux, per cui è possibile familiarizzare con alcuni concetti basilari, come la gestione dei file per provare in un secondo momento alcune distro più complesse e complete nelle funzioni.

Chromebook cosa sono e perché stanno avendo un grande successo ultima modifica: 2021-03-09T20:22:00+01:00 da Francesco La Trofa

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