Cisco: inizia l’anno fiscale 2025, tra tagli e nuove strategie per la AI e la cybersecurity
Tra le big tech ad aver annunciato importanti tagli di personale figura anche Cisco, da sempre un punto di riferimento assoluto quando si parla di reti in ambito IT. Di recente Reuters e Bloomberg hanno più volte citato tagli di personale a seguito dell’annuncio, nel luglio 2023, di un importante piano di ristrutturazione aziendale, con cui Cisco annunciava la volontà di voler ridistribuire l’impegno economico verso “altre aree prioritarie”, nella fattispecie la AI e la cybersecurity.
Alla luce delle dichiarazioni ufficiali e di quanto fatto trapelare dai principali analisti, vediamo quali sono i nuovi indirizzi strategici di Cisco e quali potrebbero essere le implicazioni per i partner a livello globale.
La strategia di Cisco: un “ribilanciamento” dai numeri incerti che coinvolge dipendenti, sedi e divisioni aziendali
I licenziamenti annunciati da Cisco stanno prendendo corpo in diverse unità aziendali, almeno secondo quanto riportato da Blind e thelayoff.com, con la chiusura del Customer Experience Center di Raleigh (North Carolina), concentrando le funzioni presso la sede principale di San Josè (California). Tagli previsti anche per le divisioni Cisco Security Business Group e Cisco Servers. Impatti anche sul team di Webex, dopo che nell’ultimo trimestre i dati relativi all’unità collaborativa hanno registrato una flessione del 13% dei ricavi rispetto allo stesso periodo del 2023.
Cisco ricorrerà inoltre alla delocalizzazione. Parte dei tagli effettuati negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal CFO Scott Herren, verrebbero inoltre ottimizzati con una crescita occupazionale in aree caratterizzate da un minor costo del lavoro.
L’impatto complessivo del piano dovrebbe quantificarsi nell’ordine di una riduzione complessiva del 4,5% della forza lavoro, con consistenti risparmi a livello di facility management, grazie all’ottimizzazione delle sedi negli Stati Uniti.
Una fonte inizialmente diffusa da CRN e successivamente confermata da Cisco a seguito della chiusura dell’anno fiscale 2024, avvenuta lo scorso 27 luglio, porterebbe la riduzione della forza lavoro al 7% entro la fine dell’anno in corso, coinvolgendo complessivamente almeno 6000 persone.
Nulla di sostanzialmente diverso rispetto a quanto non fosse stato annunciato a livello strategico dal CEO Chuck Robbins, parlando di un “corretto ridimensionamento di alcune attività”.
Cisco, attraverso una nota rilasciata a Channel Futures, ha precisato di voler risparmiare sui costi, dopo che il fatto di non rilasciare numeri ufficiali ha contribuito ad alimentare una certa confusione a livello mediatico: “Abbiamo all’incirca lo stesso numero di dipendenti che avevamo prima dell’inizio del processo. […] Il ribilanciamento consiste nel dare priorità alla nostra trasformazione, per soddisfare e superare le aspettative ei nostri clienti nel mutevole panorama tecnologico. Continueremo a fare tutto il possibile per aiutare i dipendenti interessati dai tagli a trovare una nuova collocazione, orientandoli verso aree in cui stiamo cercando personale, oppure offrendo generosi pacchetti di liquidazione”.
L’anno fiscale 2024 di Cisco: in crescita i servizi, in calo i prodotti. Ottimismo per la AI
Tra i principali takeaway dell’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2024 di Cisco, emerge in maniera significativa un passivo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2023 (13,6 miliardi contro 15,2 miliardi di ricavi).
Si tratta tuttavia di un bilancio a duplice faccia, in quanto a fronte di un calo complessivo in doppia cifra, alla voce servizi Cisco ha fatto registrare un’ulteriore crescita del 6% (+ 3,7 miliardi di dollari), tuttavia insufficiente per compensare il calo sul fronte dei prodotti, dove pesa soprattutto il -15% della divisione networking, storico core business dell’azienda californiana.
Complessivamente, considerando l’intero anno fiscale appena concluso, i numeri di Cisco rimangono buoni, confermando le previsioni di Wall Street, nell’ordine di una crescita complessiva del 3% su base annua, anche considerando l’importante acquisizione di Splunk, che avrebbe portato una crescita degli ordini del 14% rispetto al 2023 (+6% senza Splunk), secondo una fonte della Bank of America. Si tratta di segnali confortanti per la ripresa della divisione networking nel corso dell’anno fiscale 2025.
Sul fronte della spesa, Chuck Robbins ha precisato come Cisco stia: “reindirizzando centinaia di milioni di dollari verso l’intelligenza artificiale”, dove il gigante di San Josè include il networking per il cloud, l’infrastruttura specifica per la AI, i server per i data center e i prodotti/servizi di cybersecurity correlati: “Si tratta di un cambiamento molto significativo – ha spiegato Robbins – avvertiamo che il mercato stia variando molto rapidamente e non potevamo rimandare ulteriormente questa decisione”.
Nel commento relativo ai dati fiscali, il CFO Scott Herren ha ribadito quanto Cisco aveva comunicato a Channel Futures: “Non intendiamo ridurre i costi, ma creare una maggior efficienza attraverso tutte le divisioni aziendali, che ci consenta di allocare maggiori risorse nelle aree di maggior crescita. Più di quanto abbiamo fatto lo scorso anno”.
Jeetu Patel il nuovo leader unico per le divisioni networking, security e collaboration: obiettivo integrazione AI e crescita del portfolio
Tra i cambiamenti previsti ai vertici aziendali, Jonathan Davidson lascerà il proprio ruolo di capo della divisione networking, proseguendo il proprio percorso professionale in Cisco quale consulente del CEO Chuck Robbins. Il suo posto verrà preso da Jeetu Patel, già a capo delle divisioni security e collaboration, cariche che manterrà anche durante il prossimo esercizio, sotto l’unica egida di Chief Product Officer.
Tale decisione è stata motivata direttamente da Robbins, che si auspica un unico leader per coordinare al meglio il crescente impatto strategico della AI e della cybersecurity, su cui Cisco intende investire: “accelereremo il nostro percorso di innovazione di prodotto, creando un portfolio maggiormente integrato, molto più di quanto abbiamo fatto finora […] Questa scelta contrubuirà a creare una miglior esperienza per i nostri patner, assicurando soluzioni più integrate, per aiutarli a rilasciare le loro tecnologie e a far crescere più rapidamente il loro business”.
All’interno di una rinnovata strategia per i partner, Cisco sta lavorando per favorire l’integrazione della linea di prodotti di Splunk nel portfolio principale di Cisco.
Robbins ha inoltre ufficialmente riconosciuto il contributo di Patel: “nella visione creativa e nel focus sull’innovazione e l’esecuzione delle strategie di trasformazione […] Grazie a lui abbiamo avuto un incremento degli ordini in doppia cifra per i nostri dispositivi, come risultato dell’innovazione legata alla AI e alla nostra apertura nei confronti delle applicazioni per i meeting dei nostri principali concorrenti. Ha favorito l’integrazione della generative AI nelle nostre soluzioni di sicurezza e collaboration, creando feature esclusive per Webex e portando la visione del nostro Assistente AI in tutta Cisco”.
Cisco e l’intelligenza artificiale
Secondo le stime riportate dagli executive, nel corso dell’anno fiscale 2025, Cisco si attende oltre 1 miliardo di dollari di ordini legate a prodotti basati sull’intelligenza artificiale.
Nel contesto di una dichiarazione rilasciata a CRN, il CEO Chuck Robbins ha manifestato un notevole ottimismo in merito alle revenue legate alla AI, spiegando come tale previsione sia basata soprattutto sull’implementazione delle reti per il back-end, precisando inoltre come: “i clienti aziendali hanno iniziato ad aggiornare la loro infrastruttura per preparare i processi legati alla AI […] In certi casi hanno destinato un budget specifico per l’intelligenza artificiale e una parte di questo lo stanno utilizzando per modernizzare la loro infrastruttura. In molti casi, non conoscono ancora tutto ciò che dovranno implementare, ma si stanno muovendo e sanno che dovranno farsi trovare pronti”.
Nel corso di un’analisi dettagliata, Robbins ha inoltre precisato come Cisco intende supportare i propri clienti su tutto il fronte della infrastruttura per la AI privata, in particolare per quanto riguarda il networking dei data center, specificando come vi sia una crescente richiesta per il training dei modelli proprietari, in particolare gli SML (small model language) e la loro successiva inferenza.
Secondo quanto rilevato da Cisco durante le fasi di assessment dei propri clienti, le aziende dimostrano una crescente attenzione nei confronti dei dati e stanno ampliando i loro casi d’uso, coinvolgendo anche altre tecnologie emergenti, soprattutto per quanto riguarda la robotica intelligente e l’impiego della AI per ottimizzare la visibilità dell’intera supply chain.
Cisco ha dunque ha articolato la propria strategia sulla AI almeno lungo due fronti d’azione, grazie all’ampliamento del portfolio delle proprie soluzioni legacy. Il target prevede sia le aziende che gli ordini per i grandi cloud provider, impegnati nella realizzazione di nuovi data center: “Tre dei primi quattro hyperscaler – ha dichiarato Cisco in una nota – utilizzano la nostra soluzione Ethernet AI”.
In merito al networking tradizionale, secondo dati della Bank of America, Arista starebbe consolidando la propria leadership nel mercato degli switch per gli hyperscaler (41% market share), mentre HPE-Juniper e la stessa Cisco sono meglio posizionate nei confronti delle grandi aziende e dei Tier-2 cloud provider, con un’offerta generalista che prevede un’ampia gamma di soluzioni per i data center.
Morgan Stanley ha incluso Cisco nei cinque principali player del 2024 in merito alla generative AI, settore attualmente dominato da Microsoft con il 48% di market share, mentre Mellus Research ha fatto notare come per un gigante da 55 miliardi di fatturato all’anno come Cisco, un business AI da 800 milioni (riferimento anno fiscale 2024) costituisca un dato dall’enorme potenziale di crescita, che la stessa Cisco orienterebbe nell’ordine del miliardo per l’esercizio fiscale in corso, come citato in apertura del presente paragrafo.
Cisco e la cybersecurity
Il secondo filone di indirizzo strategico su cui Cisco punta con decisione riguarda la cybersecurity. Secondo quanto espresso da Robbins: “L’era dell’intelligenza artificiale fa si che i clienti migliorino la loro postura di sicurezza informatica e costruiscano un’impronta digitale più agile e resiliente”.
Il business nella cybersecurity di Cisco si incentra soprattutto sulle soluzioni per la edge security, XDR e SASE. In merito al 2024, l’azienda californiana ha annunciato di aver acquisito 230 nuovi clienti significativi per le soluzioni XDR, per un totale di circa 600 imprese.
In merito alla soluzione di sicurezza cloud edge, Cisco ha precisato una crescita altrettanto significativa, con oltre 2200 clienti che hanno implementato anche l’assistente AI specifico per i prodotti di sicurezza.
Un fattore significativo è inoltre rappresentato dalla già citata acquisizione di Splunk, che avrebbe dato risultati di vendita che lo stesso Robbins ha in più di una circostanza definito superiori alle aspettative iniziali: “Stiamo lavorando su incentivi al cross-selling tra Cisco e Splunk”.
In particolare, la nuova strategia prevede l’unificazione del canale delle due aziende, assicurando a tutti i partner una significativa la potenza di fuoco nell’area vendite, grazie ad un portfolio che comprende sia i prodotti di Cisco che quelli di Splunk.
Secondo quanto riportato da Robbins, tale scelta è indirizzata a semplificare notevolmente la strategia commerciale, notando come un numero sempre maggiore di clienti stiano ordinando soluzioni di networking includendo soluzioni di sicurezza, e viceversa, sia nel settore privato che nel settore pubblico: “Nell’ultimo trimestre – precisa Robbins – abbiamo avuto grandi enterprise e grandi clienti del settore pubblico che hanno chiuso ordini a nove cifre. Lo vediamo quando soluzioni SD-WAN e sicurezza del cloud si uniscono. Ma lo vediamo anche nei data center con Hypershield, dove la sicurezza è profondamente integrata nella rete“. La soluzione Hypershield di Cisco verrà distribuita a partire dal prossimo autunno, sulla base dei primi ordini accumulati.
Buone sensazioni derivano anche dalla considerazione del canale, ad esempio per quanto riguarda il mercato SASE, dove secondo una survey condotta da Keybanc che ha coinvolto una serie di VAR (rivenditori a valore aggiunto) a livello globale, l’offerta di Cisco si posizionerebbe addirittura al terzo posto, preceduta soltanto da Palo Alto Network e ZScaler.