Claranet, multinazionale europea specializzata nei servizi di hosting e di gestione delle applicazioni critiche, acquista XPeppers. Fondato nel 2010, XPeppers è un system integrator con forti competenze su AWS (Amazon Web Services), in ambito DevOps e Agile. Non a caso, la stessa XPeppers è uno dei pochi AWS Partner Network (APN) training partner.
Questa la cronaca pura di una notizia che, in realtà, conosce declinazioni e significati molto più ampi, profondi e importanti per tutto il mercato italiano.
Claranet acquista XPeppers, la conferma di una progressione decisiva per il mercato italiano
Andiamo dunque con ordine. Sbarcata non più tardi di un anno fa in Italia Claranet è un Managed Service Provider specializzato in outsourcing di applicazioni critiche. Una realtà che, fin dal suo debutto italiano, ha chiarito la volontà di confermarsi come leader europeo proprio nel “frizzante” mercato dei Managed Services in ambito Cloud. La volontà insomma è stata fin da subito quella di inserirsi strategicamente nel viaggio verso il cloud delle imprese italiane. Un viaggio che proprio nel 2018 sta conoscendo accelerazioni evidenti. Sempre per la cronaca comunque, fondata nel 1996, Claranet è attiva nel mercato dei Managed Services in Europa e in particolare nel mondo dei servizi hosting. Il “gruppo” Claranet conta più di 1800 dipendenti, ripartiti su 24 sedi in Europa (Francia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito, Italia e Brasile, quest’ultima nata a seguito della acquisizione della brasiliana CredibilIT sul finire del 2016). Come anticipato, il debutto italiano avviene non più tardi dei primi mesi dello scorso anno. La decisione di sbarcare nel nostro Paese arriva, spiegano i vertici della società,manco a dirlo, per rispondere alla crescente domanda sul mercato italiano di servizi legati al mondo Cloud e in particolare di servizi legati al Public Cloud. Obiettivi chiari dunque e una strategia di espansione, soprattutto nel mercato dell’hosting europeo, che ha tempi e modalità davvero travolgenti: la costituzione di Claranet Italia arriva infatti a seguito di 17 operazioni di acquisizione concluse in Europa negli ultimi 5 anni…
Claranet acquista XPeppers, la strategia, i commenti
E siamo a oggi, alla conferma, concreta, della serietà delle premesse del management di Claranet e a una operazione che permette alla multinazionale francese di completare la propria offerta con uno dei più innovativi operatori cloud sul mercato italiano. XPeppers vanta, come detto, un’eccellente padronanza di DevOps e degli strumenti Agile attraverso i quali guida i propri clienti verso la trasformazione digitale.
Non solo però, XPeppers ha un fatturato annuo di circa 4 milioni di euro e tra i suoi clienti annovera, tra gli altri, Conde Nast e Mercury Payments. Siamo un’azienda di sviluppo software, spiegano infatti il portale di XPeppers, ma prima di tutto, un team di persone appassionate della Metodologia Agile e di tecnologia. Adottiamo le pratiche dell’eXtreme Programming (Pair Programming, Test-Driven Development, Refactoring, Continuous Integration, Simple Design) e DevOps. Attraverso questi soluzioni aiutiamo le aziende a ridurre il tempo tra l’idea e la produzione combinando tecniche Lean, Agile, DevOps e l’utilizzo del Cloud. Un System Integrator di nuovissima generazione dunque. Realtà che oggi dettano le nuove regole della filiera del valore e del canale ICT. Un system integrator moderno che ora entra in un Gruppo di grande prospettiva e pronto a cambiare nuovamente passo nei prossimi mesi.
«L’ingresso di XPeppers nel gruppo Claranet era inevitabile – spiega infatti con soddisfazione Lucia Terranova, Deputy General Manager Claranet srl (nella foto) , commentando l’operazione -. In qualità di specialista AWS, XPeppers incarna un partner ideale e consente a Claranet di perfezionare la sua capacità di portare tutti i benefici di AWS ai clienti europei. Attraverso AWS e DevOps XPeppers completa in maniera ideale il nostro portafoglio e la nostra offerta. I nostri clienti ora potranno beneficiare di tutti i vantaggi del cloud pur mantenendo un unico punto di contatto sul territorio e a livello locale».
Lato suo, il management di XPeppers crede fermamente in una operazione di così ampio respiro.
«Essere parte del Gruppo Claranet creerà nuove importanti opportunità per i nostri clienti, partner e dipendenti – commentano infatti proprio Mario Lanzillotta (nella foto di seguito) e Anna Tocci, i due fondatori di XPeppers-. Tutto il nostro ecosistema potrà infatti beneficiare delle operazioni paneuropee di Claranet, della sua base finanziaria e di un’offerta di servizi mai così ampia e di valore»
Claranet acquista XPeppers, obiettivo DevOps e Agile
Oltre al cloud e al rilancio delle competenze sulla piattaforma AWS, come anticipato, il cuore dell’operazione Claranet/XPeppers sono paradigmi di sviluppo software non a caso diventati sempre più centrali in questi ultimi anni: ovvero l’Agile (metodo nato nel 2001 proprio per consegnare ai clienti software in meno tempo e con maggiore sicurezza di non avere bug) e il DevOps. Development da un lato e Operations dall’altro, il DevOps in particolare è una metodologia di sviluppo del software, che grazie a nuove logiche di condivisione e collaboration, permette ai team di sviluppo di programmare in maniera più rapida, rilasciando soluzioni di qualità e sicure per ambienti tradizionali e, soprattutto in cloud. Il tutto, come detto, con l’obiettivo dichiarato di accelerare i tempi di rilascio del software di cui le aziende non possono più fare a meno. «Si tratta – spiegano da Claranet Italia – di quello che hanno capito, tra le primissime, società come Amazon, Yahoo o Google. Per prime hanno infatti sposato l’idea di DevOps, nei team di lavoro, negli strumenti, nelle metodologie applicate, e adottato un approccio di Integrazione Continua.In quest’ottica Claranet ha creato un’organizzazione il cui obiettivo è quello di assicurare una comunicazione permanente tra i due team (sviluppo e operation) per offrire ai propri client tutti i vantaggi di un approccio DevOps».
Claranet acquista XPeppers, il quadro di mercato in Italia
Ma, al di là di strategie e annunci, in quale quadro di mercato reale si inserisce l’operazione Claranet/XPeppers? Buono, anzi molto promettente… Cosi come ci raccontano i ricercatori dell’Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano, il mercato Cloud in Italia infatti lo scorso anno anno ha messo a segno un incremento del 18%, anno su anno, per giungere alla soglia dei 2 miliardi di valore complessivo. Per quanto riguarda poi il Public & Hybrid Cloud – ovvero i servizi Cloud forniti da provider esterni (AWS, Google, Microsoft Azure e altri) e gli “ibridi” tra provider pubblici e privati – si stima che il mercato valga 978 milioni, in crescita del 24%. Il ricorso al Virtual Private Cloud, ovvero l’esternalizzazione delle infrastrutture su porzioni dedicate di Cloud pubblico (che non rispondono quindi alla definizione tipica di Cloud), arriva a valere 520 Milioni di euro, con un tasso di crescita del 16%. Numeri non enormi ma importanti ed emblematici di un mondo, quello delle nuvole, che è ormai entrato nella testa e nelle agende dei manager italiani.
«Proprio così – racconta Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano – in Italia oggi solo il 10% delle grandi organizzazioniafferma di non avere interesse ad utilizzare servizi in Public Cloud, mentre il 42% dei CIO e dei Responsabili Innovazione afferma di utilizzare il Cloud per introdurre in modo rapido tecnologie innovative allo stato dell’arte…».
Cloud italiano nella top 10
Non solo, secondo il recente Global cloud computing scorecard di BSA/The Software Alliance,l’Italia rientra nelle Top 10 economie che hanno ottenuto i migliori risultati in termini di valutazione dell’efficacia e della qualità dei servizi cloud computing offerti. Si tratta di un documento finalizzato alla valutazione delle politiche in ambito cloud a livello mondiale, realizzato a partire dai punteggi ottenuti a seconda dei temi chiave individuati: data privacy, sicurezza, cybercrime, proprietà intellettuale, supporto all’industria/internazionalizzazione, promozione del libero mercato, infrastrutture ITe diffusione della banda larga. «Fra 24 nazioni – spiega il documento – l’Italia si situa al nono posto, con un leggero decremento rispetto alla classifica del 2016, che vedeva il Paese all’ottavo posto, un risultato che conferma che in Italia l’ambiente legale e regolamentare continua ad incoraggiare lo sviluppo dell’innovazione nel campo del cloud».
Il boom di richieste di servizi e indicazioni…
A fronte di un simile scenario, e di numeri sempre più rilevanti, i ricercatori e analisti di mercato come Context (che ha appena pubblicato i risultati di una survey sui rapporti con clienti e partner di oltre 1600 rivenditori di servizi ICT in Italia) ci raccontano di un panorama aziendale italiano, ancora frenato da qualche remora a livello di security ma con una crescente “fame” di supporto, indicazioni precise e, soprattutto, servizi efficaci di migrazione, gestione, passaggio al cloud computing. A rendere ancora più urgente la richiesta c’è poi ovviamente la recente applicazione, in Italia, del GDPR, nuovo regolamento europeo sulla gestione di privacy e dati critici. Nato come facilitatore della crescente “esternalizzazione” dei servizi IT, per portata, complessità e ampiezza delle nuove regole che prescrive (dal data breach alla necessità di un DPO ai nuovi rapporti cliente/fornitore), il regolamento sta mettendo a dura prova soprattutto le medie e piccole imprese del nostro Paese. Se da una parte però il percorso di compliance e adeguamento è lungo e articolato, dall’altra, numeri alla mano, i vantaggi legati alla flessibilità, alla possibilità di accedere a prestazioni “enterprise” e alla immediatezza di sviluppo di applicazioni/servizi offerti dal cloud esercitano una attrazione sempre più forte. Nel mezzo di questa “tenaglia” c’è la necessità molto concreta di avviare percorsi di migrazione in cloud (per lo più pubblico o ibrido) di processi, applicazioni e dati sempre più critici. Una necessità che sta spingendo vento nelle vele di un numero crescente di realtà che sulla gestione di questa transizione e dei servizi in cloud hanno impostato il proprio modello di business.