Cloud distribuito cos’è e perchè il modello “locale” piace in Italia, il caso Lan Service.
Quando si parla di cloud è facile pensare alla vasta mole di servizi Iaas, Paas e Saas forniti dai grandi provider d’oltreoceano del cloud pubblico. Ma questo modello può davvero essere l’unico possibile per le esigenze delle migliaia di Pmi italiane, spesso gelose dei propri dati e delle proprie applicazioni business, quasi sempre realizzate su misura? Un’alternativa, in realtà, esiste, ed è quella del cloud distribuito, ossia di un cloud vicino alle esigenze delle singole aziende, da un punto di vista di collocazione fisica e non solo.
Un modo diverso, insomma, di intendere e di realizzare il cloud, su cui da tempo si sta impegnando un system integrator come Lan Service Group, come racconta il CEO Andrea Guerrera: «Sicuramente dal cloud tutte le aziende cercano una semplificazione. Sanno che il loro sistema informativo può avere dei problemi, dunque vogliono avere la serenità che il dato sia messo al sicuro. Il problema, naturalmente, è: dove mettere il dato, a chi affidarsi? La fiducia per il cliente, per la tipica Pmi italiana, è ancora fondamentale. Queste imprese non sono ancora pronte per mettere i propri dati nei grandi data center mondiali, senza magari sapere dove sono finite le proprie applicazioni, piuttosto vogliono ancora poterle toccare con mano. Un cloud portato a casa loro o comunque nelle immediate vicinanze può essere la risposta che può dargli il giusto grado di serenità».
Cloud distribuito a cosa serve
Lan Service ha così deciso di sposare l’approccio del cloud distribuito, concepito per l’appunto per superare le residue diffidenze e paure nei confronti del cloud: «Come system integrator attivi da diversi anni nel cloud siamo in grado di remotizzare l’intero sistema operativo del cliente o soltanto una piccola parte. Possiamo dunque spostare sulla nuvola la security piuttosto che l’UCC, oppure trasferire tutto il data center e anche tutta la parte di client.
Molto semplicemente, siamo in grado di portare il cloud in casa del cliente, oppure di spacchettarlo, offrire soltanto un singolo servizio oppure l’intera infrastruttura. Questo approccio differenziato ci distingue molto rispetto agli altri competitor, offrendo al contempo molta serenità a tutte le tipologie di clienti, che possono toccare con mano l’efficacia di quello che stiamo realizzando».
Cloud distribuito ok… ma non è la panacea
Ovviamente, anche un cloud distribuito non può essere la panacea di tutti i mali dell’IT aziendale. Occorre dunque comprendere quali possano essere i reali benefici del cloud: «Tra gli errori da evitare c’è quello di pensare che si possa risparmiare: quello che si deve pretendere dal cloud, invece, è di avere una maggiore sicurezza, sia sui dati che sulle applicazioni, nonché sulla disponibilità del servizio.
Il vantaggio consiste nella possibilità di poter lavorare in qualsiasi momento, da qualunque posto e con qualunque device. Questo è un aspetto fondamentale soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale il Covid imperversa e dove quindi esiste una forte richiesta del mercato in questo senso», conclude Guerrera.