Storage primario e secondario, facciamo chiarezza? Iniziamo a chiarire cosa è lo storage primario e cosa lo differenzia dallo storage secondario.

Lo storage primario è l’insieme delle tecnologie e dei metodi di accesso a un archivio di dati digitali in uso costante. Sono gli archivi in cui in ogni momento transitano i dati generati dai database e dalle applicazioni aziendali. Per storage secondario, invece, si intende l’insieme degli apparati di storage ad accesso più sporadico. L’esempio tipico di storage secondario è il repository utilizzato per le operazioni di backup e di disaster recovery.

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Definito cosa è lo storage primario, focalizziamoci sulla sua importanza per le aziende. Lo storage primario è dedicato ai dati transazionali, quelli in continuo mutamento e che devono essere sempre a disposizione delle applicazioni aziendali. Va da sé che se lo storage primario non è gestito con cura, l’operatività e il business aziendale sono a rischio.

Cosa è lo storage primario? Un repository sotto stress

Uno storage primario deve essere facilmente scalabile e ad accesso rapido. Per questo, l’hardware degli apparati di storage primario devono garantire prestazioni di alto livello, soprattutto nelle operazioni di input e di output.

Ormai è chiaro che, per garantire le prestazioni richieste, lo storage primario dovrebbe utilizzare memorie a stato solido su tecnologia flash. È possibile utilizzare anche la classica tecnologia dei dischi fissi, ma con la consapevolezza che la velocità e l’affidabilità non sono paragonabili a quelle della tecnologia flash.

Lo storage primario può risiedere localmente ma anche in data center esterni e su architetture cloud. Si prevede l’utilizzo di apparati di storage area network (SAN) e/o network-attached storage (NAS). La differenza, in soldoni, riguarda la diversa modalità di trattamento e archiviazione dei dati.

Bene, ora che abbiamo chiarito cosa è lo storage primario e che ruolo ha in un’architettura It aziendale, concentriamoci sullo storage primario, certamente la componente di storage più “stressata”.

Un’enorme mole di dati investe il tuo storage primario

Oggi il numero di device che generano dati è particolarmente elevato. Smartphone, tablet, laptop aziendali, dispositivi IoT e macchinari smart interagiscono in modo forsennato con la struttura storage, generano terabyte di informazioni da processare, archiviare e rendere immediatamente disponibili.

In poche parole, lo storage primario è stressato. La curva di crescita dei dati è molto elevata e non accenna a ridursi. Dunque, che fare? Va detto che le tecnologie e le soluzioni di storage oggi disponibili già oggi sono perfettamente in grado di gestire enormi quantità di dati. Quindi, l’alibi del ritardo tecnologico regge fino a un certo punto.

Il vero problema riguarda la progettazione dell’architettura di storage e la sua gestione. Sei sicuro che la tua azienda usi lo storage adeguato? Lo gestisci in modo corretto? Hai una scalabilità garantita al crescere delle esigenze? Se non avessi una risposta a queste domande, dovresti cercare di rimediare al più presto.

Prima di tutto ti ci vuole un bell’assessment

Magari hai pensato che qualche aggiustamento qua e la sarebbe bastato a soddisfare le nuove esigenze, ma i problemi di accesso non sono spariti. Pensavi di salvare capra e cavoli proteggendo il ROI, ma quanto potrà reggere questo alibi di fronte al ridimensionamento del business?

Dai retta a Sergentelorusso, non sottovalutare la questione. Seleziona un partner It specializzato, qualcuno certificato e referenziato, e affidagli un assessment del tuo storage. Chiunque bussasse alla tua porta insistendo per cambiare tutto dall’oggi al domani e al buio, non merita la tua attenzione.

Chi, invece, si propone di eseguire un controllo approfondito della tua infrastruttura dovrebbe essere ascoltato. Grazie a specifici algoritmi di pianificazione della capacità, il partner potrà ricavare diverse informazioni. Si misureranno le prestazioni in ingresso e in uscita, le performance di elaborazione, la gestione della capacità e l’allocazione della memoria.

Non è detto che debba buttare via tutto

E, così, si scoprirà, senza aver ancora cambiato niente, quali sono gli ambiti di intervento. Dopodiché il partner ti presenterà un rapporto dettagliato con i suggerimenti sulle modifiche più opportune. Non è assolutamente detto che debba buttare via tutto. Così come non è detto che continuare a usare un’infrastruttura on premise sia la scelta migliore.

Molto spesso, gli interventi sono puntuali e non rivoluzionari, e ti garantiscono la protezione del ROI. Spesso potrebbe essere sufficiente installare una migliore piattaforma applicativa di gestione. Oppure potrebbe essere il momento di considerare un cloud ibrido.

In definitiva, ora sai cosa è lo storage primario e, soprattutto, dovresti aver compreso quanto sia strategico il suo buon funzionamento per il business aziendale. Ma non fermarti qui.

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Cosa è lo storage primario e perché dovresti curarlo con attenzione ultima modifica: 2020-04-01T17:50:40+02:00 da Valerio Mariani

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