Elon Musk compra Twitter. Alla fine, Elon Musk non ha ceduto e Twitter ha deciso di chiudere l’accordo. Dopo 16 anni Twitter cambia di mano e diventa una delle aziende di Elon Musk, il fondatore della Tesla e di SpaceX, tanto per citarne due. Si tratta di una acquisizione che ha fatto molto discutere nelle ultime settimane e che desta preoccupazioni anche nelle stanze della società di San Francisco. I dipendenti sin da subito hanno prospettato preoccupazioni davanti all’offerta insistente di Musk. Preoccupazioni che diventano ancora più concrete dopo l’annuncio di ieri.
Il punto, però, è quello di capire cosa davvero vorrà fare Elon Musk e cosa cambierà davvero per Twitter, se cambierà davvero qualcosa.
Più volte, in queste settimane convulse, Elon Musk ha dichiarato che il suo intento è quello di far diventare Twitter strumento paladino della libertà di parola perché, e lo ha dichiarato anche ieri nel suo breve comunicato, questa è la “piazza “dove si discutono questioni vitali per il futuro dell’umanità“. E più volte ha dichiarato che questo per lui non è un investimento per fare soldi, in effetti ha ragione. E allora perché Elon Musk compra Twitter?
Sicuramente per dare seguito alla sua grande passione per questo strumento e lui adesso vuoel lasciare il segno, come ha sempre fatto, portando Twitter a diventare un luogo dove tutti possono dire quello che vogliono, l’algoritmo sarà open-source e sarà avviata una dura lotta per annullare lo spam-bot. Tutti propositi lungimiranti. Peccato però che questo potrebbe far diventare Twitter non più un luogo dove seguire i fatti che avvengono, ma un luogo dove ognuno si parlerà sopra, senza comprendersi fino in fondo.
In attesa di conoscere quale sarà la sua vera strategia, se dovesse davvero partire la nuova era di Elon Musk all’insegna di “tutti possono dire quello che vogliono“, gli sforzi di rendere le conversazioni più sane, uno dei leit-motiv di Twitter, andranno a farsi benedire (scusate la franchezza). Aprire le conversazioni a tutti, con una tecnologia open-source che genera un nuovo algoritmo, porterà ad una proliferazione di contenuti d’odio, offese e disinformazione.
Ecco, questo potrebbe essere lo scenario peggiore, quello che nessuno davvero si augura (forse nemmeno Elon Musk). Perché se davvero passasse questa idea, significherebbe decretare la fine di Twitter per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Ossia, potente strumento di comunicazione e Relazione, un valore prezioso per utenti, professionisti/aziende, e per tutti coloro che hanno a cuore la corretta informazione e il rispetto delle opinioni delle opinioni.
Un secondo scenario potrebbe essere quello all’insegna del modifica tweet, quindi la possibilità di modificare il contenuto del tweet di cui tanto si è discusso. Lo stesso Elon Musk nei giorni un cui acquisì il 9,2% di Twitter fece passare l’idea che l’introduzione fosse merito suo. Invece, Twitter lo aveva già annunciato, solo che nessuno gli aveva creduto perché era stato dichiaro il primo aprile scorso e tutti pensarono si trattasse di uno scherzo.
L’introduzione del modifica tweet, nello scenario peggiore, potrebbe cambiare la timeline in aggiunta al fatto che, se davvero gli algoritmi diventassero open-source, il valore della trasparenza (sacrosanto!) si trasformerebbe in un grande boomerang.
Gli algoritmi basati su “closed-source” garantiscono una gestione più mirata e meno suscettibile di utilizzi da parte di gente malintenzionata (per farla semplice). Altrimenti ognuno potrebbe gestire il flusso dei contenuti a proprio piacimento per indirizzare le opinioni in questa o quella direzione. Questa non è libertà di parola, è soltanto confusione.
Possedere Twitter per Elon Musk non sarà certo una passeggiata, come erroneamente è portato a credere. Le idee che lui mette sul tavolo sono già state analizzate da Twitter nel corso di questi anni e la piattaforma che abbiamo davanti, oggi, ne è la risultante.
E nonostante tutti gli sforzi, esiste ancora forte la percezione tra gli utenti che “Twitter non faccia davvero abbastanza” per contrastare i fenomeni di trolling, spam-bot, odio e violenza nei contenuti.
Twitter non è un giocattolo per il divertimento di Elon Musk, è molto di più. Stiamo parlando di un’azienda che entro il prossimo anno deve raggiungere l’obiettivo dei 315 milioni di utenti giornalieri e 7,5 miliardi di dollari di ricavi. Obiettivi alla portata, solo che adesso tutti potrebbe davvero cambiare.
Questi risultati sono davvero raggiungibili solo, e soltanto, se verranno messe in atto strategie che eviteranno una elevata tossicità nelle conversazioni e un’altrettanto elevata polarizzazione.
Se questo avvenisse, il rischio è che Twitter possa essere lasciato in uno stato di confusione.
Ma questo è uno scenario nefasto che nemmeno un genio come Elon Musk può permettersi.