Nello scenario dei system integrator italiani c’è una realtà che non smette di crescere e stupire: FAR Networks. Un modello aziendale che, oltre a soddisfare con successo le esigenze dei propri clienti, investe quotidianamente sulla cultura e sulla soddisfazione delle persone che la compongono. Il tutto in un contesto molto attento alla sostenibilità ambientale e all’impatto sul territorio, come dimostrano il concreto impegno nell’utilizzo di energie rinnovabili e l’adozione di una cultura plastic-free.
Attiva dal 2006 presso la sede di Cernusco sul Naviglio, FAR Networks ha progressivamente espanso il proprio ecosistema coinvolgendo altre aziende e sedi sul territorio nazionale, come nel caso di Green Team, una company che dal 1991 si occupa di soluzioni per il Modern work e che dal 2022 fa parte del gruppo.
Nicola Fracassi, CEO di FAR Networks, ci descrive, attraverso l’esperienza della sua azienda, in cosa consiste e come è profondamente variato il ruolo del system integrator negli ultimi anni, con una previsione su quali saranno le principali sfide da affrontare nel prossimo futuro:
“FAR Networks è un’azienda in grande crescita anche grazie al coinvolgimento di altre realtà imprenditoriali che nel tempo sono entrati all’interno del gruppo per proporre nuove soluzioni e tecnologie ai nostri clienti permettendoci di crescere soprattutto nello sviluppo di nuove soluzioni applicative.
Credo sia soprattutto questo l’aspetto che ci distingue, il segreto di un successo che ci ha visto raddoppiare in breve tempo il nostro fatturato, diventando un’azienda più matura e consolidata. Oggi siamo un gruppo composto da tre aziende che sviluppa un fatturato di 20 milioni con 110 persone. (soltanto un paio di anni fa eravamo una realtà da 60 persone e 10 milioni di fatturato). Credo che questo risultato sia merito delle persone e del loro contributo che portano sul tema della crescita”.
Cosa vuol dire, oggi, fare il System Integrator? Perché si tratta di un ruolo così centrale in questa fase?
È finita l’epoca dell’informatica fatta di soluzioni comprate ed installate. Il system integrator assume sempre più, un ruolo centrale proprio grazie alla parola integration. Soluzioni sviluppate da terzi, come i nostri vendor e i partner, diventano, se correttamente integrate, piattaforme capaci di integrarsi sempre più con i sistemi dei nostri clienti
Si tratta di trasferire la tecnologia sulle esigenze di business. Il mercato è cambiato, se pensiamo che anni fa molte aziende vivevano grazie alla rivendita di soluzioni particolarmente complesse, che richiedevano molta infrastruttura fisica.
Oggi tutto è diventato estremamente più semplice, pensiamo alle piattaforme di collaboration. La chiave del successo sta nel saperle integrare nei sistemi del cliente finale. Il system integrator assume una nuova centralità e si propone più come consulente che come rivenditore.
Che cosa chiedono le imprese oggi? Voi come cercate di rispondere?
Credo si possano distinguere due ambiti, almeno nel contesto a cui ci rivolgiamo, quello della media e grande azienda sul mercato italiano. Uno dove le aziende chiedono soprattutto semplicità e semplificazione di alcuni processi, attraverso servizi gestiti, soprattutto nel caso dell’infrastruttura, della sicurezza e della collaboration.
In altri ambiti invece ci chiedono competenza e capacità di integrazione; quindi, è fondamentale saper lavorare con le piattaforme. Di conseguenza abbiamo scelto i nostri partner tecnologici, come nel caso di Cisco Meraki o Microsoft 365, giusto per citare due esempi di piattaforme che sappiamo integrare nei sistemi dei nostri clienti, non con l’ottica del rivenditore ma sviluppando progetti pensati appositamente per risolvere le esigenze specifiche su cui si interviene.
Con questo approccio abbiamo sviluppato due piattaforme proprietarie, Lara IoT che ha due declinazioni nell’Industry e nel Safey (per monitorare e gestire la produzione nell’era dell’IoT e la sicurezza del personale isolato) e FARBooking (per semplificare l’Employee experience), nativamente pensate per integrarsi nei processi aziendali per risolvere anche i problemi più complessi dei nostri clienti.
Voi in un simile scenario state continuando a crescere… cosa rende diverso il vostro motore sul mercato?
Cercare di mandare sempre la palla avanti, non fermarsi mai, immaginare cosa potrà accadere in futuro. Questa attitudine ci ha consentito ogni volta di immaginare qualcosa di nuovo. Un altro aspetto decisivo è stata la capacità di creare relazioni con i clienti, relazioni umane, a fronte di una tendenza generale all’asciugamento, causata dalla gestione da remoto del lavoro.
Per questo cerchiamo di lavorare dal cliente per una parte del nostro tempo, perché siamo convinti che soltanto trovandoci vicino al cliente possiamo toccare con mano la situazione reale, creare rapporti di fiducia e capire eventuali criticità. Anche se siamo esperti in soluzioni di collaborazione remota, alcuni aspetti difficilmente si possono cogliere attraverso una videoconferenza e riteniamo necessario creare momenti di condivisione in presenza. Inoltre, è fondamentale la pazienza. Integrare richiede tempo, richiede una gran voglia di farlo.
Le persone, in questo contesto, sono preziosissime e dedicare tempo alle nostre persone, accompagnandole nel processo di trasformazione delle loro carriere, sono convinto che abbia aiutato anche a noi a crescere.
Tra quattro anni come sarà Far Networks? Che percorso avete in mente?
Le energie che abbiamo speso in questi anni spero rimangano non solo per quattro, ma per dieci o vent’anni ancora, almeno come cultura e mindset aziendale. Sono davvero contento del fatto che in questi anni abbiamo costruito un gruppo manageriale ben coeso e molto competente.
I prossimi quattro anni li immagino su due possibili direttrici. Abbiamo appena realizzato un piano industriale proiettato per far crescere ulteriormente l’azienda soprattutto nelle aree del modern work e della security.
Sono convinto che con questo mindset continueremo a crescere. Abbiamo intenzione di valorizzare le sedi che abbiamo sul territorio: Milano, Vicenza e Bologna, e cercheremo di essere sempre più prossimi ai nostri clienti anche con future aperture di nuove sedi.
Sono inoltre convinto che FAR Networks oggi possa diventare un punto di aggregazione per talenti ed imprenditori che hanno voglia, come noi, di crescere e diventare più bravi, nel rispetto dei valori delle persone e delle esigenze dei propri clienti. Non si tratta soltanto di un piano finanziario, ma soprattutto di sviluppare un solido progetto industriale. In quest’ottica, oltre alla crescita organica, penso che nei prossimi quattro anni potremo diventare anche qualcosa di più.
Di tutto quello che hai raccontato qual è il messaggio chiave di questo confronto?
Dipende chi sta dall’altra parte dello schermo. Se abbiamo un CIO o un CEO penso che il messaggio chiave sia quello di lavorare su piattaforme e rivolgersi a chi le piattaforme le sa sviluppare e integrare. Su questo punto si giocherà gran parte del futuro della digitalizzazione delle aziende italiane. Se dall’altra parte abbiamo altri imprenditori, spero, che come me, abbiate la voglia di crescere e di mandare sempre la palla avanti, per mantenere viva la crescita delle nostre aziende.