A un punto fermo le trattative per l’acquisizione di Wiz, startup di cybersecurity, da parte di Google per 23 miliardi di dollari. Il CEO di Wiz, Assaf Rappaport, dichiara di preferire una IPO, dopo aver raggiunto un fatturato annuo di un miliardo di dollari. Le trattative potrebbero riprendere, ma restano preoccupazioni regolatorie e disaccordi sull’integrazione.

Nei giorni scorsi avevamo dato un’anticipazione, secondo la quale Google fosse in trattativa per acquisire Wiz, startup fondata nel 2020 specializzata in cybersecurity, per una cifra vicina ai 23 miliardi di dollari. E proprio la cifra che Alphabet, la casa madre di Google, era disposta a mettere sul tavolo rendeva eccezionale l’operazione, a maggior ragione in un momento in cui gli enti regolatori sia statunitensi sia europei guardano con molta attenzione qualunque acquisizione che possa modificare gli assetti in alcuni mercati strategici, creando di fatto nuove posizioni dominanti. Cosa di cui è del resto accusata la stessa Google, in una causa promossa dal Dipartimento di Giustizia statunitense, che la accusa di aver utilizzato mezzi illeciti per mantenere il suo dominio nella ricerca online.

Gli obiettivi di Wiz: raddoppio di fatturato e IPO

In realtà, anche in questo caso secondo quanto riportato da Wall Street Journal, le trattative non sembrano al momento proseguire. 
Secondo il quotidiano USA, il CEO di Wiz, Assaf Rappaport, attraverso una lettera inviata ai dipendenti ha reso noto di preferire una IPO all’offerta di Google, pur ha dicendosi lusingato per l’offerta ricevuta. 
Rappaport dichiara di voler continuare a costruire il futuro della propria azienda, e fissa un obiettivo ambizioso: raggiungere un fatturato ricorrente annuo di un miliardo di dollari prima dell’IPO.
Considerando che il fatturato annuo attuale di Wiz si aggira intorno ai 500 milioni di dollari, l’azienda punta al raddoppio entro il prossimo anno, per prepararsi, nel periodo successivo, alla IPO.

Google, i nodi irrisolti dell’acquisizione di Wiz

Tuttavia, ricorda lo stesso Wall Street Journal, per quanto attualmente arrivate a un punto morto, non c’è nulla che impedisca una ripresa delle trattative in un futuro anche prossimo.
Tra i nodi irrisolti che hanno portato allo stop, ci sarebbe la mancanza di unità di vedute in merito agli assetti futuri, ovvero alle modalità con le quali gli asset di Wiz potrebbero essere integrati nell’organizzazione di Google: lasciarla come business unit separata oppure integrarla direttamente nella operation cloud della società? 
Anche i temi regolatori, di cui abbiamo fatto cenno all’inizio, avrebbero un loro peso nella frenata nelle trattative. Alcuni tra gli investitori di Wiz – ricordiamo che tra i founder figurano noti venture capitalist della Silicon Valley come Sequoia Capital, Andreessen Horowitz, Index Ventures e Lightspeed Venture Partners – avrebbero espresso infatti preoccupazioni in merito al tempo e agli effort necessari per superare gli ostacoli regolatori. Tempo ed effort che potrebbero essere più proficuamente impiegati per accelerare la crescita di Wiz, che risulterebbe invece penalizzata da tempi troppo lunghi e in generali dall’incertezza di un possibile stop ex lege all’acquisizione stessa. 

Google rinuncia all’acquisizione di Wiz: la startup preferisce l’IPO ultima modifica: 2024-07-24T10:19:23+02:00 da Miti Della Mura

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui