Hybrid cloud, servizio digitale, continuità, sopravvivenza… chiamatelo come volete ma una cosa è certa: ci serve, ci serve tremendamente e ci serve per ripartire, per essere più efficaci sul lavoro, per recuperare il terreno perduto…
Avete capito ma non sapete esattamente dove trovarlo?
Niente paura, ora a indicarci la strada ci penseranno i #Cosmonuati di Elmec ad indicarci la rotta.
Chi meglio degli esploratori dello spazio più profondo… per guidarci nel cuore dello spazio digitale più prezioso per tutti noi?
Nasce proprio da qui, esattamente al centro di questa rivoluzione e della difficoltà di tradurla in concretezza quotidiana, la guida pratica che segue ma, soprattutto, lo straordinario progetto #Cosmonauti firmato Elmec.
Lo storico Managed Service provider di soluzioni IT infatti ha rotto gli indugi e di fronte alla portata della posta in palio ha messo in campo un vero e propri equipaggio di #Cosmonauti guidati dall’astrofisico e divulgatore scientifico Luca Perri.
L’obiettivo? Indicare la rotta del cloud ibrido esattamente come serve alle imprese italiane e fare chiarezza intorno ad uno “spazio”, un mondo hybrid, intorno al quale c’è un inevitabile e però pericolosissimo rumore di fondo.
Pronti dunque? Partenza, via…
Non sarebbero #Cosmonauti se non parlassero di un viaggio galattico a tappe, che una volta sbloccate faranno accedere a contenuti esclusivi sulle seguenti tematiche:
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Technology revolution – TAPPA SBLOCCATA
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Private cloud – TAPPA SBLOCCATA
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Public cloud – TAPPA SBLOCCATA
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Cyber Security – TAPPA SBLOCCATA
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Network – 2 dicembre
Ogni viaggio d’esplorazione è guidato dal bisogno: di nuove risorse, di soluzioni, di nuove prospettive, ma include anche i suoi rischi e ostacoli da superare. Per essere sicuri di completare con successo la missione, gli utenti dovranno raccogliere le informazioni necessarie per pianificare adeguatamente la rotta.
Alla fine di questo viaggio i viaggiatori saranno muniti di nuovi strumenti d’analisi che li aiuteranno a creare una strategia adeguata al cloud e, ovviamente, scopriranno che non esiste un “Cloud First”, ma piuttosto un “Cloud Best” che meglio si adatta alla propria realtà.
E’ cambiato il nostro spazio di lavoro, è cambiato il nostro spazio di comunicazione, lo spazio di confronto e interazione con amici, colleghi, clienti, dipendenti… lo spazio, nell’era della nuova normalità digitale è un concetto che cambia e si allarga come un liquido in maniera spesso imprevedibile.
[Non perdere l’occasione di esplorarlo e di conoscerlo davvero grazie ai #Cosmonauti di Elmec, ci vediamo a bordo!]
Hybrid Cloud… nulla di nuovo ma tutto è cambiato
In attesa della prossima tappa del super viaggio firmato Elmec vale dunque la pena di ragionare, concretamente, sul successo così violento e tutto contemporaneo di questa orma di vita delle nuvole.
Intendiamoci in realtà la pandemia non ha inventato nulla nel senso che la transizione digitale era già accesa da tempo, ma quello a cui siamo “appesi” oggi e da cui dipendiamo sempre di più però è un digitale diverso da come lo immaginavamo e raccontavamo prima.
Ricordate?
Il tempo del viaggio verso il cloud, verso le nuvole, verso i servizi IT come l’energia elettrica, «schiaccio un pulsante e via…» senza troppi ragionamenti su come e dove vengono gestite le nostre informazioni.
A colpi di GDPR, attacchi ransomware, blocchi, incendi di data center… in questa fase di emergenza e di corsa verso le tecnologie ICT ci siamo un po’ spaventati e abbiamo imparato a desiderare, chiedere e pretendere una forma un po’ diversa di cloud.
Una forma più controllabile, prossima, solida… una forma ibrida che, non a caso, oggi è il bene più prezioso e cercato che esista.
Il motivo dunque è solo la paura? Certo che no, si tratta semplicemente della forma di digitale più contemporanea e utile per tutti perchè, per altro, permette di gestire meglio il nostro parco installato a livello hardware, applicativo… gli investimenti fatti in precedenza.
E poi c’è la questione della libertà di scelta, di “mixare” più ambienti diversi e anche più fornitori cloud senza per questo legarsi completamente con un unico brand.
Ibrido dunque, più complesso, ma più vero e vicino alle esigenze di continuità, affidabilità soprattutto delle imprese italiane.
Hybrid Cloud cos’è
Come da tradizione, prima di partire al fianco dei super cosmonauti di Elmec proviamo però a fare ordine e capiamo bene insieme che cosa è davvero l’hybrid cloud?
Vocabolario alla mano un cloud ibrido è un ambiente di elaborazione che combina un data center locale (chiamato anche cloud privato) con un cloud pubblico, consentendo la condivisione di dati e applicazioni tra di loro. Alcune persone definiscono il cloud ibrido includendo configurazioni “multicloud” in cui un’organizzazione utilizza più di un cloud pubblico oltre al proprio data center locale
Quali sono i vantaggi dell’hybrid cloud?
Indipendentemente dalla definizione di cloud ibrido utilizzata, i vantaggi sono gli stessi: quando la domanda di elaborazione ed elaborazione aumenta oltre le capacità di un data center in sede, le aziende possono utilizzare il cloud per aumentare o ridurre istantaneamente la capacità per gestire la capacità in eccesso.
Consente inoltre loro di evitare il tempo ei costi di acquisto, installazione e manutenzione di nuovi server di cui potrebbero non essere sempre necessari. Ci sono problemi normativi con l’utilizzo di un modello di cloud ibrido? Per i settori che lavorano con dati altamente sensibili, come quello bancario, finanziario, governativo e sanitario, l’ibrido potrebbe essere la migliore opzione cloud.
Ad esempio, alcuni settori regolamentati richiedono l’archiviazione di determinati tipi di dati in locale, consentendo al contempo l’archiviazione di dati meno sensibili nel cloud. In questo tipo di architettura cloud ibrida, le organizzazioni ottengono la flessibilità del cloud pubblico per attività di elaborazione meno regolamentate, pur continuando a soddisfare i requisiti del settore.
Ci sono problemi di sicurezza con l’infrastruttura cloud ibrida?
Le organizzazioni che utilizzano una piattaforma cloud ibrida sono in grado di utilizzare molte delle stesse misure di sicurezza che utilizzano nella loro infrastruttura locale esistente, comprese le informazioni sulla sicurezza e le funzionalità di gestione degli eventi. In effetti, alcune organizzazioni ritengono che la sicurezza ibrida del cloud sia superiore a quella del proprio data center on-premise grazie alla ridondanza dei dati automatizzata e sempre aggiornata, all’elevata disponibilità, al ripristino di emergenza e alle funzionalità di sicurezza informatica.
E siamo al dunque: è più sicuro, è più continuo, è agile come se fosse pubblico ma ci permette di unire investimenti, soluzioni già implementate con la scalabilità e l’agilità proprie del cloud pubblico.
Dall’incrocio di queste strade nasce la centralità assoluta di questa forma di vita delle nuvole così preziosa e cercata… e trovata, grazie ai #Cosmonauti di Elmec, buon viaggio spaziale!