In una intervista esclusiva, Franco Scaramuzza, architetto di eccellenza e numero uno di Quoin Studio, racconta come, grazie al Digital Signage (qui una guida completa sull’argomento) e alla collaborazione con ACS Data Systems, e il suo brand Infinitys ha rivoluzionato la user experience presso il Roma Urban Store di BMW.

Il digital signage è una tecnologia che si sta sempre più diffondendo all’interno degli store e degli showroom, cambiandone in profondità le caratteristiche e potenziando notevolmente la comunicazione verso il cliente finale.
Lo studio di architettura Quoin, società che da 16 anni fa si occupa di ingegneria integrata nel settore commerciale, è ben consapevole delle potenzialità di questa innovazione, come racconta il fondatore Franco Scaramuzza: “Il Digital signage è uno strumento come altri, forse più di altri grazie alle possibilità che ci offre, che va integrato in una progettazione corretta e deve fornire dei servizi che, di volta in volta, possono essere diversi rispetto ai luoghi che progettiamo. La tecnologia ci dà infatti modo di realizzare delle applicazioni sempre più diverse e interessanti. Passiamo dalla fase di attrazione, a quella esperienziale e diretta, a quella più creativa, usando strumenti sia passivi che interattivi”.

Una possibilità di questo tipo è stata realizzata nel Roma Urban store di BMW: “Si tratta di progetto che esiste da un po’ di anni e che è stato pensato in maniera diversa dalla solita concessionaria. Parliamo infatti di un negozio nel pieno centro storico della capitale, in cui si volevano esprimere certi principi premium del mondo dell’automotive. È un format che ha funzionato molto bene in questi anni e su cui BMW ha deciso di investire ancora, proponendo nuovi modelli. Stiamo perciò passando dalla prima versione dell’Urban Store di via Barberini in cui il focus era sul prodotto automobile, a un allestimento che mette invece il cliente al centro dell’attenzione. Uno spazio che deve quindi attrarre e coinvolgere e non soltanto grazie all’esposizione del prodotto. In quest’ottica il digital signage ci ha dato un grande supporto, perché abbiamo avuto una progettazione di alto livello, che si è dimostrata notevolmente efficace per raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Per la realizzazione di questi e altri progetti di digital signage, l’architetto Scaramuzza e il suo team hanno potuto contare su una partnership di livello come quella di ACS e Infinitys: “Quello che ti aspetti da un fornitore è che ti ascolti, che cerchi di capire quali siano le esigenze del cliente e cosa abbiamo in mente noi come progettisti. È stato quindi fondamentale trovare qualcuno disponibile ad ascoltare e capire che cosa ci serviva veramente. Altro aspetto che reputo importante in un interlocutore è la sua capacità di essere propositivo: al di là di quelle che possono essere le nostre conoscenze, dal momento che si tratta di un mondo in evoluzione rapida, è importante trovare qualcuno che ci sappia consigliare e dire qualcosa di più. Devo dire che in questo senso abbiamo trovato in ACS un supporto di altissimo livello”.

Ma come cambierà il digital signage nel prossimo futuro? “Sono da 30 anni in questo settore e questa è sicuramente una fase in cui stanno cambiando tantissime cose. Ovviamente se parliamo dell’automotive è chiaro che il cambiamento dovrà seguire il concetto di mobilità individuale che ci sarà nel futuro. Saranno sicuramente diversi i percorsi del segmento generalista e di quello premium/ luxury. Per questi ultimi due la strada segnata è quella che abbiamo seguito nell’Urban Store, cioè di avere meno spazio dedicato al prodotto e più focus sui clienti e loro attività. In questo cambiamento il digital signage e la tecnologia assicureranno un contributo importante”, conclude Scaramuzza. 

Il digital signage rivoluziona l’automotive ultima modifica: 2022-03-30T10:16:00+02:00 da Sara Comi

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