Intel, a sorpresa Pat Gelsinger si dimette dalla carica di CEO. Dopo le anticipazioni sulla crisi del colosso dei chip (qui il report completo sui rumors dei mesi scorsi) ora la conferma con uno scossone clamoroso.

Le dimissioni inaspettate di Pat Gelsinger segnano la fine di un capitolo per Intel, in un momento cruciale per il rilancio dell’azienda. Tra sfide finanziarie, riorganizzazioni strategiche e una competizione agguerrita, il colosso dei semiconduttori cerca ora una nuova leadership per superare la crisi e consolidare la propria posizione sul mercato globale

Un fulmine a ciel sereno, arrivato proprio alla conclusione del fine settimana del Ringraziamento, tradizionalmente uno dei momenti clou nel calendario statunitense, che apre, di fatto, la stagione delle festività natalizie.
Intel ha annunciato che nella giornata di ieri, 1° dicembre, il CEO Pat Gelsinger, da quattro anni alla guida della società, ha lasciato l’azienda.

Le dimissioni di Gelsinger: una decisione inaspettata

Una decisione inaspettata, che arriva mentre il colosso dei semiconduttori è impegnato a superare le difficoltà finanziarie e a realizzare l’ambizioso piano di rilancio avviato proprio dallo stesso Gelsinger.
Con le sue dimissioni Gelsinger chiude una carriera durata oltre 40 anni all’interno della stessa Intel, dove ha negli anni rivestito vari ruoli.
Il consiglio di amministrazione della società di Santa Clara, in California, ha nominato due co-CEO ad interim per guidare Intel durante la ricerca di un nuovo amministratore delegato: il CFO David Zinsner e Michelle Johnston Holthaus, General Manager del Client Computing Group. Holthaus, in passato responsabile del gruppo vendite e marketing di Intel, assumerà anche il nuovo ruolo di CEO di Intel Products, che comprende il Client Computing Group, il Data Center and AI Group e il Network and Edge Group.

Frank Yeary, presidente indipendente del consiglio, assumerà il ruolo di presidente esecutivo ad interim e guiderà la fase di transizione.
Ed è proprio Frank Yeary, presidente indipendente del consiglio di amministrazione a salutare il CEO uscente con queste parole “A nome del consiglio, voglio ringraziare Pat per i suoi molti anni di servizio e dedizione a Intel in una lunga carriera come leader tecnologico”, sottolineando come Gelsinger abbia contribuito a rilanciare la produzione di semiconduttori con investimenti all’avanguardia e a stimolare l’innovazione all’interno dell’azienda.

A sua volta Gelsinger ha definito l’essere stato alla guida di Intel “l’onore della sua vita”, descrivendo il momento come agrodolce, considerando il profondo legame con l’azienda, che ha segnato gran parte della sua carriera.

Le dimissioni di Gelsinger arrivano pochi giorni dopo l’annuncio di un finanziamento federale di quasi 8 miliardi di dollari per sostenere nuovi siti di produzione di chip negli Stati Uniti, nell’ambito dell’U.S. CHIPS and Science Act, una cifra importante ma comunque inferiore agli 8,5 miliardi previsti inizialmente.

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Il piano di rilancio di Intel tra riorganizzazione e tagli

Un finanziamento che arriva in un momento particolarmente sfidante per Intel, che sta cercando di implementare proprio il piano di rilancio sviluppato dallo stesso Gelsinger e presentato lo scorso mese di settembre.
Il piano di risanamento di Intel, guidato dal CEO Pat Gelsinger, si basa su una profonda riorganizzazione e su misure strategiche per migliorare la competitività e ridurre i costi dell’azienda. Tra i punti centrali, il rafforzamento di alcune partnership strategiche, in primis quella con AWS, la trasformazione della Intel Foundry in una sussidiaria indipendente, la riduzione dei  costi globali ritardando progetti di espansione in Europa e Asia, concentrandosi su hub già esistenti come l’Irlanda e il sito in Ohio negli Stati Uniti. E poi una riorganizzazione interna, che passa anche dalla riduzione del portafoglio prodotti, il trasferimento di alcune divisioni sotto unità principali, e l’integrazione delle attività software nei business core.
Inoltre, per arrivare a un risparmio di oltre 10 miliardi di dollari, la società ha avviato un piano di riduzione di 15.000 posti di lavoro e la riduzione di due terzi della sua presenza immobiliare globale entro la fine dell’anno.
Obiettivi sfidanti, come detto, ma la cura Gelsinger sembrava cominciare a dare qualche frutto, visto che la società stava mostrando miglioramenti progressivi nei risultati trimestrali.

During recording of the “Intel Unleashed: Engineering the Future” webcast, Intel CEO Pat Gelsinger highlights “Ponte Vecchio,” Intel’s first exascale graphics processing unit. During the webcast on March 23, 2021, Gelsinger outlines the company’s path forward to manufacture, design and deliver leadership products and create long-term value for stakeholders. (Credit: Walden Kirsch/Intel Corporation)

Concorrenza e difficoltà: il contesto che ha segnato la gestione Gelsinger

Va detto che non sono stati anni facili per Gelsinger e per Intel
La società ha dovuto affrontare la forte concorrenza da parte di AMD e aziende che progettano chip basati su architettura Arm, come Amazon Web Services, Ampere Computing e Apple. Senza dimenticare la nuova “fortuna” di Nvidia, che, grazie agli investimenti precoci nel calcolo accelerato, è stata in grado di costruendo una piattaforma integrata di chip, software e servizi che ha beneficiato enormemente della rivoluzione dell’AI generativa.
Ma non basta.
Dopo la pandemia, la domanda di chip per PC e server si è raffreddata, creando ulteriori sfide per Intel. Il tentativo di rilanciare il business della produzione su contratto, Intel Foundry, non ha ancora generato ricavi significativi, nonostante collaborazioni annunciate con AWS e Microsoft.
E per restare in tema di concorrenza. Intel non è riuscita a tenere il passo con i rivali asiatici TSMC e Samsung a causa di ritardi nei processi di produzione a 10 nm e 7 nm.

Intel, a sorpresa Pat Gelsinger si dimette dalla carica di CEO ultima modifica: 2024-12-02T23:55:33+01:00 da Miti Della Mura

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