Internet down, il crollo dei media internazionali, il ruolo di Fastly. «Non si tratta di attacco hacker». Partiamo dall’ultima rassicurazione, arrivata da esperti e analisti in queste ore dopo che per alcuni minuti si erano sparsi allarmi e lanci un po’ esagerati.
Il down dei media internazionali e il ruolo di Fastly: ecco cosa è successo e cosa fare per evitare che questa situazione si ripeta di nuovo.
Tra le 11,30 e le 12 circa c’è stato un crash generalizzato che ha interessato il web, dalle news all’e-commerce. Connettendosi a testate americane, come il New York Times, o italiane come il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport appariva, in quei momenti, una schermata bianca e un messaggio come “Error 503 Service Unavailable”. Stessa situazione per Amazon e i social come Twitch, punto di riferimento per videogame ed eventi in live streaming.
Diversi minuti di vuoto che hanno lasciato in panne perfino i canali governativi del Regno Unito. La causa andrebbe ricercata in una temporanea interruzione del servizio garantito da Fastly, consociata della Signal Science Corporation che si occupa di cloud computing. Come si è arrivati alla suddetta conclusione? E quali sono stati i disagi riscontrati? Ricapitoliamo la faccenda con attenzione.
Internet down, cosa è successo
Come si accennava prima, intorno a mezzogiorno dell’8 giugno 2021, centinaia di siti, di lingue e tipologie differenti, sono risultati improvvisamente inaccessibili. Un’impressione restituita da diciture che indicavano, come motivo, la formulazione inesatta del dominio. Ne ha risentito il mondo giornalistico, ad esempio il gruppo RCS, ma fortunatamente è durato poco. La ripresa tuttavia è stata difficoltosa, con procedure rallentate.
Per capire cosa è successo, può essere utile richiamare il concetto di Content Delivery Network (CDN), gruppi di server che agevolano il caricamento dei contenuti. Fronte su cui è attiva Fastly, società statunitense che ha prontamente reso noto di aver individuato una problematica interna. I CDN svolgono una funzione di intermediazione e storage, creando un ponte con i fruitori finali. Tale sistema velocizza, indubbiamente, un iter che altrimenti, per le lunghe distanze geografiche, sarebbe interminabile.
Alle 13 una seconda comunicazione ha annunciato la risoluzione dell’intoppo, avvertendo utenti e aziende di un probabile sovraccarico ancora in atto. Il danno avrebbe riguardato, nel loro complesso, i nodi del percorso compiuto dai dati, un mosaico infinito in cui ogni tassello è fondamentale. L’evento non ha risparmiato colossi come CNN, Financial Times, Le Monde e il Guardian che ha da subito indagato sulla faccenda.
Internet down, cosa fare
Siamo davanti a uno spegnimento combinato di piattaforme sparse nel globo terrestre, un po’ come nel caso di OVH, la multinazionale proprietaria dei data center a Strasburgo che, nel marzo scorso, sono stati coinvolti in un incendio. Allora ne fecero le spese amministrazioni locali e migliaia di indirizzi.
Da un lato possiamo stare tranquilli perché non è un attacco informatico, gli hacker non c’entrano. Le ragioni vanno trovate altrove e incide sicuramente il fatto che la gestione di internet e delle sue articolazioni sia in mano a pochi soggetti. Basta dunque un piccolo guasto a far saltare il resto. Secondo bloomberg.com una via d’uscita potrebbe essere una maggiore indipendenza delle singole realtà nell’organizzazione delle risorse relative alla rete, avvalendosi comunque di professionisti esperti nel settore.
Una suggestione a cui possiamo aggiungere un consiglio classico, ma sempre attuale, ora più che mai. Se, in un blackout così esteso non si può riapparire immediatamente online, bisogna intanto pensare alla disponibilità degli archivi. Possiamo continuare a visualizzare i dati eventualmente spariti? Per far sì che la risposta sia affermativa, le strade da intraprendere sono due: backup periodici delle informazioni più importanti e progettazione del disaster recovery, ovvero i passaggi da seguire per limitare gli effetti di emergenze, quali appunto bug in ambito IT o fenomeni naturali.