Trend di investimento IT: chi investe e in quali comparti IT si investe nel mondo? Risponde a questi interrogativi l’interessante rapporto Investment Trends in the Industry, commissionato dal Global Technology Distribution Council. L’associazione raccoglie i distributori leader del mercato ICT – quelli che gestiscono annualmente circa 150 miliardi di dollari di fatturato.
Ricordando che il report si concentra sugli investimenti nel settore, e non sulle tendenze di investimento IT inteso come investimenti in tecnologia del mercato, le considerazioni confermano una tendenza già nota da un paio di anni. Acquisizioni e fusioni, come l’interesse da parte dei grandi fondi di investimento, sono realtà per molti partner IT, system integrator specializzati e software house, e lo saranno anche nel prossimo futuro.
A questo proposito, sono da ricordare alcune delle operazioni più rilevanti del 2021. Nel luglio del 2021, Platinum Equity ha completato l’acquisizione di Ingram Micro Inc. da HNA Technology Co., Ltd per circa 7,2 miliardi di dollari. Apollo Global Management ha poi stipulato un accordo da 5,4 miliardi di dollari per l’acquisto di Tech Data. E quindici mesi dopo c’è stata la fusione per azioni con SYNNEX per creare TD SYNNEX. Inoltre, nel 2021, DCC Technology ha acquisito Almo Corporation per circa 610 milioni di dollari.
“Se l’IT ha attirato i dollari degli investitori dall’introduzione del primo computer – ricordano i responsabili della ricerca – le attività negli ultimi due anni hanno ulteriormente valorizzato le aziende high-tech”.
Perché interessano le aziende IT
Il passaggio a un’offerta as-a-service contemporaneo alla diffusione del cloud ha stimolato i potenziali investitori. I flussi di entrate ricorrenti, infatti, generano flussi di cassa prevedibili, offrendo maggiori garanzie finanziarie agli investitori. Il modello “as a service” semplifica il calcolo delle previsioni di entrate e profitti poiché i prezzi e gli sconti associati sono in genere abbastanza standard. Insomma, l’IT oggi rappresenta un business facilmente prevedibile e sufficientemente sicuro.
Ad avvalorare queste considerazioni ci sono i dati degli ultimi anni. Nel 2021 il totale dell’investimenti nell’industria IT ha cubato 643 miliardi di dollari. Un valore superiore del 92% rispetto al 2020. Inoltre, il totale degli investimenti in tecnologia ha rappresentato il 62% del totale. Probabilmente non assisteremo a un incremento di questa entità, ma è abbastanza certo che il trend di crescita non si fermerà.
Questo, secondo GTDC, perché l’IT dimostra un potenziale di crescita costante e, come si è visto negli ultimi due anni, ha superato indenne i momenti critici. Nel 2020 e nel 2021, per esempio, c’è stato un forte incremento delle vendite a volume di hardware. Allo stesso modo, l’inflazione e l’aumento del costo del lavoro potrebbero determinare investimenti in piattaforme applicative di gestione del business con forti caratteristiche di automazione e intelligenza.
La tecnologia oggi ha dimostrato ampiamente di essere il modo corretto per le aziende di ottimizzare i processi e fornire servizi validi ai clienti. Ed è finalmente chiaro alle aziende che aiuta a risparmiare sulle risorse umane e sui budget.
Inoltre, secondo i dati della Banca Mondiale, il risparmio interno lordo globale – il denaro che le famiglie, le società private e il settore pubblico hanno mantenuto dopo le spese – è stato di circa 22,88 trilioni di dollari. Anche se si tratta di un calo rispetto al record di 23,82 trilioni di dollari dell’anno precedente, la quantità di denaro disponibile per gli investimenti è comunque notevole.
Chi investe oggi in IT
L’analisi mette in evidenza anche l’attuale panorama di investitori. Ci sono i fondi di Private Equity (PE), formati da realtà fortemente eterogenee, che si concentrano su aziende IT dal grande potenziale ancora inespresso per diversi motivi. L’idea è di prendere in mano i business plan e rivederli totalmente puntando velocemente al profitto, senza influire troppo sulle decisioni ma agendo su un refresh del management.
I Venture Capital (VC) rimangono protagonisti nel panorama degli investitori. Non rinnegano la loro vocazione e continuano a puntare a startup e realtà di primo pelo. Si tratta di investimenti ad alto rischio focalizzati su settori tecnologici ad alto potenziale di crescita. Spesso, inoltre, i VC preferiscono mettere un piede all’interno dell’organizzazione e vogliono avere voce in capitolo sulle decisioni strategiche.
Anche gli Angel Investor – investitori privati – puntano alle nuove realtà e a una partecipazione azionaria. E offrono le loro capacità manageriali alle (troppe) startup con le idee confuse.
Ci sono poi le forme di investimento peer-to-peer che si esprimono con microraccolte di denaro attraverso piattaforme apposite. Un trend in forte crescita, questo, grazie all’eliminazione delle scartoffie e alla semplificazione dei processi. Queste piattaforme digitali riescono a essere decisamente più attraenti rispetto, per esempio, alle banche, garantendo spese, commissioni e interessi ridotti.
Infine, le banche. Anche loro vogliono essere della partita e, per questo, stanno cercando di adeguarsi frettolosamente con iniziative, spinoff e tecnologie adeguate nell’intento, appunto, di dimenticare limiti e burocrazia.
Tutto bene, dunque, ma quale potrebbe essere il freno agli investimenti per queste realtà? Può essercene uno legato alla grande volatilità della Borsa e del dollaro che influirebbe sulla scelta di società quotate e sulle startup in idea di quotazione.
I maggiori target di investimento IT
Quali sono i maggiori target di investimento IT? È presto detto. Per prevederli si parte dall’analisi dei grattacapi dei CIO delle aziende. Che rispondono al nome, in successione, di: Sicurezza, Gestione della clientela, Migrazione al cloud, Gestione dei dati, Reclutamento di talenti.
Per contro, i cinque contesti tecnologici che nel 2022 hanno ricevuto maggiore interesse, e investimenti sono:
- Fintech (50.62 miliardi di dollari)
- Data Intelligence (31.21)
- Digitalizzazione della salute – (24.03)
- Cybersecurity (18.28)
- Martech (13.13).
“Negli ultimi due anni, abbiamo visto una quantità record di denaro investito da investitori privati – sottolinea Troy Cogburn, di Vation Ventures – analizzandoli si può comprendere dove andranno a finire quegli investimenti”.
Rispetto all’IT, le aziende pensano a investire in software infrastrutturale, migrazione al cloud, sicurezza informatica, dati, intelligenza artificiale, SaaS, strumenti per sviluppatori e soluzioni HR. Facile capire quali sono le aziende IT interessanti.
L’analisi, inoltre, sottolinea un trend generale di crescita delle vendite nel 2022, con il 62% delle aziende che si aspetta un incremento del proprio IT budget, mentre il 32% rimane allo stesso livello dell’anno scorso.
Per finire, un pensiero dedicato alla distribuzione. I partner IT sono diventati a tutti gli effetti abilitatori del business aziendale. Il modello as-a-service e l’outsourcing mettono loro a disposizione le chiavi dell’IT aziendale e li vede protagonisti diretti, nel bene e nel male del fatturato aziendale.
Ma se la complessità della tecnologia in termini di implementazione e di gestione dei progetti richiede il ricorso a più partner, il ruolo di orchestratori dei distributori diventa ancora più rilevante. Asset storici come la logistica, la visione di mercato, la gestione del marketing, degli aspetti finanziari e della formazione dei partner si confermano vitali. A questi si deve aggiungere la capacità di costruire ecosistemi e indirizzare i partner verso una maggiore collaborazione.