L’iperconvergenza sta cambiando i paradigmi tradizionali dell’IT, caratterizzati dalla presenza di sistemi informativi a Silos, costituiti dalle tre classiche componenti (risorse computazionali, storage e networking) disaccoppiate tra loro. Come racconta Giorgio Benvegna, Project Manager Next04, “Un sistema iperconvergente è invece un’architettura in cui queste componenti sono disaccoppiate rispetto all’infrastruttura fisica sottostante. Il sistema è costituito da un certo numero di nodi, ognuno dei quali mette le sue risorse a disposizione del cluster. Questo si traduce in una riduzione della complessità del sistema, in una più semplice scalabilità. Basta infatti aggiungere uno o più nodi per permettere al sistema di erogare maggiori risorse agli utenti e, naturalmente, assicurare una notevole riduzione dello spazio fisico impegnato nel Data Center, con un impatto immediato sui consumi energetici diretti e indiretti, dovuti alla dissipazione di calore”.
Più agilità e scalabilità per il Credit management di Fire
Questa soluzione è stata adottata con molteplici benefici da Fire, Gruppo attivo nell’ambito Credit Management: “Iperconvergenza per Fire vuol dire fondamentalmente tre cose: performance, semplificazione e utilizzo intelligente delle risorse. Avere un’unica interfaccia per la gestione dell’intera infrastruttura tecnologica ci garantisce maggiore velocità di scale up, minore manutenzione, ma soprattutto ci garantisce la possibilità di adottare nuove tecnologie in maniera agile. Tra l’altro, ogni anno, l’iperconvergenza ci fa risparmiare ogni anno circa l’80% dell’energia necessaria per alimentare server e servizi collegati. L’ICT di Fire diventa così sempre più green”, evidenzia così Alessandro D’Agostino, Head of Infrastructure & Security del Gruppo Fire.
Una forte attenzione alla progettazione
L’aspetto significativo è che un cambiamento di tale portata è avvenuto completamente dietro le quinte, tanto che nessuno degli utenti si è accorto della transizione verso l’iperconvergenza, ma solo della maggiore responsività e velocità dei sistemi. Grazie al supporto assicurato da un system integrator come Next04: “Nel caso di Fire sono stati affrontati più cambi di paradigma. Si è passati da un sistema misto, composto da più ecosistemi fisici e virtuali che condividevano uno storage, ad un’unica piattaforma iperconvergente. Il database principale che era prima basato su un cluster fisico di failover è stato completamente riprogettato e si è passati a un sistema virtuale che utilizza la tecnologia always on per garantire la business continuity in caso di guasti. Il cambiamento ha interessato anche il sito di disaster recovery: parte dell’infrastruttura fisica che è stata dismessa è stata riutilizzata in questo contesto. Credo che uno dei fattori di successo nella collaborazione sia stata l’attenzione dedicata alla fase di progettazione e dimensionamento dell’infrastruttura, che ha poi portato alla scelta del sistema iperconvergente Vxrail di Dell Technologies. VXrail oggi rappresenta una delle migliori tecnologie oggi disponibili sul mercato, sulle quali Next ha un know how consolidato e riconosciuto”, evidenzia Benvegna.
L’iperconvergenza a servizio del Data Management
Proprio per fornire a Fire il maggior beneficio possibile in termini di continua innovazione si è optato per un servizio gestito, dove le competenze del provider sono messe a disposizione in modo proattivo e continuato, abbandonando completamente l’approccio break/fix. Tale approccio permette a Fire di contare su una struttura sempre più reattiva e capace di rispondere alla necessità di scalare nuove applicazioni e servizi, nell’ottica di un Data Management sempre più snello. “Per un gestore massivo di crediti come Fire, i dati sono il pane quotidiano, quindi gestirli in maniera efficace ed efficiente significa avere un vantaggio competitivo. Un’infrastruttura come la nostra, che supporta la gestione dei big data e di algoritmi di machine learning, è un fattore abilitante fondamentale. I dati guidano già oggi i processi di credit management del Gruppo, per cui l’evoluzione dell’infrastruttura informativa deve essere costante, anzi sempre un passo avanti per fare da dorsale all’innovazione continua, che deve essere parte del nostro Dna”, conclude D’Agostino.