Leadership femminile, empowerment, role model, ma anche innovazione e capacità di riconoscere il ruolo dell’ecosistema.
Sono questi i temi sui quali si è confrontato un panel di donne leader dell’ecosistema Microsoft.
Nessuna “riserva indiana”, solo una grande consapevolezza del loro ruolo e di come sia possibile “fare la differenza” non solo all’interno delle proprie organizzazioni, ma verso i clienti, verso l’ecosistema dei partner e più in generale anche nella vita sociale.

L’importanza dei role model nella crescita della leadership femminile

A fare gli onori di casa Sara Anselmi, Global Partner Solutions Lead in Microsoft Italia.
“È importante parlare di leadership femminile ed è importante farlo anche all’interno del nostro ecosistema. È importante riconoscere il ruolo delle donne nel creare un moto virtuoso, verso altre donne e verso l’intero ecosistema, attraverso modelli, esempi e storie di successo”.

Sara Anselmi sottolinea come dallo scorso anno Microsoft abbia istituito un riconoscimento specifico per le donne del proprio ecosistema, il Power Women Award, a testimonianza di come la leadership femminile sia, di fatto, una vera ricchezza per tutti.

Non manca, nel suo saluto introduttivo, una nota personale: “Credo sia molto importante avere un modello nel quale potersi riconoscere e dal quale trarre ispirazione. Per me, nei primi anni della mia storia in Microsoft, il role model è stato rappresentato da Anna Di Silverio [oggi presidente europea di Avanade ndr]. E il suo esempio è stato importante nel mio percorso personale e professionale”.

Sull’importanza del role model concorda Claudia Angelelli, vincitrice della prima edizione dell’Award, riconoscendo il ruolo che nel suo percorso professionale e di crescita hanno avuto altre leader.
“Questo riconoscimento è arrivato al di fuori della mia esperienza in Microsoft e in questo anno mi sono resa conto di quanto sia stato importante non solo in termini di visibilità, ma soprattutto per le opportunità di networking che ha portato con sé”.
In attesa di conoscere il nome della vincitrice di quest’anno, che verrà reso noto tra pochi giorni, sono altri i temi qui quali si sono confrontate le altre panelist, a partire dal rapporto che ciascuna di loro, in quanto partner, ha non solo con Microsoft, ma con un intero ecosistema di innovazione.

Leadership femminile: Stefania Donnabella rilancia su sensibilità e consapevolezza

Così, Stefania Donnabella, CEO di Cegeka, porta subito la riflessione sul ruolo e sull’importanza dei partner.
“Microsoft non ha mai fatto concorrenza ai propri partner, che sono un elemento imprescindibile per il suo sviluppo, soprattutto oggi, che bisogna mediare tra un’altissima velocità di innovazione e in una non altrettanto rapida velocità di adoption”.
In questo contesto, il partner ideale deve avere consapevolezza, competenza, visione di medio termine e “coniugare il tutto con una buona dose di sensibilità”. Deve cogliere i tanti megatrend , ma farlo con senso di responsabilità, avendo a cuore la possibilità di contribuire alla creazione di un mondo migliore , “incanalando la potenza delle tecnologie disruptive, senza temerle, ma governandole”.
Tutto questo cosa c’entra con l’essere donna? È la domanda che Donnabella si è posta da sola.
“C’entra, c’entra. Perché la capacità di guidare la complessità e coniugare competenza e consapevolezza è insito nell’essere donna. Noi non ci spaventiamo”.

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Luisella Giani e la leadership femminile: far comprendere il valore del proprio contributo

Sul “non spaventarsi” torna Luisella Giani, ICEG Head of Advisory Avanade, ricordando come la sua prima sfida manageriale si giocò in Germania, nella gestione di un team di sviluppatori uomini.
“Una sfida che mi è servita e che ho superato coniugando pazienza ed empatia, superando barriere al cambiamento, capendo i pregiudizi e da dove vengono. Ho imparato ad andare al di sotto della superficie, a essere empatica e, se necessario, a fare anche il primo passo per avvicinarmi agli altri e far capire il valore che potevo portare”.
E proprio la capacità di far capire il valore della novità – e naturalmente dell’innovazione – è l’atout che Giani continua a portare con sé, anche oggi, che, con la costituzione dell’Advisory ICEG in Avanade (Italy, Central Europe and Greece), ha il compito di far capire la trasformazione digitale a tanti ruoli diversi nelle aziende.
Empatia è dunque una caratteristica, e non solo una qualità, fondamentale nella leadership femminile.

Alessandra Galdabini: quando l’empatia diventa concretezza

Una empatia concreta, come quella che racconta Alessandra Galdabini, responsabile commerciale di Microsys guida dell’associazione mondiale dei Microsoft Channel Partner.
Un’associazione, ricorda, fondamentale per i partner più piccoli, “quelli che fanno più fatica a interfacciarsi con Microsoft. Noi cerchiamo di accompagnarli. Per le realtà più piccole, il rischio è quello di sentirsi soli. Cerchiamo di essere empatici, diamo attenzione e supporto”.
In questo momento, il sistema dei partner sta cambiando, seguendo i moti di aggregazione. “Il mondo delle piccole aziende tende a sparire: noi vorremmo diventassero più grandi, forti e specializzate. Microsoft offre molte opportunità per farlo e noi  ci siamo per loro”.
Empatia, ma anche capacità di comprendere i cambiamenti.

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Francesca Moriani: superare gli stereotipi

È questo il messaggio forte di Francesca Moriani, CEO Var Group.
Moriani rivendica in modo deciso sia la necessità di utilizzare un linguaggio che rispecchi il cambiamento culturale in atto (“Amministratrice Delegata”, rivendica con orgoglio), sia la capacità di cambiare modelli che non rispecchiano il mondo di oggi.
“Sono entrata in Var Group dieci anni fa. Donna, seconda generazione. Quanto bastava per rispecchiare tutti gli stereotipi di una cultura molto patriarcale”, ricorda.
All’epoca Var Group era solo un rivenditore, che negli anni è cresciuto grazie alla consapevolezza della propria missione.
“Mi sono chiesta: perché Var è nata nel 98? Per accompagnare le aziende nella loro crescita. Ma lo stavamo davvero facendo? E mi sono resa conto che lo stavamo facendo solo parzialmente. Da 600 persone che eravamo, siamo oggi 3800, presenti in 14 paesi. Abbiamo avuto le spalle larghe per aiutare anche partner più piccoli, in operazioni di business combination, unendo competenze e lasciando l’imprenditore a bordo,”.
Ma non basta.
“Oggi bisogna lavorare sugli assetti organizzativi. Molte aziende sono ancora impostate su modelli organizzativi gerarchici degli anni 50. Come si fa a rispondere velocemente in un mercato che cambia con una cultura organizzativa vecchia?”.

Tra nuovi modelli organizzativi e una nuova formazione

Se i centri di potere sono nelle mani di pochi, non si può essere veloci.
Per questo Francesca Moriani parla di un cambio di paradigma, verso l’olocrazia.
“Il potere deve essere nelle mani di tutti, nelle mani delle persone che lavorano in azienda, con chi si scontra con le burocrazie interne, con chi si confronta con i clienti e con i loro bisogni. Bisogna lavora su una cultura dell’ascolto, del feedback, della condivisione degli obiettivi, della diversità non come limite ma come ricchezza”.
Soprattutto, bisogna lavorare per guidare la tecnologia. AI inclusa, naturalmente.
Sul tema organizzativo si sofferma anche Stefania Donnabella, convinta che le gerarchie abbiano fatto il loro tempo.
“Le organizzazioni devono essere reti, reti energetiche, reti di relazione. Non è più il tempo di cercare nella gerarchia la soddisfazione della propria posizione. Competenze e consapevolezza sono i valori su cui lavorare”.
In tutto questo, una riflessione non può non soffermarsi sulla formazione.
Fondamentale, certo, ma da reinterpretare.
“Non basta studiare lo strumento, che serve a chi ha un bisogno in un momento preciso. Studiare significa comprendere il contesto, significa non solo imparare ma anche recuperare. Studiare perché è interessante, per capire, per comprendere quali sono gli agganci e le reti che ci consentono di andare avanti. Sappiamo di non sapere, ma non possiamo avere la pretesa di sapere tutto: dobbiamo avere una visione chiara di ciò che vogliamo e dobbiamo sapere “.

Mantenere uno sguardo umanocentrico

Siamo in un’era di formazione continua, concorda Luisella Giani. Alcuni megatrend, a partire dall’AI, di fatto la impongono.
“Ma dobbiamo formarci per essere vivi, mantenendo sempre un punto di vista human centric su ciò che stiamo facendo”.
Uno sguardo molto “umanocentrico” è quello che di nuovo propone Alessandra Galdabini.
“Sono molto attaccata ai miei clienti e ogni volta che li incontro domando loro: che sogno realizziamo oggi? C’è però un aspetto che mi mette tristezza. Mentre le aziende più grandi sono rimaste aggiornate, quelle piccole hanno meno tempo, soldi e spazio per pensare alla trasformazione digitale. Dobbiamo dirglielo che ne vale la pena. Si sta creando un divario e  spetta a noi partner colmarlo”.

Il nuovo mantra: progress over perfection

Ed è di nuovo Francesca Moriani che, partendo di nuovo dalla propria esperienza personale, lancia un appello tutto al femminile: “Non è facile combattere contro i bias, Certo, venti anni fa alcune cose erano diverse, ma alcune succedono anche oggi. I bias ci sono, i pregiudizi ci sono. Sfruttiamoli a nostro vantaggio. È una occasione d’oro! Usiamola. Abbiamo davanti a noi una grande opportunità: l’effetto sorpresa. Ma soprattutto prepariamoci: le donne sono sempre messe un po’ in discussione, sicuramente più degli uomini. Ma noi lanciamoci con coraggio. Facciamo in modo che questo cambio culturale avvenga e portiamo tanta cultura anche agli uomini. Ricordiamoci: progress over perfection!”.

Microsoft tra mentorship e crescita Stem

Sono Sara Anselmi e Larisa Iakovleva, CFO of Microsoft Italy, che riassumono infine la posizione di Microsoft su queste tematiche, a partire dall’impegno nella promozione della parità di genere e inclusione.
“I risultati che abbiamo ottenuto, dalla parità salariale alla presenza femminile nei ruoli dirigenziali – ricorda Iakovleva – sono figli di anni di attività, di tante iniziative messe in campo attraverso politiche di flessibilità lavorativa, crescita, mentorship … Per noi diversità e inclusione sono un modo di vivere e lavorare: ogni persona in Microsoft deve essere valorizzata per la propria autenticità”.
Sara Anselmi, dal canto suo, racconta dell’iniziativa di community “TechHer” in Microsoft e soprattutto ribadisce l’impegno per superare le carenza Stem, attraverso iniziative con le scuole e le associazioni. “Vogliamo far capire quanto può essere bello sviluppare una carriera in un mondo Stem. E vogliamo farlo anche attraverso role model. Non è facile né scontato. Ma va fatto”.

Leadership femminile: parlano le partner Microsoft ultima modifica: 2024-06-29T16:11:22+02:00 da Miti Della Mura

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