I linguaggi di programmazione sono alla base della tecnologia. Senza il software e il suo codice, nessun hardware potrebbe eseguire le attività per cui è stato progettato. Ogni software è composto da migliaia di righe di codice che traducono in un linguaggio comprensibile alla macchina le istruzioni che le vengono fornite, sia automaticamente che per mano dell’uomo.
I software, e i servizi applicativi, vengono realizzati utilizzando uno specifico linguaggio di programmazione. Il funzionamento di ogni computer, ogni automobile, ogni macchina per l’industria è regolato e gestito dal software.
Nonostante si viva nell’era dell’automazione, i linguaggi di programmazione assumono ancora una rilevanza fondamentale e, non a caso, anche gli ISV, indipendent software vendor, sono una delle forme di vita più cercate sul mercato ICT in questo momento. Sebbene sia possibile utilizzare una macchina per costruire un software, il contributo dell’uomo rimane determinante. Perché qualcuno dovrà comunque programmare quella macchina, o comunque supervisionarne la realizzazione.
Conoscere i linguaggi di programmazione moderni
E nell’era dei servizi applicativi basati su cloud, le competenze di sviluppo software sono richieste più che mai. Infatti, i programmatori sono tra le figure più pagate e più ricercate, in tutto il mondo. Ma chi vuole costruirsi una carriera nell’ambito dello sviluppo software deve rimanere al passo con i tempi. Comprendere che il lavoro del programmatore è cambiato nel tempo e che, in fondo, sono pochi i linguaggi di programmazione da padroneggiare.
Si deve anche essere padroni delle nuove metodologie di sviluppo, come il DevOps. E, in generale, che ci si troverà a lavorare su piattaforme applicative standard. Il programmatore oggi è un architetto che compone il software non più riga per riga ma a blocchi, aiutato da software o framework specifici.
Ma dovrà essere altrettanto capace di intrufolarsi nei meandri del codice per correggerlo e personalizzarlo. Questa capacità vale soprattutto per chi si occupa di sicurezza. La vulnerabilità Log4Shell ci ha fatto capire che in giro c’è un sacco di software, spesso open source, che presenta dei bug. I programmatori e gli specialisti di oggi ne devono tener conto.
La classifica 2023
Per scoprire la classifica 2023 dei linguaggi di programmazione ci affidiamo, come sempre, ai dati di Tiobe.
Gli analisti dell’azienda specializzata nella valutazione della qualità del software compilano da anni il Tiobe Index. La classifica viene compilata considerando la diffusione e la popolarità dei linguaggi di programmazione sui principali motori di ricerca. Anche se Tiobe tiene conto anche di altri parametri.
Attenzione, però, la metodologia dimostra alcuni limiti. Se Java, per esempio, non è più nella testa degli sviluppatori, probabilmente è perché non ha subìto aggiornamenti.
In testa alla classifica nel mese di gennaio 2023 troviamo Python, come l’anno scorso. E la sua popolarità continua a crescere (+2,78%). Al secondo posto si conferma il linguaggio C, con un incremento maggiore (+3,82%). C++ scavalca Java e si posiziona sul podio e, infine, C# è il primo linguaggio di programmazione in classifica che ha un ratings inferiore al 10%.
Insomma, si può dire che nelle preferenze dei programmatori nel mondo ci sono C e i suoi fratelli. Con una menzione speciale per C++ che si piazza al terzo posto tra le ricerche. Questo grazie a C++20, l’aggiornamento del 2020 che miete ancora consensi.
In ogni caso, Python si consolida come il più preferito in assoluto. Ma teniamo conto che l’ultima versione del linguaggio di programmazione nato nel 1991 è la 3.12.0a3 rilasciata a dicembre del 2022.
Chi sale e chi scende tra i linguaggi di programmazione
Cos’altro è successo nel 2022? Rust, “concorrente” di C, è entrato di nuovo nella top 20 (era alla posizione numero 26 un anno fa. Ancora, nella parte bassa della classifica, Lua, noto per la sua facile interfaccia con C, è passato dalla posizione #30 alla #24. F#, invece, è un linguaggio di programmazione che ha fatto un salto esagerato: dalla posizione #74 alla posizione #33 nel giro di un anno. Altri linguaggi come Kotlin (passato dalla posizione 29 alla 25), Julia e Dart, invece, hanno ancora molta strada da fare prima di raggiungere la top 20.
In conclusione, ricordiamo quali servizi e siti web usano i linguaggi di programmazione che abbiamo citato. Python è in assoluto il più diffuso. È utilizzato da Instagram, Google, Spotify, Netflix, Uber, Dropbox, Pinterest e Reddit, tra gli altri. Ma Google usa anche C, C++ e il suo linguaggio Go. Così come YouTube.
Mentre C e i suoi fratelli spadroneggiano nelle community open source, Facebook utilizza diversi linguaggi di programmazione, dal Php al Python passando per C++ e Java. Amazon usa Java, C++ e Perl, LinkedIn Java, JavaScript e Scala, Twitter C++, Java, Scala e Ruby. Yahoo!, Etsy, Wikipedia e WordPress, invece, sono rimasti fedeli a Php (decimo nella classifica generale di Tiobe).
Aggiornamento: cosa dice il PYPL PopularitY of Programming Language?
Il modo in cui è realizzato il Tiobe Index può far storcere il naso a qualcuno. Allora, con l’aiuto di ChatGPT, abbiamo cercato altre fonti autorevoli sull’argomento. Anche ChatGPT considera autorevole il Tiobe Index, ma ci segnala anche PYPL PopularitY of Programming Language.
La differenza fondamentale tra i due rilevatori è che PYPL Index viene creato analizzando la frequenza con cui i tutorial sui linguaggi di programmazione vengono cercati su Google: più un tutorial è cercato, più si presume che il linguaggio sia popolare. I relativi dati grezzi provengono da Google Trends. Così, questa è la classifica proposta da PYPL.
Come si vede, il leader non cambia, mentre Java e JavaScript si riprendono le posizioni di testa a discapito di C e dei suoi fratelli. Il consiglio è di costruirsi una competenza multipla! Nessuna classifica è l’oracolo di Delfo, neanche con ChatGPT!