Belli i Managed Services, eh? Che abbia già deciso di fare il grande passo o che sia in procinto di farlo, prima di rischiare qualche delusione è bene riflettere. Non certo sulla scelta ma su come affrontare questa rivoluzione in azienda. Affidare l’infrastruttura It e i dati a un fornitore esterno, un Managed Service Provider (MSP), è un grande segno di maturità. Il mercato te lo chiede, la concorrenza lo pretende, gli analisti ti incoraggiano. Ma, come dall’adolescenza alla maturità, il passo è notevole.

Dimenticherai le pene della gestione tradizionale dell’on premise, in cui tutto è lì a portata di mano nei server aziendali, al paradigma dei Manged Services, in cui l’infrastruttura It aziendale è affidata al cloud. Scoprirai i benefici di una gestione delegata al provider e una spesa modulata esattamente sulle tue esigenze, secondo il modello as-a-service. E dimenticherai i costi di licenza software, la manutenzione, la necessità di aggiornare l’hardware alla crescita della tua azienda.

Ma scegliere i Managed Services non è una passeggiata. Per evitare di rimpiangere la spensieratezza (mica tanta, poi) degli anni dell’adolescenza on premise, è meglio fare il grande passo con cognizione di causa. Così, insieme agli amici di Sergentelorusso.it, TT Tecnosistemi, Veeam Software ed HPE, stiliamo un piccolo memorandum rivolto ai clienti su 10 cose da sapere, 10 rischi da evitare, 10 lampadine da accendere prima di firmare un contratto di Managed Services con un provider.

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1. Disponibilità del Managed Service Provider
In base a quali parametri hai scelto il MSP che prenderà in carico la tua infrastruttura It? Dovrebbero essere tanti, il primo, per esempio, è certamente la disponibilità. Quali sono i termini? Potrai contattare il provider a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche a Natale? Che livello di assistenza può fornirti? Avrà un team dedicato alla tua infrastruttura? Ti è stato presentato?

2. Il Service Level Agreement (SLA)
Il contratto. Prenditi tempo per spulciare nei minimi particolari il contratto. E analizza con adeguata attenzione i termini di servizio. Quali sono le garanzie in caso di interruzione di servizio, di fermo dei sistemi, di malfunzionamenti della rete? Chi ne risponde? E in che modo?

3. Supportare le soluzioni dei partner
In un ambiente cloud eterogeneo, hardware, software, networking e servizi sono in carico a diversi vendor. È bene chiarire subito chi si prende in carico l’onere dell’assistenza e della manutenzione di ogni singola componente dell’architettura It. Fino a dove può arrivare il MSP? E il gestore del cloud? E i singoli vendor coinvolti?

4. Per il GDPR siamo a posto?
Con il ricorso all’infrastruttura cloud e ai Managed Services, i tuoi dati perdono il domicilio, ma non una casa. A causa della nuova vita errante dei dati di clienti e dipendenti, il tuo MSP deve fornire totali garanzie di compliance al GDPR, per esempio, o a qualsiasi normativa che li coinvolge. Altrimenti ci andrà di mezzo la tua azienda.

5. Tipologia dei servizi
Cosa ti offre il Managed Service Provider? Qual è il livello di profondità del portafoglio di servizi? Nell’offerta sono disponibili tutti i SaaS, Software-as-a-Service, che la tua azienda utilizza on premise? Potrebbero essere gli stessi software che già utilizzi, ora disponibili in modalità di servizio: il gestionale, il Crm, il software per la collaboration e la produttività individuale. Devono essere integrati nativamente e, soprattutto, non devono obbligare i dipendenti aziendali a rivoluzionare la loro user experience.

6. Sicuri è meglio
La parola che fa tremare i muri è soprattutto una: sicurezza. Fondamentale capire i livelli di sicurezza previsti nell’offerta as-a-service e avere ben chiare le competenze e gli ambiti di intervento dell’MSP. Chi pagherà per un danno provocato da un dipendente aziendale? Chi, esattamente, ha accesso ai nostri dati? Domande che devono avere una risposta, subito.

7. La libertà di crescere
Se cambiano le esigenze aziendali, l’infrastruttura It deve essere resiliente e pronta a reagire. E deve esserlo anche il partner It. Non ci si può permettere di perdere giorni per attivare un nuovo blade per lo storage o per ampliare la capacità computazionale. L’MSP che hai contattato è in grado di garantirti questo?

8. Supporto proattivo
Bello avere qualcuno in grado di anticipare desideri ed esigenze. Ma non sempre è possibile. Dipende dagli applicativi forniti as-a-service e dai tool a disposizione del partner. Un MSP si distingue anche per la capacità di fornire soluzioni applicative di ultima generazione in grado, grazie all’Intelligenza Artificiale, di prevedere le prossime esigenze dell’azienda cliente.

9. Certificazioni e partnership
Abbiamo visibilità completa sulle competenze dell’MSP? Sappiamo fino a che livello arrivano le certificazioni? Di quante e di quali parliamo? Di fronte a un’offerta così ampia, la scelta dell’MSP passa anche e soprattutto attraverso il suo grado di competenza e la sua capacità di stringere partnership best-in-class.

10. Backup e Disaster Recovery
Prevedere una strategia di backup e disaster recovery adeguata e funzionale non è un’opzione. Per qualsiasi dimensione aziendale si parli, sapere che i dati sono recuperabili sempre e comunque è una necessità imprescindibile. Meglio scegliere MSP con le partnership giuste anche per questa componente.

Di come passare a un paradigma as-a-service senza traumi si parlerà il prossimo 22 ottobre in diretta streaming dalle 11,00 alle 12,00 a #AsAServiceNOPanic, la prima guida esclusiva organizzata da Sergentelorusso.it insieme a TT Tecnosistemi, HPE e Veeam Software per capire quando, come e perché migrare verso i servizi e la gestione dell’IT a consumo senza correre pericolosi rischi con backup e disaster recovery dei propri dati critici.

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Managed Services: 10 cose da sapere prima di una scelta ultima modifica: 2019-10-08T18:36:24+02:00 da Valerio Mariani

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