Nuovo appuntamento con la rubrica ISVoice, che intende dare voce e conoscere le vere storie degli ISV, abbiamo parlato con Matteo Giudici, CEO di MESA, ISV che sviluppa e distribuisce IMPACT, una soluzione verticale per gestirne i vari aspetti, dalla redazione del Bilancio di Sostenibilità alla definizione di piani di sostenibilità in grado di generare nel tempo benefici concreti e misurabili.
Gli appuntamenti precedenti:
– Hevolus: il customer journey immersivo di Ferroli e Würth
– Kuro Portal: collaborazione e gestione documentale ad hoc per i commercialisti
– Atelier: la gestione end-to-end del fashion retail
– Voltar, il gestionale pratico per le aziende di soccorso e assistenza sanitaria
La sostenibilità è finalmente entrata nei radar dell’innovazione. Le risorse a disposizione sono per definizione destinate ad esaurirsi, il costo relativo al loro impiego è in continua ascesa, per cui diventa determinante adottare strategie funzionali a tradurre i limiti in concrete opportunità di business.
Le aziende devono pertanto identificare in primo luogo le sfide che si presentano sul loro orizzonte di crescita e adottare un approccio strategico finalizzato a creare sinergia e cultura diffusa sui temi della sostenibilità, per ottimizzare le risorse in funzione di una solida governance sugli aspetti ESG.
Per saperne di più sul tema della sostenibilità aziendale, abbiamo incontrato Matteo Giudici, CEO di MESA, ISV che sviluppa e distribuisce IMPACT, una soluzione verticale per gestirne i vari aspetti, dalla redazione del Bilancio di Sostenibilità alla definizione di piani di sostenibilità in grado di generare nel tempo benefici concreti e misurabili.
(FLT) – Come nasce l’idea di IMPACT?
(MG) – Si tratta di uno spunto derivante direttamente dal mercato. Alcuni clienti, che supportavamo con altre soluzioni legate alla gestione del rischio, ci chiedevano una soluzione per gli aspetti legati all’ESG e in particolar modo alla redazione della dichiarazione di sostenibilità. Per cui abbiamo deciso di intraprendere un percorso di ricerca specifico per cercare di rispondere a questa esigenza, più diffusa di ciò che inizialmente pensavamo, coinvolgendo vari aspetti oltre ai bilanci di sostenibilità. Nel frattempo ci siamo appassionati al tema anche da altre prospettive, oltre che per il fatto di produrre software, essendo noi in primis una realtà molto attenta a questo genere di tematiche.
(FLT) – Come si è svolto il percorso di sviluppo che ha portato IMPACT al suo esordio commerciale? In prima impressione, si tratta di una soluzione ad un problema alquanto complesso, in primis nel recepire una normativa di riferimento tutt’altro che snella.
(MG) – Abbiamo avviato partnership qualificate ed esperte sul tema, con cui intraprendere un dialogo di ricerca continuativo. Mi riferisco soprattutto all’ambito universitario. Inoltre abbiamo implementato MESA, la piattaforma che dà a vita ai nostri verticali, nel cui portafoglio rientra IMPACT. Abbiamo quindi lavorato sulle tecnologie necessarie, grazie alla costante collaborazione con Microsoft. IMPACT è un SaaS basato su tecnologia proprietaria, quindi interamente scritto da noi, per poter personalizzare qualsiasi dettaglio.
L’ecosistema cloud che adottiamo è Microsoft Azure, non soltanto per quanto riguarda l’infrastruttura, ma per tutte le funzioni che possono aiutarci ad innovare i prodotti. Siamo ad esempio molto attenti alla continua evoluzione nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, che ci consente di analizzare i dati in maniera sempre più efficiente per supportare al meglio le decisioni di tutti gli stakeholder impegnati nei processi di sostenibilità.
In primis ci siamo quindi preoccupati della tecnologia, poi di IMPACT come prodotto, quale applicativo della tecnologia della piattaforma MESA.
(FLT) – A livello di time to market, qual è l’ordine di grandezza di un prodotto come IMPACT?
(MG) – Circa un anno. Avendo già a disposizione una piattaforma software come MESA siamo riusciti a sviluppare il prototipo in tempi piuttosto brevi. Perfezionare il progetto di sviluppo nei suoi dettagli ha in seguito costituito la fase più impegnativa, durante l’ingegnerizzazione del prodotto. In primo luogo, abbiamo agito internamente, poi abbiamo avviato una fase di beta testing privata, coinvolgendo alcuni clienti selezionati, che sono stati assolutamente preziosi nel definire soprattutto gli aspetti funzionali, sulla base delle loro esigenze pratiche, e quelli legati alla user experience, su cui abbiamo svolto moltissima sperimentazione.
(FLT) – Gli adempimenti legati alla sostenibilità aziendale sono al momento un onere riservato alle società quotate, dunque a realtà enterprise di una certa dimensione. Come si costruisce il rapporto con il cliente con una soluzione verticale come IMPACT?
(MG) – La nostra applicazione è già stata scelta dalle principali grandi aziende italiane e dei settori più diversi: manifatturiero, food&beverage, fashion, finance e utilities. Ne cito alcuni, Brembo, Fincantieri, CDP, Fineco, Calzedonia, Lavazza. Siamo molto soddisfatti di come stanno procedendo le collaborazioni. In generale vale sempre la stessa regola. È il cliente a darci, ogni giorno, le idee per costruire soluzioni innovative, che è ciò che comporta il nostro DNA come ISV. Conoscere il cliente e il suo mercato di riferimento è una condizione essenziale per chi si occupa di innovazione. Soltanto con questo approccio diventa possibile rispondere in maniera concreta ad esigenze estremamente pratiche, cercando continuamente nuove strade per raggiungere questo obiettivo.
In generale, quando sviluppiamo una soluzione verticale, recepiamo l’input dei clienti, ma prima di tornare da loro almeno con un prototipo, operiamo molta ricerca interna ed una prima fase di consulenza con tutti gli esperti che riteniamo necessario coinvolgere. Il cliente arriva soltanto in una seconda fase, quando il prodotto è già sufficientemente maturo per garantire un risultato coerente con le aspettative.
(FLT) – In quali aspetti possiamo ritenere IMPACT un prodotto realmente innovativo per chi, in azienda, si occupa a vario titolo dei temi legati alla sostenibilità?
(MG) – In primo luogo alla gestione dei dati. I contesti legati al finance e all’amministrazione prevedono l’impiego di molti file Excel o comunque applicazioni che leggono e scrivono continuamente un database configurato in maniera statica. IMPACT lavora nativamente su database relazionali e non relazionali, con una gestione documentale che consente di rendere disponibile una grande varietà di informazioni senza alcun rischio di disperderle nei vari passaggi tra i soggetti coinvolti. Disporre di dati di qualità ci consente inoltre di generare facilmente in qualsiasi momento report e insight basati su varie fonti di dati.
(FLT) – L’ambito non finanziario di una grande azienda quali numeriche di dati prevede mediamente?
(MG) – La criticità non è quasi mai nella quantità delle informazioni, ma nella loro complessità, in quanto abbiamo a che fare con una varietà molto elevata, che comporta appunto il dover gestire costantemente sia il dato narrativo che quello tabellare. Bisogna pertanto sviluppare applicazioni agili nell’analizzare sia i dati strutturati che quelli non strutturati, senza far ricadere questa complessità sull’utente finale.
(FLT) – Nel suo approccio spiccatamente data driven, quali sono le qualità che più importanti per un software come IMPACT, che le aziende implementano per digitalizzare il tema della sostenibilità?
(MG) – Essenzialmente tre fattori. In primo luogo, la user experience. Un software deve essere semplice, non devi perdere tempo per capire come funziona, deve risultare naturale al primo impatto, senza ricadere nella confusione tradizionale, in cui si utilizzano troppi strumenti senza una soluzione di continuità.
In secondo luogo, è importante che il software comporti per il cliente un basso impatto progettuale, integrandosi agilmente nei sistemi già esistenti, senza installare nulla, come avviene nel caso di un SaaS puro. Si procede soltanto con la personalizzazione degli indicatori, specifica per ogni realtà, sulla base degli obiettivi. Parliamo quindi di tempi di attivazione di poche ore, nulla a che vedere con l’impegno previsto dal tradizionale software legacy.
Infine, un tema imprescindibile è quello relativo alla qualità della collaborazione, che si ricollega alla gestione documentale e alla user experience. Se IMPACT si propone come un software ESG, deve contenere tutto il mondo ESG e consentire all’utente di rimanere al suo interno, mettendo a disposizione tutto ciò che gli occorre, senza costringerlo a reperire continuamente informazioni da tool di terze parti. Una sola applicazione deve offrire una visione unitaria, integrando tutti gli strumenti e le informazioni necessarie. Questo consente di rendere più semplice il flusso operativo, di lavorare su un’unica base di dati per accedere e scambiare informazione ed effettuare tutte le comunicazioni di cui gli stakeholder necessitano.
La fase operativa deve essere finalizzata a collezionare un’unica base di dati, che consenta ad esempio all’applicazione di generare automaticamente i quadri della dichiarazione di sostenibilità, senza obbligare l’utente a lunghe ed estenuanti ricerche e compilazioni manuali di tabelle o quant’altro. Questo è possibile perché una soluzione cloud native come IMPACT è pensata sin dall’origine per integrare tutto il workflow e i processi con la massima trasparenza.
(FLT) – Qual è la prima dote che il cliente apprezza di una soluzione come IMPACT?
(MG) – La prima che ci viene richiesta, ossia soddisfare gli adempimenti normativi legati al ESG. Il cliente deve infatti produrre una serie di documenti obbligatori conformi a determinate disposizioni, in continua evoluzione. Tra le più recenti, ad esempio, vi è la nuova normativa sulla Tassonomia dell’Unione Europea, che descrive un framework per classificare le attività economiche sostenibili e riguarda al momento gli operatori del mercato finanziario e le società con più di 500 dipendenti. IMPACT è progettato e certificato sulla base dei principali standard internazionali, per cui il cliente è certo che il risultato della sua produzione sarà certamente conforme alle normative vigenti.
(FLT) – In quali aspetti risiede invece l’effettivo valore aggiunto?
(MG) – Nella definizione e nel raggiungimento degli obiettivi strategici. Grazie a politiche e condotte realmente sostenibili, le aziende possono infatti ottenere enormi benefici. Oltre alla redazione della dichiarazione di sostenibilità, IMPACT consente di creare il piano di sostenibilità, come abbiamo fatto per Gruppo CAP e Gruppo Orsero e presto per molti altri, che recepisce l’impronta strategica con l’obiettivo di rendere la sostenibilità un argomento coinvolgente all’interno dell’azienda.
(FLT) – Un atteggiamento molto “italiano” ci dice che se una cosa non è obbligatoria, tendenzialmente nessuno la fa e l’obbligo viene pertanto visto come un peso, anziché porsi il problema della sua effettiva utilità. Quali sono le dinamiche che consentono di invertire questa tendenza?
(MG) – Integrare nei tool utilizzati di consueto dai dipendenti alcuni meccanismi di coinvolgimento che incoraggino una condotta sostenibile. Dev’essere qualcosa di leggero, divertente e accompagnato da un sistema premiale, che consenta di accumulare delle ricompense nel raggiungere un determinato obiettivo. È infatti necessario stimolare la partecipazione. È importante precisare un aspetto. Ogni azienda ha esigenze e politiche di sostenibilità molto specifiche, per cui non avrebbe senso generalizzare. IMPACT offre degli obiettivi preconfigurati, ma soprattutto la possibilità di personalizzarli in base alla propria strategia di sostenibilità.
(FLT) – Le applicazioni utilizzate dai dipendenti, quindi, integrano messaggi che incoraggiano il raggiungimento di obiettivi sostenibili, come un utilizzo più efficiente delle risorse, la limitazione degli sprechi ed altri aspetti che possono oltretutto generare una ricaduta positiva anche sugli aspetti finanziari dell’azienda. È corretto?
(MG) – Assolutamente. Sulla base di quanto accennavi, molti purtroppo vedono ancora la sostenibilità come una voce di costo, ma non è assolutamente così. La sostenibilità consente alle aziende di ottenere enormi vantaggi, sia dal punto di vista economico che da quello reputazionale. Per diventare efficaci, questi concetti devono entrare nel comportamento delle persone, che devono imparare a riciclare, risparmiare e utilizzare in modo corretto le risorse di cui dispongono. Una volta che questi meccanismi diventano spontanei, le aziende possono innalzare in maniera sostanziale gli standard ESG con sforzi relativamente contenuti.
(FLT) – Senza il digitale, sarebbe oltremodo complesso raggiungere un obiettivo di questo genere?
(MG) – Indubbiamente, principalmente per due motivi. In primo luogo, il digitale consente enormi risparmi rispetto ad una campagna di sensibilizzazione tradizionale. In secondo luogo, questa rischierebbe di rimanere una soluzione una tantum, la cui efficacia potrebbe svanire nel giro di breve termine. Il digitale si dimostra più conveniente ed efficiente a livello di risultati, in quanto si innesca un coinvolgimento continuo ed aggiornabile in tempo reale a livello di contenuti, che incoraggia l’utente ad imparare “by doing”, facendo direttamente le cose.
(FLT) – In che modo IMPACT consente di correlare gli aspetti di natura non finanziaria, per cui nasce, con le ricadute economiche dirette ed indirette generate dalle politiche di sostenibilità aziendale?
(MG) – Al di là della presenza di strumenti che consentono di misurare i risultati e di conseguenza i benefici che le aziende ottengono, la filosofia di IMPACT non prevede una relazione diretta tra i due ambiti. Ci sono centinaia di ricerche che dimostrano come una condotta aziendale sostenibile generi ricadute positive a livello economico e reputazionale per i brand sensibili a certe tematiche. Non abbiamo insistito su questo aspetto. Ci siamo preoccupati di rendere possibile che ciò accada. IMPACT mette infatti le aziende nella condizione di poter definire e raggiungere i loro obiettivi strategici legati alla sostenibilità, grazie ad una serie di strumenti integrati che facilitano questo percorso. Il nostro strumento è totalmente versatile e adattabile ad ogni realtà, anche internazionale. IMPACT è apprezzato molto non solo fuori dall’Italia ma addirittura dall’Europa, ad esempio siamo stati scelti da Vodafone Egypt al Cairo e da Al Dahra ad Abu Dhabi. Come accennavo, ai nostri clienti le idee non mancano di certo, noi dobbiamo consentire loro di realizzarle.
(FLT) – Diventa del resto anche difficile imporre certi concetti dall’alto, dal momento che rimangono per certi versi intangibili.
(MG) – Ci rendiamo conto ogni giorno che l’implementazione in azienda di comportamenti realmente sostenibili costituisca un processo estremamente graduale, che non può certamente atterrare dall’alto. Per questo occorrono strumenti in grado di integrarsi in maniera morbida nelle attività quotidiane dei dipendenti, stimolando il loro coinvolgimento “dal basso”. La politica “oggi parto e faccio tutto” non è in alcun modo consigliabile, soprattutto quando si mira verso aspetti come il comportamento e le abitudini delle persone. Occorre continuità e pazienza.
(FLT) – Quali sono i prossimi sviluppi attesi nella roadmap di IMPACT?
(MG) – L’aggiornamento del software alle novità normative, in modo che l’utente possa sempre lavorare in maniera assolutamente conforme. Il fatto che IMPACT sia un SaaS costituisce un contesto molto favorevole per garantire a tutti gli stakeholder una versione sempre aggiornata ed attuale.
Oltre a migliorare le funzioni già esistenti, stiamo investendo molto sul fronte dell’Intelligenza Artificiale per implementare soluzioni di analisi predittiva sempre più potenti e capaci di agevolare le decisioni degli stakeholder, che in materia di sostenibilità coinvolgono davvero tantissimi aspetti. Automatizzare in maniera intelligente questi processi può generare un valore aggiunto decisivo nella direzione di investire sempre di più su questi temi.
Stiamo inoltre integrando strumenti che consentano di misurare la sostenibilità sul fronte dell’intera supply chain, analizzando in maniera più puntuale il contributo di tutti i fornitori legati a una determinata filiera.
(FLT) – Per quanto concerne il mercato, l’ESG sembra essere qualcosa che riguarda soltanto le grandi aziende, o almeno dall’esterno si ha questa percezione. Le PMI continueranno a rimanere un corpo estraneo fino a quando le normative di riferimento non le obbligheranno in qualche modo a provvedere?
(MG) – Si tratta appunto dell’altro principale filone di ricerca che abbiamo intrapreso, per ora soprattutto come missione, dal momento che c’è poca concretezza sul mercato. Stiamo infatti pensando ad una versione di IMPACT su misura per le PMI, che sappia trasmettere il valore strategico della sostenibilità che, pur con obiettivi differenti rispetto alla grande azienda potrebbe generare delle ricadute positive molto importanti.
(FLT) – Anziché agire sulle economie di scala, come fanno le grandi aziende, le PMI potrebbero addirittura abilitare delle opportunità di business che altrimenti sarebbero loro precluse.
(MG) – Per molti versi, per le PMI sarebbe decisiva l’adozione di politiche legate alla sostenibilità, ma le barriere di adozione al momento sono molte, e purtroppo pienamente comprensibili. Le PMI sono chiamate ad innovare, ma non è per loro facile trovare le risorse per farlo. Non parlo nello specifico di IMPACT, che può ovviamente non costituire al momento una priorità per una PMI, ma in generale.
La tecnologia oggi ci consente di creare un’offerta scalabile, tagliata su misura per le PMI, ma devono intervenire delle politiche di sostegno più decise nel supportare la loro iniziativa di trasformazione digitale.
Ci auguriamo che il PNRR possa rivelarsi un motore decisivo per sbloccare l’azione delle PMI anche sul fronte della sostenibilità, dal momento che costituisce uno dei pilastri fondamentali dell’iniziativa. Dal canto nostro per il momento possiamo investire nel ricercare soluzioni che rendano possibile l’innovazione delle PMI. In questa missione è fondamentale il contributo che ogni giorno riceviamo dai nostri partner. Microsoft sta facendo moltissimo per supportarci e fare rete attorno a questi argomenti. Insieme abbiamo infatti progettato proprio un Self-Assessment, gratuito, per scoprire il livello di digitalizzazione in ambito Sostenibilità della propria azienda e conoscere il posizionamento rispetto al mercato.
MESA
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Da oltre 15 anni, MESA è attiva nei rami dell’innovazione tecnologica, dei servizi e della formazione, specializzata nello sviluppo e implementazione di soluzioni innovative per l’automazione intelligente dei processi aziendali delle aree di industria 4.0, sostenibilità, controllo di gestione, governance, risk & compliance.
MESA ha sede presso il Campus Universitario di Savona, dove ha attivato negli anni diversi laboratori e progetti con l’Università, in particolare per gli ambiti Controllo di gestione, Industria 4.0, Innovazione tecnologica (con progetti e laboratori legati al Machine Learning e all’Internet of Things).
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