Micro Focus Summit 2018, buona la prima e anche la seconda. Solo posti in piedi a Roma, solo posti in piedi a Milano. Un software da record ha chiamato a raccolta, nei giorni scorsi, centinaia tra Cio, IT manager, Line of business e ancora system integrator, distributori informatica, sviluppatori… Una chiamata che, come detto, aveva un nome e un cognome, Micro Focus Summit 2018 e anche un obiettivo semplice ma non banale. Evitare ogni tipo di discorso, presentazione accademica e ancora evitare di lasciare il palco a demo prodotto, performance… Il tutto per andare verso presentazioni e momenti di incontro con al centro, nel cuore, speakers e storie, vere, reali, concrete di imprese rigorosamente italiane che proprio grazie ad una gestione e produzione innovativa del software stanno cambiando marcia sul mercato. «Lo abbiamo pensato, lo abbiamo detto e alla fine siamo riusciti a farlo – spiega Giuseppe Gigante, country marketing manager Italy di Micro Focus, e anima del progetto-. Siamo partiti dal presupposto che se, come dicono i maggiori ricercatori mondiali, la trasformazione digitale, le tecnologie informatiche ormai sono sempre più appannaggio anche e soprattutto di figure di business come marketing, finance, hr, produzione… ecco se tutto questo è vero occorre fare un passo in avanti che ci allontani un po’’ dalle discussioni unicamente basate su prestazioni, bit, byte. Abbiamo pensato e costruito dunque un progetto fondato sulle esperienze, sui casi concreti di imprese di eccellenza italiana che con DevOps (qui la guida per sapere DevOps cos’è e a cosa serve), il cloud ibrido e le nuove modalità di test, sviluppo e produzione degli applicativi e servizi oggi hanno già cambiato marcia e raggiunto obiettivi importanti».
Micro Focus Summit 2018, i casi, reali, delle aziende che stanno trasformando il business in Italia
Detto fatto, davanti a due sale piene in ogni ordine di posto, da Roma a Milano, sul palco del Micro Focus Summit 2018 si sono alternati alla parola non i tecnici della società, non i prodotti ma manager e professionisti di imprese come Snam, Enel, Bnl, Sky, Poste Italiane, Intesa San Paolo, Aws… Ognuna con una storia, un percorso, successi e criticità diverse, ognuna con un obiettivo: fare della trasformazione digitale un vantaggio competitivo senza precedenti a livello di business (ovviamente) ma soprattutto di servizio e relazione con dipendenti e clienti. « Volevamo tenenrci alla larga da visioni smaccatamente accademiche o troppo teoriche – spiega soddisfatto Andrea Vingolo, Country Manager Micro Focus Italia -. Se ci siamo riusciti è soprattutto merito dei clienti e delle aziende che hanno accettato la sfida e si sono messe in gioco sui palchi di Roma e Milano raccontando come DevOps, cloud ibrido e nuovi servizi hanno reso migliori il loro data center, il loro crm, la loro sicurezza… un valore unico che il pubblico ha molto apprezzato». Venendo al dettaglio delle aziende che hanno affrontato il palco del Micro Focus Summit 2018,
Ad aprire le danze ci ha pensato Paolo Stefan, IT Project Manager di ENEL S.p.A. che ha spiegato, passo per passo cosa vuol dire Muoversi verso il Cloud: l’esperienza di porting del mainframe in Enel.«Passare dalmainframe all’Hybrid Cloud – ha spiegato il manager – non è stata una passeggiata ma è stato però un viaggio pieno di scoperte, stimoli, vantaggi. Un viaggio non ancora completato, partito con lo “spegnimento” del nostro Data Center tradizionale e che oggi continua con la sfida di proteggere l’unicità di un’azienda abbracciando però nuove tecnologie per continuare a crescere».
Giovanni Pistarini, Test Factory, Cross Support Operation & Test Industrialization di Poste Italiane ha spiegato invece come una organizzazione complessa è riuscita a costruire una infrastruttura di Testing DevOps ready a garanzia di una user experience migliore e servizi più aderenti alle aspettative. Una sfida cruciale che ha permesso a Poste di sviluppare approcci più efficaci e soddisfacenti con i propri clienti. Antonio Campani, Lead CRM Systems & Development di SKY Italia ha invece spiegato come, grazie al cloud ibrido, una azienda che fa della customer satisfaction un asset cruciale, è riuscita a sviluppare una “Continuous Improvement” sui Sistemi CRM e, ancora una volta, una migliore profilazione dei clienti, dei messaggi, delle relazioni da sviluppare. Di infrastrutture distribuite e inevitabilmente di controllo e gestione ha poi parlato Stefano Viotti – Head of Infrastructure and Network Services – Snam. «Gestire le sfide dell’Hybrid IT con il Software defined Datacenter e l’Orchestrazione – ha spiegato il manager – vuol dire essere pronti a servire il mercato e soprattutto avere la capacità di controllare una infrastruttura distribuita cercando di prendere le decisioni quando serve e dove serve»
Micro Focus Summit 2018, il cuore della security nel motore del cloud ibrido
Uno dei centri di gravità permanente delle due giornate è stato, come ampiamente atteso, proprio la sicurezza. Essere più veloci e agili nella scrittura, nello sviluppo di software e servizi non vuole infatti dire accettare compromessi a livello di protezione delle informazioni e di sicurezza. «Anzi – rilancia Vingolo – proprio perché aumenta la velocità di esecuzione e soprattutto aumenta la criticità dei processi che finiscono per essere gestiti grazie al cloud, proprio la security esaspera la sua centralità. Se qualcosa va storto con il controllo e la gestione di informazioni critiche oggi sono guai seri, guai più grandi di sempre per impatto e danni potenziali».
Anche e soprattutto per questo grande attenzione e spazio sono stati dedicati agli interventi di imprese che proprio con la gestione delle informazioni critiche vivono quotidianamente.
Cosa comporta l’introduzione di una cultura DevOps in un ambiente in continua evoluzione? È infatti la domanda a cui ha cercato di rispondere Monica Carpi, Resp. Ambienti di Sviluppo e DevOps di Intesa San Paolo. La “prima” Banca Italiana ha infatti raccontato le sfide e le soddisfazioni di un approccio alternativo al DevOps, partendo dall’ Ops, nell’era del Cloud e dei Microservizi.
Di DevSecOps e di sicurezza congenita nelle applicazioni per una sempre più ampia soddisfazione e tutela del cliente ha invece parlato Enrico Picano, Responsabile Cyber Security Prevention & Transformation Banca Nazionale del Lavoro. Il manager si è anche soffermato su approcci innovativi, come gaming e contest, attraverso i quali BNL sta cercando e riuscendo ad aumentare la percezione del rischio nei propri dipendenti alle prese con l’uso degli strumenti digitali. Un passaggio chiave per tutti ma, come detto, doppiamente critico per un istituto di credito.
Ultimo ma, come si dice, non ultimo, il caso ancora una volta complementare e unico rispetto a tutti gli altri di Massimiliano D’Amore – Technology Infrastructure Manager – Enterprise. Una azienda che sviluppa software e che ha parlato di multicanalità come opportunità di business B2C e B2B, evidenziando criticità sulla sicurezza dei dati personali e dei servizi critici. «Un DevSecOps virtuoso – ha spiegato D’Amore – permette di adottare la Security by Design nelle applicazioni rendendole più sicure»