Il mercato dei servizi cloud pubblici in Italia arriverà a 13 miliardi di dollari l’anno entro il 2026. Questo porta nuove opportunità di crescita per i partner di Microsoft. L’azienda ha condiviso, in anteprima, i dati di una recente ricerca di IDC “Opportunità dell’ecosistema Microsoft: Percorsi dei partner per la redditività e la crescita”. Come ha spiegato Fabio Santini, Direttore della Divisione Global Partner Solution di Microsoft Italia: “I partner di Microsoft stanno crescendo rapidamente e nel 2022 i ricavi legati a Microsoft sono aumentati in media del 19% anno su anno”.
In Europa meridionale, nel 2021, il 77% del canale è aumentato mentre il 17% è rimasto stabile, con solo il 6% che è diminuito. I dati del 2022 parlano invece di una crescita del 90% e di una diminuzione appena del 2%, con l’8% che invece rimane stabile.
“Abbiamo intervistato tre tipologie di partner – prosegue Santini – chi distribuisce il software, chi offre servizi (consulenza, progetti, vas) e chi vende il software. I partner di Microsoft orientati al software ottengono il margine lordo più elevato per la loro attività con il nostro marchio”. Nello specifico, in Europa il 18% dei partner è attivo nella distribuzione, il 26% nei servizi e il 32% nella produzione di software. In previsione futura, la prima fetta scenderà al 15%, la seconda al 16% mentre crescerà al 43% il numero dei partner orientati al software.
[Microsoft ha appena lanciato il rinnovo del suo storico programma di canale proprio per supportare al meglio la rivoluzione cloud, di cui trovate qui tutti i dettagli.]
L’opportunità per un partner Microsoft di vendere i propri servizi e software varia, stando ad IDC, in base al modello di business adottato. “Chi vende soluzioni IP ha un ricavo di quasi 8 dollari per ogni dollaro di ricavi Microsoft. SI tratta di fette che aumentano parecchio se la soluzione è appoggiata su Azure, modernizzandola rispetto al passato, rispetto ad una mera migrazione. Oggi stiamo lavorando con tutti i partner italiani per fare un salto importante in termini di adozione cloud, così da ampliare ulteriormente le revenue in futuro”. Stando Santini, la maggior parte delle PMI italiane si basa ancora su una scarsa confidenza nel “concedere” parte dei propri sistemi a terzi, i partner, che possono gestire flussi e processi, aggiornandoli. “I grandi player sono abituati ad affidarsi a soluzioni esterne mentre più si scende più si rileva ancora l’abitudine nel tenere tutto in casa. Bisogna passare dalla vendita del progetto alla gestione vera e propria di un business, così da far decollare effettivamente l’innovazione delle piccole e medie imprese”.
La domanda è: cresce il margine dei partner se si affidano a Microsoft? “I numeri dicono di si. Merito della nostra presenza all’interno di ogni country di rilevamento. Il canale sa che se si affida a noi, può puntare anche ad allargarsi all’estero, grazie alla presenza di rivenditori al di fuori del suo principale territorio di riferimento. IDC chiude l’analisi con una serie di suggerimenti per il canale. Il sum è quello di spingere verso l’utilizzo di un solo vendor anche per motivi di sicurezza, in tempi in cui l’identità digitale diventa un tema centrale, ancora di più quando il cloud muove il business di organizzazioni di ogni tipo e dimensione”.