Da Microsoft Teams e Azure nuove opportunità di metaverso per gli ISV e i system integrator. Tra le moltissime novità annunciate a Microsoft Build 2022 (ne abbiamo parlato in questo articolo) il metaverso è riuscito ancora una volta a catturare l’attenzione grazie alle sue straordinarie potenzialità, che iniziano a dare dimostrazioni concrete di utilizzo soprattutto nell’ambito delle applicazioni digital twin dell’industria 4.0, come dimostra la partnership stipulata con Kawasaki per l’assistenza e la manutenzione degli impianti sul piano di fabbrica del colosso giapponese.

Molte le novità anche sul fronte di Microsoft Teams, con nuove estensioni pensate nello specifico per migliorare la collaborazione nel lavoro ibrido, che vede una necessità di incontro in un unico spazio virtuale persistente, capace di mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari per svolgere le operazioni previste.

Il metaverso andrà costruito, applicazione dopo applicazione e creerà tantissime opportunità agli ISV e ai system integrator che vorranno sfruttare l’intero parco tecnologico offerto da Microsoft. Durante il keynote a Microsoft Build 2022, Satya Nadella si è soffermato principalmente su due aspetti fondamentali: Mesh per Microsoft Teams e le nuove soluzioni di Azure per la realtà aumentata e la realtà mista in ambito industriale.

L’intervento di Nadella conferma ancora una volta come Microsoft stia adottando una strategia orientata a produrre applicazioni disponibili per moltissimi device (Microsoft HoloLens, Windows Mixed Reality, visori VR e AR di terze parti, smartphone, tablet, ecc.), per implementare in maniera sempre più immersiva quelle funzioni che di fatto sono già implementate su Teams e Azure, estendendone le potenzialità per sviluppare una gamma sempre più ampia di applicazioni collaborative.

Questa prospettiva potrà creare new business e grandi vantaggi competitivi per gli ISV e i system integrator che si dimostreranno più lungimiranti nell’investire sulle tecnologie del metaverso proprio ora, nella loro fase di early adoption.

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Mesh per Microsoft Teams, le novità del metaverso per il lavoro ibrido

Il keynote di Satya Nadella in apertura di Microsoft Build 2022, conferenza dedicata interamente agli sviluppatori, ha messo in evidenza alcune anticipazioni relative a Mesh, il nuovo modulo pensato per dotare Microsoft Teams delle funzionalità immersive tipiche del metaverso, una dimensione che prevede, almeno nella sua definizione più classica, la fusione tra il mondo reale e i mondi virtuali in 3D.

Non esiste ovviamente un solo metaverso, ma tante applicazioni dotate di caratteristiche che ricadono in un denominatore comune. In tal senso il metaverso di Microsoft si propone come un abilitatore tecnologico molto eclettico, per consentire ad ognuno la possibilità di personalizzare il proprio ambiente virtuale in funzione delle esigenze specifiche.

Nell’ambito del suo intervento sul metaverso, Nadella ha affermato che: “Ho provato internamente ad utilizzare Mesh e sono molto entusiasta dell’espressività degli avatar. I miei avatar mi rappresentavano esattamente come avrei voluto che lo facessero”.

Il tema dell’identità digitale nel metaverso, da alcuni già ridefinita quale metaidentità, rappresenterà uno dei principali ambiti di sviluppo. Gli avatar 3D costituiscono di fatto la nostra presenza in un ambiente virtuale, dove le altre persone ci vedono per il modo in cui appariamo a loro.

L’avatar esprime il nostro carattere di relazione attraverso i suoi dettagli, che vanno dall’abbigliamento, che può assumere connotati incredibilmente creativi, superando i limiti imposti nel mondo reale, ma anche nelle espressioni del volto. Insomma, potremmo avere bisogno del classico abito per ogni occasione, ragion per cui inizialmente Mesh dovrebbe prevedere la possibilità, per ciascun utente, di configurare fino a tre avatar.

Anche se gli avatar 3D previsti da Mesh non sono fotorealistici, la loro espressività costituisce un approfondimento sul tema rispetto ai personaggi 3D dei giochi multiplayer online, che sulla personalizzazione del proprio personaggio virtuale hanno implementato dei business miliardari.

Personalizzare il proprio avatar nel metaverso non sarà un elemento accessorio, ma il punto focale di una strategia basata sulla presenza e sulle relazioni, con modalità inedite rispetto a quanto avviene nella realtà, ma non per questo meno rilevanti. Un avatar serio e formale genera nell’interlocutore sentimenti del tutto differenti rispetto ad un avatar sgargiante e sorridente.

In qualche modo il nostro alter ego virtuale dovrebbe riflettere il nostro comportamento nel metaverso, onde evitare un’incoerenza destinata a creare in qualche modo un attrito percettivo con chi interagisce con noi. È necessario, potremmo altrimenti definirlo, un adeguato fitting nell’esperienza che intendiamo vivere nei mondi virtuali, che non deve necessariamente coincidere con la nostra presenza nel mondo reale.

Tale condizione appare evidente anche nei social network tradizionali. Su Facebook tendenzialmente assumeremo un comportamento differente rispetto a Linkedin, o rispetto a Twitter. Questo concetto vale anche per gli spazi tridimensionali dei social del metaverso.

Da questo punto di vista, abilitare Mesh all’interno di Teams potrà portare un valore aggiunto sostanziale. Non si tratta infatti di aggiungere nuove funzioni ad un meeting online. Si tratta di creare uno spazio virtuale persistente, in cui i contenuti rimangono a disposizione di tutti coloro che sono autorizzati ad accedervi. Se oggi facessimo una sessione di lavoro collaborativa su un progetto, non perderemmo i risultati ottenuti fino a fine giornata. Sarebbe sufficiente loggarci nuovamente per ritrovare gli avanzamenti più recenti e procedere con le operazioni.

Il metaverso abilita nuovi scenari collaborativi per il lavoro ibrido e Microsoft, secondo Nadella, sta implementando una visione il più possibile aperta: “Stiamo sviluppando Mesh come servizio in Azure, in modo che ognuno possa creare i propri mondi immersivi. Grazie a Mesh sarà possibile costruire il proprio metaverso e renderla accessibile da qualsiasi luogo attraverso qualsiasi device: HoloLens, Visori VR, smartphone, tablet e PC”.

Queste sono probabilmente le parole più importanti pronunciate da Nadella in funzione di una strategia che permetterà a ISV e system integrator di creare moltissime nuove applicazioni, per soddisfare le esigenze specifiche dei loro clienti o creare soluzioni verticali capaci di soddisfare ambiti di business verticali.

In termini pratici, oggi Microsoft offre già una piattaforma social VR in cui creare esperienze del metaverso: AltSpace VR. Mesh estenderà questo concetto verso una direzione molto più enterprise, integrata direttamente nell’ecosistema cloud di Microsoft Azure, dove potrà essere integrato da numerose altre funzionalità, come quelle di PowerBI per la data visualization e PowerApps per estendere e automatizzare in maniera semplice e rapida le funzioni delle varie applicazioni presenti nell’esperienza immersiva del metaverso.

Anche se tali funzioni non sono ancora state dettagliate nello specifico per quanto riguarda Mesh, che al momento è ancora in fase di sviluppo, le immagini delle demo lasciano presagire che i tool low-code / no-code della Microsoft Power Platform faranno la loro presenza anche negli ambienti immersivi. Dovrebbe essere qualcosa di simile a quanto Live Share e Collaborative Apps consentono di fare su Teams, dal momento che la piattaforma di base rimane sostanzialmente la stessa, pur in un environment 3D. Alcune funzioni già presenti in Teams, come la whiteboard, saranno presenti anche in Mesh.

Non ci resta dunque che attendere le prossime rivelazioni in merito a Mesh for Teams, in attesa di poter finalmente mettere le mani sul prodotto e provarlo concretamente, entrando a tutti gli effetti nel metaverso di Microsoft.

Mesh for Teams consente la presenza degli utenti in varie modalità. Dalla classica riproduzione del mondo reale alla proiezione in ambienti totalmente virtuali, dove è possibile creare e configurare il proprio avatar (credit: Microsoft)

Microsoft e Kawasaki insieme per l’industrial metaverse: il digital twin 3D del workplace

Se il metaverso per il lavoro ibrido necessita ancora di parecchio lavoro prima di essere reso disponibile a tutti, l’impegno di Microsoft per sviluppare applicazioni in mondi virtuali immersivi sta già producendo risultati concreti nel contesto enterprise, dove le capacità di investimento e la possibilità di realizzare applicazioni taylor made agevolano notevolmente lo sviluppo rispetto al contesto consumer, che necessita di una maggior standardizzazione per risultare spendibile a livello mainstream.

Microsoft ha supportato Kawasaki a costruire il suo “industrial metaverse”, con le tecnologie immersive di Microsoft HoloLens. I lavoratori sul piano di fabbrica possono indossare i visori mixed reality per avviare applicazioni di supporto per la produzione, la riparazione e la gestione dell’intera supply chain, oltre ad agevolare la collaborazione con gli impianti robotici.

Microsoft HoloLens, giunto alla seconda versione commerciale, è stato lanciato per la prima volta nel 2016 e costituisce oggi un punto di riferimento nel pionieristico mondo della realtà aumentata per le applicazioni industriali, oltre ad essere sempre più diffuso in vari ambiti, tra cui spicca indubbiamente il settore healthcare.

Satya Nadella nel keynote di Microsoft Build 2022. I punti salienti delle soluzioni Microsoft per l’industrial metaverse (credit: Microsoft)

HoloLens consente di proiettare sul proprio visore dei contenuti 3D in tempo reale, capaci di sovrapporsi in maniera persistente rispetto al mondo reale. In questo modo, grazie al digital twin degli impianti di fabbrica, gli utenti possono ricevere in tempo reale informazioni sul loro stato di funzionamento e istruzioni relative alle operazioni di montaggio e manutenzione, facilitando enormemente la formazione e la collaborazione interna.

Attraverso la creazione di un digital twin 3D in grado di rappresentare il workspace con una connessione tra reale e digitale garantita dalla sensoristica dei sistemi IIoT (Industrial Internet of Things) è possibile rendere estremamente più rapida, efficiente ed economica la gestione della supply chain.

L’utilizzo più comune per HoloLens in ambito industriale è infatti l’assistenza da remoto, che consente all’utente sul campo di condividere il proprio punto di vista con un esperto da una centrale operativa, capace di comprendere la natura del problema e guidarlo attraverso la conversazione vocale e istruzioni a video che, grazie alla realtà aumentata, compariranno in overlay sull’oggetto di intervento, in maniera perfettamente contestuali.

In un’intervista recentemente rilasciata al network americano CNBC, Jessica Hawk, Microsoft corporate VP  of mixed reality, ha rivelato che questi esempi di metaverso industriale rappresentano soltanto un’anticipazione delle esperienze totalmente immersive che si potranno realizzare in futuro: “E’ la ragione per cui vediamo tutta questa energia in queste applicazioni. Ci sono problemi reali con cui le aziende si confrontano, quindi avere una soluzione tecnologica che le aiuti a superare la sfida della supply chain produce un impatto incredibile”.

Il business di Microsoft nell’ambito della realtà aumentata per le applicazioni enterprise è un chiaro indicatore di cosa sia possibile attualmente realizzare nell’ampio ventaglio di soluzioni che si prospetta sotto il termine ombrello di metaverso.

Meta e Microsoft: punti di vista e strategie differenti nella corsa al metaverso

Oltre al futuro prospettato da Meta, che mira a portare l’intera esperienza di vita nei mondi virtuali distopici, ci sono tantissime applicazioni puntuali in cui la tecnologia, pur agli esordi, è già in grado di dare una risposta concreta e tangibile a problemi reali. Si tratta di strumenti che già esistono e aspettano semplicemente di essere utilizzati. Questa condizione, a livello consumer, appare ad oggi prematura e soprattutto non trasmette ancora la sensazione di essere così necessaria.

La stessa Meta, secondo quanto fatto intuire dalla roadmap dei suoi prossimi visori VR, prenderà molto probabilmente più direzioni. La prossima uscita commerciale, che dovrebbe coincidere con Project Cambria, avrà un costo sensibilmente superiore rispetto all’attuale device consumer Quest 2.

Questa novità consentirà all’ecosistema VR di Mark Zuckerberg di abilitare esperienze di maggior qualità, più spendibili in un contesto professionale come quello richiesto dal lavoro ibrido o dalle applicazioni industriali. 

Per quanto concerne le applicazioni nel lavoro ibrido, Meta Workrooms e Microsoft Mesh for Teams presentano varie analogie nel garantire ambienti virtuali immersivi per la collaborazione. Ben diverso è il contesto social VR puro, quello di Meta Horizon, per intenderci, già disponibile in beta, ma ancora distantissimo dall’essere anche soltanto proponibile in un contesto che possa avvicinare minimamente i numeri di partecipazione dei social tradizionali.

Zuckerberg sta infatti affrontando uno dei maggiori investimenti della storia della tecnologia per assicurare a Facebook un successore capace di altrettanto successo nell’era del post web. In una recente comunicazione agli investitori, riportata in sintesi da Bloomberg, il personaggio più iconico nell’ambito dei social network ha rivelato che Meta produrrà pesanti passivi per i prossimi cinque anni ed in ogni caso è ben difficile che possa generare un bilancio pienamente in attivo prima del 2030.

Microsoft non sfugge ovviamente a questa condizione, ma la sua strategia, in qualità di leader IT a tutto sesto, a cominciare dal cloud, spazia lungo orizzonti diversificati. Microsoft è infatti orientata a vendere sin d’ora tecnologia alle aziende per consentire loro di risolvere i problemi grazie alla realtà aumentata e alla realtà virtuale. Come del resto si è sempre fatto, ancor prima che le esperienze in realtà virtuale e in realtà aumentata venissero infilate nel generico calderone esperienziale del metaverso.

Con l’ampio ecosistema di tecnologie immersive che Microsoft oggi è in grado di garantire sia a livello hardware che a livello software grazie all’ecosistema cloud Azure, ogni azienda può realizzare il metaverso che le occorre.

Il metaverso di Microsoft non si prospetta come un unico mondo virtuale distopico, ma come una serie di esperienze in realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista capaci di supportare un numero sempre più esteso di device e piattaforme, come sostiene ancora una volta Jessica Hawk: “Siamo davvero eccitati di sbloccare tutta questa innovazione. Oggi siamo in grado di comprendere certe cose e siamo coscienti del fatto che moltissime altre cose non sono state ancora comprese. Questo è per noi un momento estremamente eccitante”.

Da Microsoft Teams e Azure nuove opportunità di metaverso per gli ISV e i system integrator ultima modifica: 2022-10-17T16:40:00+02:00 da Francesco La Trofa

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