L’Oracle Technology Summit 2023 è stato ancora una volta l’occasione per conoscere alcuni esempi concreti del valore aggiunto che la nuova idea di “cloud” distribuito, territoriale, sicuro firmata Oracle è in grado di offrire all’accelerazione digitale delle aziende.
Le testimonianze dirette di ARIA, Bitron e Sisal hanno offerto ai presenti uno spaccato delle enormi potenzialità che è possibile raggiungere grazie alle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e sul machine learning, nell’ampio contesto dell’offerta multicloud.
Ad aprire i lavori della giornata milanese è arrivato all’Oracle Technology Summit Alessandro Ippolito, VP South-EMEA Technology e Country Leader di Oracle Italia, che ha ricordato alcune caratteristiche distintive dell’approccio di Oracle al mercato, basato su una scelta di apertura tecnologica e culturale e sulla collaborazione con l’ecosistema di clienti e partner: “E’ un rapporto che Oracle interpreta nel segno della trasformazione digitale, dell’attenzione alle persone – testimoniata anche da recenti riconoscimenti come l’inserimento nella lista delle migliori aziende italiane in cui lavorare stilata da LinkedIn – e del contributo alla comunità, anche attraverso la sede di Milano che vogliamo far diventare uno hub di innovazione aperto ad aziende e cittadini”.
Oracle Technology Summit, il futuro del cloud e la sovranità dei dati: crescono le cloud region di Oracle
Nel keynote dell’evento, Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle Italia, ha messo in evidenza i trend relativi al cloud che Oracle rileva quotidianamente grazie alle sue attività, esprimendoli con dati di particolare rilievo. Secondo i numeri presentati nel contesto del Technology Summit, nell’ultimo anno il consumo del cloud da parte dei clienti sarebbe aumentato di circa il +50%.
I numeri della presenza di Oracle in Italia parlano chiaro: 14.000 aziende e organizzazioni pubbliche italiane, di cui circa 200 quelle di livello enterprise hanno scelto la piattaforma OCI (Oracle Cloud Infrastructure).
Per soddisfare questa straordinaria domanda di servizi, offrendo performance e sicurezza di livello adeguato, Oracle continua ad investire sul cloud “locale”. La cloud region di Milano è già parte di una rete di livello globale che, nel momento in cui scriviamo, vede già 41 grandi strutture in tutto il mondo, con la previsione di portarle a 50 entro il breve periodo.
La cloud region milanese è peraltro una delle prime a livello europeo ad offrire una gamma di servizi molto completa, che oltre a IaaS e PaaS, conta attualmente su soluzioni SaaS Oracle molto variegate: ERP, EPM, SCM, HCM e CX.
Secondo Andrea Sinopoli: “I trend italiani che spingono la crescita del cloud in generale a nostro parere sono tre: il costo dell’energia, che pesa sul bilancio e comprime ancora di più le risorse disponibili per l’innovazione; l’obsolescenza della base installata che oggi, secondo le nostre analisi, ha costi associati che possono arrivare al 30-40% del budget IT; e da ultimo, le sollecitazioni legate ai fondi del PNRR, specie per il settore pubblico, che sta anche affrontando l’importante percorso verso il Polo Strategico Nazionale, in cui anche Oracle è coinvolta direttamente”.
Oracle ha dichiarato la ferma intenzione di continuare ad investire nelle cloud region, annunciando l’apertura di due nuove sedi presso Madrid e Francoforte.
Le cloud region sovrano sono ambienti totalmente isolati rispetto ai realm commerciali del cloud pubblico e nascono per soddisfare gli obiettivi di enti pubblici e privati che, per la natura della loro offerta o il quadro normativo a cui sono soggetti, presentano requisiti stringenti in materia di sovranità, gestione e residenza del dato, da intendersi entro il perimetro economico dell’Unione Europea.
Oracle si impegna sempre più in questa direzione, per far sì che fruire dei servizi di OCI sfruttando l’opportunità del cloud sovrano costituisca un’offerta sempre più aperta a tutte le realtà, anche grazie ad una maggior convenienza dal punto di vista economico.
Da questo punto di vista, Oracle intende aiutare i propri clienti a limitare il fenomeno del “cloud waste”, l’overprovisioning di risorse rispetto alle effettive richieste dei carichi di lavoro. Lo studio di Oracle in merito all’utilizzo delle risorse in cloud rivela che fino al 30% delle risorse in cloud acquisite dalle aziende vada a tutti gli effetti sprecato, per mancanza di visibilità o per tutelarsi da eventuali problemi di scalabilità.
[Nel prima parte di una video intervista esclusiva Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle Italia, commenta per noi annunci e numeri record del cloud Oracle in Italia]
Decision Dilemma: dalla difficoltà di prendere decisioni al supporto della “decision intelligence”
Un momento di particolare attenzione nel contesto della mattinata dell’Oracle Technology Summit che si è tenuto a Milano è stato caratterizzato dalla presentazione dei risultati della ricerca Decision Dilemma, per voce di Michele Porcu, VP EMEA per il Business Value, Service & Strategy di Oracle.
Lo studio ha messo in evidenza l’oggettiva difficoltà delle persone a prendere un numero sempre più elevato di decisioni, sia nel contesto della vita personale che degli aspetti riguardanti la professione. Una lacuna dovuta in gran parte alla scarsa attitudine o all’incapacità di utilizzare i dati di cui dispongono.
Michele Porcu ha in particolar modo evidenziato che per fare dei dati un effettivo valore aggiunto sia necessario variare l’approccio alla decision intelligence, supportandola con strumenti realmente in grado di supportare la valutazione, la comprensione, il follow up e l’affinamento dei dati stessi, in totale allineamento e coerenza con i processi decisionali e KPI delle organizzazioni.
Secondo quanto presentato da Michele Porcu, oltre il 90% dei manager coinvolti dalla survey ritiene che tali strumenti migliorerebbero la capacità di prendere decisioni. In attesa di assistere ad una crescita in termini di implementazione, conforta il dato relativo alla consapevolezza.
[Qui la seconda parte di una video intervista esclusiva con Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle Italia. Sinopoli commenta per noi annunci e numeri record del cloud Oracle in Italia]
Oracle Technology Summit, il case study ARIA: OCI e EXADATA Database Service per le infrastrutture IT di Regione Lombardia
Oracle Technology Summit ha offerto la preziosa testimonianza di tre casi di eccezione, in cui le tecnologie di Oracle hanno saputo accompagnare le realtà coinvolte verso una strategia digitale di successo. Il primo caso è rappresentato da ARIA, la società in-house di Regione Lombardia che progetta e gestisce le infrastrutture fisiche e digitali e il ciclo di acquisto aggregato degli Enti della PA, fornendo un supporto strategico per la governance dei sistemi ICT e per la promozione turistica della Regione.
Lorenzo Gubian, direttore generale di ARIA, ha parlato nello specifico del comparto servizi della sanità lombarda, per quanto riguarda la complessità di gestione dei dati e delle applicazioni che, prima dell’intervento di Oracle, venivano gestiti all’interno di due data center.
Gubian ha illustrato al pubblico presente come, grazie alla semplicità della migrazione su OCI, ARIA abbia potuto implementare una solida strategia di “datacenter exit”. Nel caso dell’ente a partecipazione pubblica della Regione Lombardia, il cloud journey è stato architettato in ottica multicloud, gestendo la migrazione dei dati critici relativi ai principali servizi della sanità lombarda secondo i più alti standard di sicurezza ed alta affidabilità.
Il cloud Oracle, grazie alle proprie tecnologie leader in questo specifico ambito, ospita e gestisce i database critici, mentre lo strato applicativo è stato implementato su AWS, grazie all’integrazione a bassa latenza che insiste tra i due cloud provider.
La migrazione dei database ha consentito ad ARIA di ottenere migliori performance sia nell’operatività che nella gestione, grazie alle prestazioni di OCI e alla semplicità di Exadata Database Service, che ha consentito di consolidare ed aggiornare gli ambienti in precedenza distribuiti su architetture IT eterogenee, ritrovando in cloud condizioni migliori rispetto a quanto avveniva on-premise, anche nella gestione delle latenze.
Toccando un tema delicato e purtroppo sempre di grande attualità, l’impiego di un cloud sovrano e di seconda generazione come quello della region di Milano, ha consentito ad ARIA di avere soluzioni dei dati sicure per design, assolutamente coerenti con il quadro normativo secondo quando prescritto dalle linee guida per la PA di ACN e AGID.
L’unificazione della base dati e delle applicazioni in OCI ha consentito di razionalizzare l’infrastruttura IT, con evidenti vantaggi sul piano dell’affidabilità e della sostenibilità ambientale ed economica, per struttura la gestione dei dati sanitari e di migrare senza costosi interventi applicativi anche servizi critici come la gestione delle ricette dematerializzate, il fascicolo sanitario elettronico e l’anagrafe unica regionale.
Case study SISAL: innovazione digitale e approccio multi-cloud per il gioco regolamentato
Il secondo caso studio presentato a Oracle Technology Summit di Milano ha visto come protagonista SISAL, uno dei leader mondiali nell’ambito del gioco regolamentato, con una solida attività in Italia, Marocco e Turchia, dove da anni è attiva con lotterie, scommesse, giochi online e altre forme di intrattenimento, coinvolgendo circa 2 milioni di consumatori.
Alberto Clemente, Responsabile delle architetture e dell’ingegneria di SISAL, ha fatto notare come il gioco elettronico sia un settore molto regolamentato, addirittura “più delle banche”, citando la propria esperienza pregressa nell’ambito dei servizi finanziari. Un tema cruciale è costituito dalla gestione dei dati sensibili, per un business sempre più votato verso i canali online, dinamica che ha spinto SISAL ad approcciarsi con decisione al cloud.
Clemente ha illustrato alcune sperimentazioni svolte da SISAL nel prototipare nuove soluzioni tecnologiche per “anticipare le necessità dell’innovazione digitale”, un aspetto che costituisce ormai una delle due colonne portanti della strategia di SISAL, insieme al gioco responsabile.
Proprio nell’ambito del gioco responsabile Alberto Clemente ha parlato di un’interessante applicazione di AI e ML sviluppata su Oracle Cloud per identificare, attraverso pattern di gioco riconoscibili, i comportamenti borderline dei giocatori e prevenire eventuali rischi di ludopatia.
Clemente ha evidenziato come uno dei driver di successo introdotti da OCI sia stato quello della sua grande apertura all’open source, che ha permesso, l’impiego facilitato e seamless di Kubernetes e GraalVM, scongiurando rischi di vendor lock-in e con costi minimi per il trasferimento dei dati dal cloud di Oracle. Si tratta del cosiddetto data egress (“uscita dei dati”) che, a conti fatti, è risultato più conveniente con OCI rispetto ad altri hyperscaler, a dimostrazione di quello che lo stesso Clemente ha definito un reale approccio multicloud.
Case study BITRON: l’intelligenza artificiale di Oracle per l’eccellenza della meccatronica
Il terzo caso studio presentato a Oracle Technology Summit ha visto salire sul palco un nome di assoluto rilievo: BITRON, multinazionale italiane del settore manifatturiero specializzato in meccatronica, con 17 sedi di produzione e ricerca e sviluppo in tutta Italia e in diversi Paesi del mondo. Il caso d’uso ha riguardo nello specifico il ruolo della tecnologia Oracle nell’ambito della supply chain intelligente.
In particolare, Federico Perrero, Direttore Qualità e Digitalizzazione dei processi di BITRON, ha illustrato come gli strumenti di intelligenza artificiale e machine learning integrati in OCI abbiano contribuito a rendere smart l’acquisizione della componentistica elettronica proveniente da diversi fornitori. Il processo ha riguardato in particolare la ricodifica, sia per ridurre la probabilità di errore nell’associare i codici BITRON, sia per prevenire problemi di supply chain a livello generale.
L’integrazione di funzioni di machine learning nei processi aziendali ha consentito a BITRON di implementare un progetto ESG legato alla produzione, favorendo la crescita della consapevolezza dei dati da parte dei dipendenti in materia di impatto ambientale, relativamente ai componenti acquistati e del prodotto finito.
Tale attività ha generato un significativo impatto sulla decision intelligence in merito alle commesse da accettare, modificare o rifiutare, in base alla conformità rispetto agli standard di sostenibilità adottati da BITRON.