PluriDoc, il file sharing decisivo per la PA.
Dopo le tre puntate record (ai link la prima, la seconda e la terza) della rubrica multipiattaforma #Universamente ecco una nuova intervista esclusiva nel cuore della rivoluzione della gestione documentale guidata da un system integrator di eccellenza come Plurimedia. Tema centrale di questo nuovo appuntamento è PluriDoc, app per condividere file con utenti interni o esterni alla società.
Cos’è PluriDoc
Plurimedia propone soluzioni cloud basate su Openshift, piattaforma prodotta da Red Hat, leader a livello globale nell’open source, codici accessibili e modificabili, e per le relative implicazioni in ottica business. Quando parliamo di Openshift ci muoviamo nel cosiddetto “as a service” ovvero il modello in cui il produttore di software mette a disposizione dei servizi per i propri clienti.
“In questo contesto abbiamo sviluppato Pluridoc – fa presente Maurizio Galotti, owner at Plurimedia – prodotto software che serve a gestire e condividere informazioni. Si tratta dunque di un database documentale, fruibile in qualsiasi momento da chi è titolato a farlo. Molto flessibile, si presta a diversi contesti e si distingue da altre tipologie di file sharing, come ce ne sono tante, per un costante monitoraggio attraverso avvisi e non solo”.
L’accompagnamento di Plurimedia avviene nelle scelte strategiche e sfruttando appieno tutti i vantaggi offerti dall’evoluzione attuale. PluriDoc è un’applicazione cloud nativa che sfrutta tutta la potenzialità del cloud IBM. Vediamo come tale tecnologia può avere effetti concreti in ambito amministrativo.
I vantaggi nel pubblico
Veloce e affidabile, PluriDoc permette di dar vita spazi di lavoro indipendenti tra loro, sui quali possono lavorare più persone. Per ogni contenuto è possibile tenere sotto controllo i permessi di visualizzazione e il tutto avviene tramite invito.
A completare il quadro una configurazione ad hoc, con cartelle e sottocartelle. Vari i ruoli, che vanno dall’amministratore dell’intera platform, al viewer, che può visionare solo una determinata parte del materiale, passando per l’uploader, gestore di un singolo canale.
Come si incontra quanto descritto con le esigenze di chi lavora in realtà pubbliche? La personalizzazione è indubbiamente un punto di forza che si unisce al fattore costo, come spiega Galotti, costituendo un unicum. PluriDoc è disponibile all’interno del Marketplace di AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale.
In aggiunta a ciò, PluriDoc fornisce report di sintesi e di dettaglio sul volume occupato, gli utenti iscritti, il numero dei messaggi di posta elettronica scambiati e sapere se sono stati aperti o meno.
In conclusione, last but non least, la brand identity, con la possibilità di definire un logo, dei colori ben precisi e un dominio in conformità con il proprio marchio.