Proseguiamo la chiacchierata con Andrea Marchesini, Head of Developer Relations Innovation and Education di Oracle, sui vantaggi di sviluppare su Oracle Cloud Infrastructure (OCI).
Avevamo introdotto Andrea qui e ora l’abbiamo ricontattato per il Vol. 2 della serie #DeVRev che Sergente Lorusso ha ideato per approfondire un nuovo scenario di opportunità per gli sviluppatori software.
E si tratta di uno scenario più attuale che mai. La diffusione del cloud, di paradigmi innovativi per la progettazione software (Agile, DevOps), la migrazione di applicazioni on prem sono i principali trend che devono far scattare la lampadina agli sviluppatori. Oggi c’è una forte richiesta di questo tipo di profili totalmente nuovi rispetto anche solo a 10 anni fa.
Perché sviluppare su cloud non rientra in un background classico ma richiede una forma mentis nuova. È necessario essere architetti di infrastruttura prima che di software, affrontare il progetto da un’angolazione diversa, coordinare singole attività. C’è bisogno di progettisti di ambienti più che di sviluppatori specializzati su un codice specifico.
Sviluppare su Oracle Cloud: costi bassi e semplicità
Siamo su cloud, siamo su Oracle Cloud Infrastructure, portale d’ingresso a tutti i servizi Oracle per le architetture su cloud. Al suo interno si trovano tutti gli strumenti per sviluppare su Oracle: non ci resta che capire quali sono i vantaggi di scegliere questo ambiente di sviluppo.
Alte prestazioni, costi competitivi e semplicità di utilizzo. Questi sono i tre valori principali su cui punta la comunicazione di Oracle verso gli sviluppatori. Iniziare è semplice e non impegna. Basta attivare un account Oracle Cloud e sfruttare il mese di prova gratuita di tutti i servizi disponibili, alcuni rimarranno comunque a disposizione anche dopo i 30 giorni.
In questo modo, lo sviluppatore ha tutto il tempo di provare la piattaforma e lasciarsi convincere della sua bontà. Un altro vantaggio è certamente la possibilità di sfruttare un’architettura decisamente performante e servizi computazionali e di storage nativi e pronti per l’HPC (high performance computing).
A disposizione di chi vuole sviluppare su Oracle, poi, ci sono veramente tante opportunità di creare codice e algoritmi di nuova generazione (Intelligenza Artificiale, Machine Learning) e applicazioni cloud native per la migrazione verso ambienti cloud distribuiti.
Il video completo della chiacchierata con Andrea Marchesini, Head of Developer Relations Innovation and Education di Oracle.
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Parola d’ordine Openness
“Un pacchetto di tool completo che adotti framework standard e open source” afferma Marchesini. È questa la formula su cui punta Oracle, con l’obiettivo di semplificare al massimo il lavoro dello sviluppatore e permettergli di concentrarsi sul task senza perdere tempo.
Openness per Oracle significa garantire il dialogo con tutti i principali database, senza dover impazzire a sviluppare specifici codici di integrazione. E dare una completa garanzia di portabilità del codice, per questo si predilige il paradigma open source, aperto per definizione.
Chi vorrà sviluppare su Oracle, inoltre, sfrutterà un’altra caratteristica insita nel Dna open source, ovvero il poter contare su una grande community. Condividere, confrontarsi, competere, sono queste le tre C dello sviluppo moderno, che in verità non sono nuove in certi ambienti, e Oracle le incoraggia tutte.
Andrea Marchesini, infatti, è stato insignito da Oracle della carica di Head of Developer Relations Innovation and Education. Sta a lui e al suo team sviluppare un ambiente dedicato alla community in cui aggregare documentazione e iniziative. Si partirà a breve con hackaton e competizioni varie, mentre le iniziative Learning Path sono già partite. La prima, ad argomento machine learning, ha richiesto, sottoforma di hands-on Lab, di sviluppare un algoritmo predittivo per capire, in base ai dati storici, chi sarà il favorito del prossimo campionato di Formula 1. D’altronde Oracle è partner e sponsor del team Red Bull Racing Honda.