Verrebbe quasi da dire che “ogni giorno c’è n’è una. E a ben vedere l’ultima vicenda di Twitter, sembra quasi che Elon Musk, proprietario di Twitter dall’ottobre 2022, si sia messo in testa di portare la piattaforma all’estremo per poi liquidarla definitivamente.

Solo che, così facendo, non si spiegherebbe, come mai, abbia voluto comprare Twitter per 44 miliardi di dollari. Solo per eliminarla? Domanda che fino a qualche mese fa poteva suonare strana, ma adesso comincia ad avere, tristemente, un riscontro reale.

Twitter tra down e manovre azzardate

Ma cosa è successo?

Il tutto è iniziato quando venerdì scorso Elon Musk ha limitato la visualizzazione pubblica dei tweet a chi non è loggato registrato sulla piattaforma. Una caratteristica distintiva di Twitter che, da sempre, ha lasciato a tutti la possibilità di poter vedere i tweet anche senza iscriversi.

Pensiamo alle testate giornalistiche che potevano (usiamo il passato per ora) riprendere contenuti, come comunicati e non solo notizie, da personalità per poi riprenderli per costruire un racconto e dare notizie a loro volta.

Ebbene, questo passaggio ha destato non poco sconcerto tra gli utenti e Elo il Musk lo aveva spiegato come passaggio temporaneo, ma necessario, in relazione ad un massiccio “data scraping” ai danni di Twitter.

In sostanza, Musk riteneva, è ritiene ancora, che sistemi di intelligenza artificiale generativa, come Chat GPT, rubino dati di Twitter per alimentare, a loro volta, i propri sistemi di apprendimento veloce.

A tutto questo Musk non ha fornito alcun dato a supporto. Nessuna spiegazione reale sullo stato del data scraping, limitandosi a sostenere che quella fosse una decisione temporanea.

Twitter e il limite delle visualizzazioni

Ma il bello, anzi il brutto, doveva ancora arrivare.

Sabato, buona parte degli utenti, ha iniziato a ricevere messaggi di errore come “rate limit exceeded” (limite superato) e “impossibile recuperare i tweet”.

Questi nuovi limiti, secondo il proprietario della Tesla, rappresentano una risposta necessaria all’uso eccessivo di data scraping dei dati da parte di aziende di intelligenza artificiale. “Quasi ogni azienda che fa IA, dalle start-up ad alcune delle più grandi corporazioni della Terra, stava raschiando enormi quantità di dati,” ha spiegato Musk. L’azione di Musk mirava a mettere fine a queste attività, che stavano danneggiando il servizio per gli utenti di Twitter.

Inizialmente, gli utenti verificati potevano visualizzare fino a 6.000 post al giorno, gli account non verificati 600 e i nuovi account non verificati 300. Questi limiti sono stati successivamente aumentati rispettivamente a 10.000, 1.000 e 500 post.

Ma c’è un passaggio che non può essere ignorato nel cercare di capire bene cosa é successo.

Twitter e il presunto “auto” attacco DDoS

Tutto il pomeriggio di sabato , in Italia, Twitter ha fatto registrare un “Twitter down” molto lungo, riportato, per esempio da Downdetector aibello globale. Un down del servizio che ha destato molta sorpresa, proprio perché ha anticipato la decisione di limitare la visualizzazione dei tweet, in modo differenziato tra gli utenti.

Per spiegare quello che è successo, sembra quasi che Twitter si sia effettuato da solo un attacco DDoS. Un’ipotesi molto azzardata secondo alcuni esperti, ma che potrebbe essere veritiera secondo altri.

In pratica, nel tentativo di limitare la visualizzazione dei tweet a chi non é registrato sulla piattaforma, Twitter ha generato un bug che ha provocato il down verificatosi sabato.

Ora è del tutto evidente che, se davvero questo “data scraping” fosse vero, la risposta non è quella che ha dato Musk, limitando la. visualizzazione dei tweet, dando rilevanza al fatto che gli abbonati possono ottenere un limite più contenuto solo perché pagano. Si tratta di una risposta che non sta in piedi.

E questo perché la stessa risposta, gli stessi limiti imposti da Musk, non fanno altro che danneggiare, in modo pesante, Twitter stesso.

Le visualizzazioni limitate avranno, e stanno già avendo, un impatto negativo sulle views degli utenti. Pensate a quanti usano Twitter per lavoro, e ce ne sono tantissimi, che danno avranno in cambio. Ma pensate anche il danno che avranno le aziende, quelle poche rimaste, che ancora investivano in pubblicità su Twitter.

Altro effetto negativo riguarda i contenuti di Twitter indicizzati su Google. Barry Schwartz di Search Engine Roundtable ha scoperto che Google ha ora circa il 52% di URL Twitter in meno nel suo indice rispetto a venerdì. I tweet recenti vengono ancora visualizzati nel carosello di ricerca, ma l’indicizzazione normale sembra essere interrotta al momento. “Non che il comando di un sito sia la misura migliore, ma… Twitter ha perso [circa] 162 milioni di pagine indicizzate dopo questo cambiamento”.

Allora che senso ha tutto questo? Aggiungiamo anche, ed è un particolare non di poco conto, che la piattaforma al suo interno conta il 75% di dipendenti in meno rispetto al momento in cui è arrivato Musk e che ci sono problemi a gestire gli accordi di fornitura di server con Google Cloud.

Inoltre, da poche settimane Linda Yaccarino è a tutti gli effetti la nuova CEO di Twitter, con il preciso scopo di riportare le aziende ad investire nuovamente su Twitter. Ma come potrà mai farlo in queste condizioni?

Twitter e i veri obiettivi di Elon Musk

Ora, per concludere, di fronte a tutto questo, non sfugge la trasformazione di Twitter da piattaforma aperta (motivo di vanto da sempre) ad una piattaforma “freemium”. Si tratta di un passaggio che rischia di trasformare definitivamente Twitter in qualcosa di molto diverso rispetto a come l’abbiamo conosciuta e usata.

Forse Elon Musk voleva arrivare proprio a questo. Non voleva solo comprarla, ma voleva portarla a fallire, per citare un personaggio cinematografico molto richiamato in questi giorni.

Per vedere se davvero si tratta di misure temporanee, non ci resta che vedere cosa accadrà nei prossimi giorni. Ma resta il dubbio che davvero questo sarà il nuovo corso di Twitter.

Twitter tra presunti down e limiti delle visualizzazioni. Ecco che cosa sta succedendo ultima modifica: 2023-07-03T16:48:36+02:00 da Franz Russo

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