Veeam e la data resilience: tecnologia, sicurezza e partnership al centro
La crescente complessità degli ambienti digitali, nei quali i repository di dati si moltiplicano tra ambienti fisici, virtuali, multicloud e as a service, ha reso la protezione delle informazioni un’impresa ardua. Del resto, per capire la dimensione del problema, basta pensare che il 90% dei dati digitali oggi in circolazione è stato generato negli ultimi due anni: una crescita esponenziale che pone nuove sfide non solo in termini di volumi, ma anche e soprattutto di eterogeneità da gestire.
A rendere ancora più complesso, si aggiunge la crescita esponenziale delle minacce da ransomware: il 43% dei dati attaccati da questo tipo di malware non viene mai recuperato, anche pagando il riscatto. Per di più, il 96% degli attacchi prende di mira gli ambienti di backup, con un tasso di successo del 70%. In questo contesto, innovare non è un’opzione, è una necessità.
Ed è in questo contesto che Veeam ha scelto di fare proprio della data resilience il perno della propria strategia.
Perché il problema non è più e non è solo quello di proteggere i dati, ma di garantire la loro disponibilità e integrità in qualsiasi situazione. E per farlo, la tecnologia sola non basta, ma serve un combinato disposto di tecnologia, processi e competenze.
Data resilience: la visione strategica di Veeam
Lo spiega afferma Stefano Cancian, Country Manager Italy di Veeam: “La nostra strategia unisce tecnologia, processi e persone al fine di garantire confidenzialità, autenticità e disponibilità del dato, partendo dal backup come elemento immutabile e sempre disponibile per garantire la continuità del business”.
Parliamo, in ogni caso, di una strategia ben articolata, che si basa su cinque pilastri metodologici, che cerchiamo qui di riassumere:
- Backup dei dati: Qui Veeam applica la regola 3-2-1-0, che prevede tre copie dei dati su due supporti diversi, di cui almeno una off-site e immutabile, con zero errori nei test di recupero.
Si tratta, evidentemente, di un importante cambiamento della classica regola del 3-2-1, aggiungendo per l’appunto anche l’1-0, ovvero il requisito che almeno 1 copia del dato sia garantita e immutabile e gli errori dei test debbano essere pari a 0. - Ripristino rapido: Questo pillar nasce dalla consapevolezza che ridurre i tempi di recovery è cruciale per minimizzare i danni. In questo caso, Veeam spiega come le proprie soluzioni garantiscano ripristini fino a cinque volte più rapidi rispetto ai competitor.
- Portabilità dei dati: Nessun lock-in tecnologico. I dati possono essere trasferiti liberamente tra ambienti fisici, cloud e on-premise.
- Sicurezza dei dati: L’approccio zero trust consente di prevenire e intercettare proattivamente le minacce.
- Data intelligence: Grazie all’intelligenza artificiale, inclusa la generative AI, Veeam migliora l’analisi dei dati, la reportistica e i processi di automazione.
Veeam Data Platform: al centro della strategia Veeam
Naturalmente, tutto questo trova poi la sua traduzione concreta nelle soluzioni che Veeam porta sul mercato.
Alessio Di Benedetto, regional technical sales director per il Sud Europa di Veeam, spiega: “La nostra offerta si è evoluta nel tempo, mettendo al centro dell’attenzione concetti chiave come la portabilità e la libertà dei dati. La nostra piattaforma può essere implementata in ambienti on premise, in cloud o come servizio, offrendo un’opzione flessibile per soddisfare diverse esigenze aziendali. Col tempo abbiamo anche integrato uno strato di intelligenza artificiale per semplificare le attività di gestione e rafforzare le capacità di contrasto agli attacchi”.
Il cuore della proposta Veeam è rappresentato dalla Veeam Data Platform, giunta alla versione 12.3. Questa piattaforma, che rappresenta l’evoluzione della storica soluzione di backup e recovery, introduce novità rilevanti come il supporto nativo per ambienti cloud (AWS, Azure), l’integrazione con Microsoft Entra ID e Salesforce, e nuove funzionalità per la protezione dei container Kubernetes. Inoltre, integra strumenti avanzati di cyber resilience, alimentati, come accennato da Di Benedetto, dall’AI generativa.
In ambito backup, nello specifico, Data Cloud Vault è la soluzione di archiviazione cloud progettata per rispondere alle diverse esigenze di backup aziendale. Disponibile in due versioni, Foundation e Advanced, offre opzioni scalabili per adattarsi alle necessità operative delle imprese. La versione Foundation, con performance essenziali, è ideale per chi necessita di un backup secondario, mentre la versione Advanced, più performante, supporta la creazione della prima copia di backup direttamente nel cloud, garantendo velocità di trasferimento più elevate.
Basato sull’infrastruttura Microsoft Azure, Data Cloud Vault assicura la localizzazione e la sovranità dei dati. Per i clienti italiani, i dati sono archiviati nei data center Microsoft situati a Milano, conformandosi così alle normative locali e alle specifiche richieste aziendali in termini di sicurezza e compliance.
Non solo.
Recentemente, Veeam ha introdotto importanti aggiornamenti che includono soluzioni specifiche per l’integrazione nativa con Salesforce e nuove funzionalità dedicate alla protezione degli ambienti containerizzati. “Il nostro approccio è sempre stato quello di integrarsi in modo nativo con le piattaforme che si propone di proteggere”, ha aggiunto Di Benedetto, evidenziando il focus dell’azienda sulla compatibilità e l’efficienza operativa.
Obiettivo di Veeam è far sì che le sue soluzioni parlino la lingua delle piattaforme che proteggono, garantendo prestazioni ottimali sia in ambienti tradizionali sia nei contesti più innovativi.
Così, guardando al futuro, si anticipa che la prossima major release, attesa per il 2025, amplierà il supporto a infrastrutture Linux, offrendo ai clienti una maggiore flessibilità tecnologica.
Cyber Secure e la lotta ai ransomware
Specificamente nell’ambito della cybersecurity, Veeam Cyber Secure, progettata per prevenire e contrastare le minacce ransomware, oggi è rafforzata grazie all’acquisizione di Coveware, avvenuta nel corso della primavera.
Spiega ancora Di benedetto: “La capacità di individuare un malware e attivare strategie di protezione adeguate è fondamentale per garantire una rapida ripresa dopo un attacco. Siamo in grado di coprire l’intero ciclo del software, eseguendo rilevazioni di malware sia durante il processo di backup sia in quello di ripristino, funzione questa oggi ulteriormente potenziata grazie al supporto offerto da Coveware,”
Strumenti come Recon Scanner permettono di identificare le tattiche e le tecniche degli attaccanti prima che l’attacco abbia luogo, mentre Threat Hunter sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare i backup e garantire che siano liberi da codice malevolo.
Un ecosistema partner-first
Da sempre, la strategia di Veeam è fortemente orientata al canale, con un modello partner-first che valorizza la collaborazione con i service provider. “La nostra missione è rendere le soluzioni semplici da utilizzare e da vendere, consentendo ai partner di offrire valore aggiunto ai loro clienti senza la necessità di competenze cloud proprietarie”, spiega Elena Bonvicino, Manager of Channel Italy.
Negli ultimi anni, Veeam ha investito nella formazione dei partner, introducendo percorsi di certificazione tecnica e strumenti di marketing per aiutarli a sviluppare nuove opportunità di business. Questo approccio consente di raggiungere non solo le grandi imprese, ma anche le medie aziende, grazie alla capillarità della rete di partner qualificati.